Avvenire di Calabria

Teatro: in scena a Roma “Tre Galloni” in ricordo del giovane poeta Gabriele Galloni

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


Uno spettacolo tra memoria e sguardo sulla realtà contemporanea. È “Tre Galloni” per la regia di Roberto Renna e Daniela Venanzangeli, in scena al Cantiere Teatrale di Roma (Circ. Gianicolense 30) sabato 28 e domenica 29 settembre. L’opera prende le mosse dai testi di Gabriele Galloni, Agotha Kristof, Slawomir Mrozek e Giorgio Coppola.
Lo spettacolo è anzitutto un’occasione per fare memoria del talento del giovane poeta-scrittore Gabriele Galloni, scomparso nel 2020 all’età di venticinque anni. “È stato alunno dell’IIS Roberto Rossellini – si legge nella nota stampa – Ha lasciato una mole ingentissima di opere e si avvia a diventare un caso letterario internazionale. Lo spettacolo vuole essere anche un affettuoso omaggio a lui da parte di chi lo ha conosciuto e amato quando era in vita e continua a farlo altrettanto ora che è uscito dal tempo”.
“Tre Galloni” si gioca sul tema del treno, del viaggio. “Il treno va, dritto, e non obbedisce ai desideri del singolo che ci viaggia dentro, come il tempo oggettivo che ci scorre intorno”. Il treno è il filo conduttore che unisce “diversi racconti, drammatizzati e curvati all’ambientazione ferroviaria. In uno scompartimento si intrecciano i destini di alcuni personaggi” tratti da tre racconti di Galloni, ma anche da un testo di Agota Kristoff e di Slawomir Mrozek. Protagonisti in scena Carmine Cacciola, Laura Capitani, Andrea Casanova, Ruggero Desario, Maria Paola Iervolino, Davide Montalbano, Roberto Renna e Vittoria Ridolfi. “Al centro dello spettacolo – sempre dalla nota stampa – l’inciampo sui territori scientifico-filosofici in contraddizione al movimento fermo del treno, facendo di se stesso metafora del tempo (quindi della coscienza e della memoria). Possiamo guardare dentro, nello scompartimento, e fuori, dal finestrino. Fuori, oltre quel limite c’è una realtà che si anima a diverse velocità: velocissima quella vicina, quasi ferma quella lontana, esattamente come la nostra coscienza che, se non ha ciò che è vicino, il presente, come oggetto, è in definitiva la nostra memoria. E proprio come da un finestrino di treno, il presente appena trascorso svanisce subito, mentre il passato, lontano, permane sbiadito nella nostra memoria, nostra salvezza ma anche nostra nemica”.

Fonte: Agensir

Articoli Correlati

Tags: