Avvenire di Calabria

Si è svolto ieri il confronto tra sindacati e lavoratori e prefetto di Reggio Calabria

Strutture psichiatriche, lavoratori e sindacato al tavolo in Prefettura: «Evitare la “deportazione” dei pazienti»

Al centro della questione la mancata applicazione della sentenza del Tar sugli accreditamenti da parte dalla Regione

di Redazione Web

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Nessun passo in avanti per la vicenda delle strutture psichiatriche di Reggio Calabria da anni in attesa dell'accreditamento. Dal tavolo convocato in prefettura con lavoratori, sindacati e familiari dei pazienti, sostanzialmente non è emerso nulla di nuovo: al centro della discussione c'era la sentenza del TAR che ha dato ragione alle Cooperative e richiamato al proprio dovere la Regione Calabria.

Critico il commento di Coolap (Coordinamento dei lavoratori delle Strutture psichiatriche) e Usb: «L’incontro tenutosi ieri pomeriggio in Prefettura, nonostante le basse aspettative, ha superato ogni più cupa previsione».



Secondo lavoratori e sindacato, «la sentenza del TAR, che avrebbe potuto rappresentare un’occasione per un cambio di rotta, è stata invece strumentalizzata dalla Regione Calabria e dalla Struttura Commissariale alla Sanità per dare il colpo di grazia alle storiche strutture psichiatriche di Reggio Calabria».


PER APPROFONDIRE: Psichiatria: «Solo chi si sporca le mani può salvare la vita di qualcuno»


Lavoratori e sindacati hanno denunciato per l'ennesima volta la grave situazione paradossale che si è venuta a delineare sul territorio: «Per i nostri burocrati, i pazienti non sono persone da assistere e curare, ma semplicemente numeri e rette da pagare. Se le strutture di Reggio Calabria - spiegano - sono ancora aperte, è solo perché gestire contemporaneamente il trasferimento di oltre 100 pazienti è logisticamente complesso. Altrimenti, i nostri pazienti sarebbero già stati trasferiti altrove». Insomma, quale «attenzione per i pazienti», sottolineano ancora.

La soluzione temporanea, in attesa che la giustizia amministrativa faccia il suo corso

Il prefetto di Reggio Calabria Vaccaro, nonostante il clima teso respirato nel corso della riunione, ha cercato di proporre una soluzione temporanea «per evitare il dramma sociale della deportazione dei pazienti. Tuttavia, la nostra fiducia in chi dovrebbe occuparsi dell’accreditamento delle strutture è ormai vicina allo zero», ancora Coolap e Usb.



Lavoratori e sindacato insistono: «L’abbiamo detto ieri e lo ribadiamo oggi: non è il rispetto delle regole a impedire una soluzione rapida, ma la chiara volontà politica di far collassare queste strutture. Volontà talmente pervicace cui si sono dovuti arrendere anche i diversi politici reggini, persino con ruoli di prestigio, che negli anni si sono proposti come risolutori della vertenza, per poi sparire silenziosamente, incapaci di sfondare questo muro. Non sappiamo se l’obiettivo sia favorire altri gestori "amici" o arricchire le strutture di altre province o regioni. Quello che è certo, e che il TAR ha chiarito - concludono - è che i lavoratori che hanno garantito per oltre trent’anni un servizio essenziale sono stati trattati con disprezzo da chi avrebbe dovuto semplicemente ringraziarli».

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