Avvenire di Calabria

Con gli esami di maturità alle spalle proiettiamoci alla scelta dell'università: ma quali sono le facoltà per i lavori più richiesti?

Università, quali sono le facoltà per i lavori più richiesti?

Annualmente vengono stilate delle vere e proprie "classifiche" che tengono conto dei nuovi trend occupazionali in Italia e nel mondo

di Redazione Web

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Con gli esami di maturità alle spalle proiettiamoci alla scelta dell'università: ma quali sono le facoltà per i lavori più richiesti? Annualmente vengono stilate delle vere e proprie "classifiche" che tengono conto dei nuovi trend occupazionali in Italia e nel mondo.

Lavori più richiesti, ecco le facoltà da tenere sott'occhio

Cosa fare dopo il diploma è una di quelle scelte della vita in grado di determinare concretamente il proprio futuro. 

Quando si tratta di scegliere l’università è bene farsi guidare da due diverse tipologie di ragionamenti: una più strettamente personale, l’altra legata al mondo del lavoro.

Se infatti da un lato è vero che la scelta migliore è quella che rispecchia le proprie attitudini e aspirazioni, è spesso solo grazie ad una forte motivazione che il percorso di studi universitario viene portato a termine (l’Italia è uno dei Paesi dell’UE  con la più alta percentuale di abbandono universitario), dall’altro è altrettanto vero che ai sogni deve corrispondere un contesto favorevole, ossia un mercato del lavoro in grado di assorbire le competenze acquisite per non creare quel pericoloso cortocircuito tra aspettative professionali e realtà. 


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La mancata corrispondenza tra le competenze di chi cerca lavoro e le figure oggi più richieste dalle aziende, infatti, non fa altro che alimentare lo skill gap, una delle problematiche più rilevati all’interno della divisione Risorse Umane, soprattutto a seguito della forte spinta al digitale registrata negli ultimissimi anni che ha di colpo fatto invecchiare le conoscenze diffuse in ambito tecnologico (secondo una ricerca internazionale, una competenza su tre presente in un annuncio di lavoro standard nel 2017 per posizioni nel settore IT, finanza o vendite è già obsoleta).

Ma quali sono dunque le lauree più richieste oggi? Per rispondere a questa domanda arriva in aiuto la XXIV Indagine Condizione occupazionale dei Laureati pubblicata da Almalaurea.

Lo studio, realizzato intervistando 660 mila laureati di primo e secondo livello dei 76 atenei italiani facenti parte del Consorzio interuniversitario Almalaurea, rivela come le chance occupazionali dei neolaureati sono differenti a seconda della disciplina intrapresa: a parità di altre condizioni, dicono i ricercatori, i più favoriti sul mercato del lavoro sono i laureati del gruppo informatica e tecnologie ICT, così come di quello di ingegneria industriale e dell’informazione, a cui si aggiungono i laureati dei gruppi medico-sanitario e farmaceutico, educazione e formazione, architettura e ingegneria civile nonché scientifico.

Inoltre, sottolinea la ricerca, a parità di ogni altra condizione, le lauree di secondo livello mostrano maggiori opportunità di occupazione a un anno dal titolo: rispetto ai laureati di primo livello, quelli di secondo livello (che includono sia i laureati magistrali biennali sia i magistrali a ciclo unico) risultano avere l’24,7% in più di probabilità di essere occupati.


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Triennali, le università che sono "sinonimo" di lavoro

Dunque, verso quali corsi di laurea triennale rivolgersi per avere, se non un buon stipendio garantito, più possibilità di raggiungere i propri obiettivi professionali?

Per avere un’idea delle lauree più richieste nel futuro prendiamo a riferimento lo studio Previsioni dei Fabbisogni Occupazionali e Professionali in Italia a Medio Termine realizzato dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere. Stando alla ricerca, tra il 2021 e il 2025, la Digital Transformation e l’attenzione all’ecosostenibilità avranno un fortissimo impatto sul mondo del lavoro.


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La domanda di competenze digitali interesserà sia figure professionali già esistenti quanto nuove professioni emergenti, come data scientist, big data analyst, cloud computing expert, cyber security expert, business intelligence analyst e artificial intelligence system engineer delle costruzioni.

Oltre il 42% del fabbisogno di competenze green sarà soddisfatto dalle professioni ad elevata specializzazione e tecniche; tra le principali figure con competenze green di grado elevato risultano gli ingegneri (civili, energetici e meccanici), i tecnici nella gestione dei cantieri edili, i tecnici della sicurezza sul lavoro, gli architetti e gli specialisti del recupero e della conservazione del territorio.

Dunque tutte quelle facoltà che concorrono a formare il giusto bagaglio di competenze per svolgere professioni digitali e green jobs sono certamente indicate per una scelta consapevole del corso di laurea da intraprendere.

L'altra notizia. La maturità "cancella" il gap delle Invalsi?

Diminuiscono i diplomati con lode e aumentano (non di poco) i voti appena sopra la sufficienza. È questa la fotografia della Maturità 2023 secondo i dati del Ministero dell'Istruzione e del Merito. All'Esame era stato ammesso il 96,3% degli studenti e il 99,8% si è poi diplomato.

Ad ottenere 100 e lode sono stati 13.414 studenti, il 2,7% del totale dei diplomati, in calo rispetto al 3,4% dell'anno scorso. In sensibile diminuzione anche i 100, passati dal 9,4% al 7,3% e le votazioni tra 91 e 99 (dal 15,1% all'11,5%), come come quelle tra 81 e 90, scese dal 21,1% del 2022 al 18,3% quest'anno.

In crescita, di conseguenza, la fascia di studenti che hanno totalizzato un punteggio tra 71 e 80 (dal 27,1% al 29,2%), mentre un vero e proprio balzo in avanti hanno compiuto le votazioni appena sopra la sufficienza (tra 61 e 70), passate dal 20,1% del 2022 al 26% di quest'anno. In crescita, infine, anche gli studenti che si sono diplomati con 60: dal 4,1% al 5%.

Secondo i dati elaborati dal Ministero, la Puglia e la Calabria sono le due regioni con la più alta percentuale di 100 e lode (5,6%), seguite da Umbria (4,7%), Molise e Sicilia (4,2%). In termini assoluti, in Puglia hanno ottenuto la lode 1.964 studenti, in Calabria 961 e in Campania addirittura 2.620.

Oltre tre volte tanto, per esempio, della Lombardia, dove i 100 e lode si sono fermati a 762 e più di sei volte i 100 e lode del Piemonte (431), cinque volte quelli del Veneto (529) e quasi il quadruplo dell'Emilia Romagna (690 diplomati con lode). E ancora. Il Molise ha totalizzato 101 diplomati con lode, rispetto ai 6 della Valle d'Aosta, regione che ha circa la metà della popolazione scolastica molisana.

Gli esiti della Maturità 2023 arrivano a due settimane dalla diffusione del rapporto Invalsi, che ha confermato il divario (anche di 30 punti) tra gli apprendimenti nelle scuole del Settentrione d'Italia rispetto a quelle del Mezzogiorno.

Limitandoci alle prove eseguite dagli studenti dell'ultimo anno delle superiori (grado 13), quelli che hanno sostenuto l'esame di Maturità, si nota che, nelle due regioni al top per 100 e lode (Puglia e Calabria), poco più del 40% (Puglia) e del 30% (Calabria) degli studenti raggiunge almeno il livello 3 in Italiano e Matematica.

In Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, la situazione è esattamente ribaltata: circa il 60% degli studenti dell'ultimo anno delle superiori raggiunge almeno il livello 3 sia in Italiano che in Matematica.

A parziale consolazione, c'è il fatto che la Calabria è la regione che, nel 2023, ha fatto registrare il calo più consistente della dispersione implicita (-5%), che resta comunque al 13% rispetto ad una media nazionale dell'8,7%, in calo di un punto percentuale rispetto al 2022.

E lo stesso si può dire della Sicilia, che ha avuto 1.853 diplomati con lode, ma ha anche un dispersione implicita del 13,6% e della Campania, dove le lodi sono state 2.620 ma la dispersione implicita è schizzata al 19%. Significa che un diplomato su cinque ha superato l'esame di Maturità, «senza aver conseguito le competenze fondamentali».

E questo, per l'Invalsi, avrà ricadute pesanti sul futuro di questi giovani. Che sono «a forte rischio di avere limitate prospettive di inserimento nella società, come gli studenti che non hanno concluso la scuola secondaria di secondo grado». Un problema che non si risolve aumentando le lodi.

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