Avvenire di Calabria

Ignoti hanno incendiato un deposito di mezzi agricoli in un podere di proprietà del testimone di giustizia

Reggio Calabria, Tiberio Bentivoglio di nuovo nel mirino

La solidarietà del presidente della Regione Occhiuto e del sindaco di Reggio Calabria Falcomatà

di Redazione Web

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Un nuovo atto intimidatorio ha colpito Tiberio Bentivoglio, noto imprenditore di Reggio Calabria e testimone di giustizia che da anni si oppone con fermezza alle richieste della criminalità organizzata. Nei giorni scorsi, ignoti hanno incendiato un deposito di mezzi agricoli di sua proprietà nella frazione di Ortì, poco distante da Reggio Calabria, dove Bentivoglio possiede anche un frutteto.

Le fiamme hanno distrutto diversi mezzi agricoli custoditi nel deposito, causando danni significativi. La notizia si è appresa venerdì. Lo stesso Bentivoglio, all’emittente LaC che ha raccontato il fatto, ha dichiarato di sentirsi «stanco e deluso» per l’ennesimo episodio di violenza subito.



Bentivoglio ha una lunga storia di resistenza e già nel 2011 sopravvisse a un attentato in modo fortuito: un proiettile diretto al suo cuore venne fermato dal marsupio che indossava. Da allora è stato posto sotto scorta, ma la sua protezione è stata recentemente revocata, una decisione contro la quale l’imprenditore ha presentato ricorso al Tar, ancora in attesa di giudizio.

Per molti, Bentivoglio è il simbolo della lotta contro l’omertà e il potere della ‘ndrangheta, pagando di persona il prezzo del suo rifiuto di cedere a richieste estorsive. A seguito dell’incendio, le forze dell’ordine hanno aperto un’indagine per identificare i responsabili e proteggere l’imprenditore e la sua famiglia.


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Tuttavia, episodi come questo continuano a far emergere il clima di ostilità che circonda chi sceglie di opporsi alla criminalità organizzata, ponendo con forza il tema della tutela dei testimoni di giustizia e dell’efficacia delle misure protettive.

«Solidarietà a Tiberio Bentivoglio» è stata espressa anche dal presidente della giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto. «La sua determinazione nell’affermare i principi della legalità sono una testimonianza di autentico coraggio e un esempio positivo anche per le istituzioni. Auspico che lo Stato, in tutte le sue articolazioni, individui gli autori di queste azioni violente e metta in campo tutti gli strumenti possibili per tutelare Bentivoglio», ancora Occhiuto, nel ribadire come «la Calabria che faticosamente sta cambiando volto, affrontando con rinnovato spirito le sfide del presente in ogni ambito della vita sociale ed economica, ripudia la ‘ndrangheta e ogni forza criminale che tenta di infangare l’immagine della nostra splendida Regione».

«Esprimiamo la più totale ed incondizionata solidarietà e vicinanza a Tiberio Bentivoglio ed a tutta la sua famiglia, vittime dell’ennesima vile e barbara intimidazione da parte di chi vorrebbe tenere sotto una cappa le persone oneste, perbene e coraggiose del nostro territorio». Il sindaco del Comune e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, interviene a sostegno dell'imprenditore e testimone di giustizia.



«L’appello è alle forze sane della città - ha continuato - affinché Bentivoglio possa sentire tutto il calore della comunità intera che si oppone, con forza e determinazione, a logiche che nulla hanno a che fare col vivere democratico e civile. La Reggio Calabria laboriosa e onesta è stanca della ‘ndrangheta e di qualsiasi altra forma di criminalità, organizzata e non. La stragrande maggioranza dei reggini, infatti, ripudia la mafia e chi si macchia di simili azioni criminali, oltraggiando la quiete dei cittadini perbene e l’immagine dell’intera città».

«Confido fortemente nell’operato degli organi inquirenti e delle forze dell'ordine - ha proseguito il sindaco Falcomatà - e sono certo che questi balordi verranno presto individuati e puniti per come meritano. Allo stesso tempo, è necessario continuare a mantenere alto il livello di protezione per Tiberio Bentivoglio ed i suoi cari, costretti a vivere una condizione di paura ed insicurezza che sembra non aver mai fine».

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