Avvenire di Calabria

Terremoto: Save the Children, dopo un anno “un bambino sfollato su 3 ancora senza casa in Turchia, mentre salgono a livelli record i bisogni in Siria per quasi il 90% della popolazione”

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


“In Turchia un bambino su tre che ha perso la casa a causa del terremoto di un anno fa vive ancora in rifugi temporanei, mentre sia in Turchia che in Siria i più piccoli lottano con l’ansia e altri problemi di salute mentale legati al trauma provocato dal sisma”. Lo afferma oggi Save the Children. Nel febbraio del 2023 due fortissimi terremoti e le numerose successive scosse di assestamento in Turchia e in Siria hanno ucciso oltre 56.000 persone e hanno provocato milioni di sfollati, tra questi circa 6,2 milioni di bambini.

In Turchia circa 2,4 milioni di persone, tra cui 660.000 bambini, sono stati costretti a lasciare le loro case per trasferirsi in insediamenti temporanei, vivendo in tende e container metallici stretti quanto un posto auto. “Un anno dopo, oltre 761.000 persone, tra cui 205.000 bambini, sono ancora senza casa”, denuncia l’organizzazione. In Siria i bambini sopravvissuti al terremoto hanno dovuto affrontare una crescente crisi economica e una nuova escalation del conflitto, che ha danneggiato ulteriormente scuole e centri sanitari. Migliaia di persone sono ora senza accesso ad un riparo e senza cibo, mentre gran parte dell’assistenza da parte del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite nelle aree colpite dal terremoto è stata sospesa.

La valutazione multisettoriale dei bisogni effettuata da Save the Children sulle famiglie che vivono in strutture formali e informali in Turchia ha rilevato che il 60% di esse aveva difficoltà a procurarsi prodotti per l’igiene di base. La maggior parte delle famiglie sfollate ha potuto rimandare i propri figli a scuola in Turchia, ma il 30% dei genitori ha dovuto far fronte ai costi.
Per quanto riguarda la situazione in Siria, quest’anno quasi 1,5 milioni di persone in più necessitano di assistenza umanitaria, il 45% dei quali sono bambini. Ciò significa che un totale di 16,7 milioni di persone – quasi il 90% della popolazione – hanno ora bisogno di aiuti, il numero più alto dall’inizio della guerra quasi 13 anni fa.

“La Siria sta affrontando una crisi dopo l’altra. Il terremoto, il conflitto, l’economia: è sempre più alto il numero di persone bisognose di aiuto. Qui non ci sono ancora segnali di ripresa. Sono necessari urgentemente maggiori finanziamenti per soddisfare le esigenze dei bambini, ma i finanziamenti da soli non bastano più. Anno dopo anno, vediamo la situazione umanitaria deteriorarsi fino a raggiungere nuovi minimi. Dobbiamo concentrare nuovamente i nostri sforzi sul sostegno a loro e alle loro famiglie per ricostruire ciò che hanno perso, per vivere in pace e sicurezza”, ha dichiarato Rasha Muhrez, direttore di Save the Children per la Siria.

“Sebbene il terremoto non sia più una notizia in evidenza sui giornali, i suoi effetti si fanno ancora sentire qui in Turchia. Siamo sulla strada della ripresa, ma la realtà è che un bambino su tre colpito dal terremoto è ancora bloccato in minuscole tende e container: non sono state distrutte solo le abitazioni, ma la vita che questi bambini avevano una volta. Save the Children sta lavorando duramente in collaborazione con le autorità locali per aiutare i minori a riprendere gli studi e ad accedere ai servizi di base, ma i bisogni rimangono elevati. La comunità internazionale non deve dimenticare la Turchia”, ha affermato Sasha Ekanayake, direttore di Save the Children per la Turchia.



Fonte: Agensir

Articoli Correlati

Tags: