Avvenire di Calabria

Settimana sociale: card. Zuppi, “la pace e lo sviluppo non sono beni conquistati una volta per tutte”, serve “amore politico”

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


(Trieste) “La pace e lo sviluppo non sono beni conquistati una volta per tutte. Richiedono un amore politico” che deve assumere l’unità come un obiettivo da perseguire, da difendere e da far crescere, perché l’unità non è mai statica, ma sempre dinamica”. Ne è convinto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che aprendo la Settimana sociale dei cattolici in Italia, in corso a Trieste alla presenza del presidente Mattarella, ha assicurato a nome dei cattolici: “Non vogliamo accontentarci di facili lamentele sulla crisi della democrazia e sulla scarsa partecipazione al voto. Ci impegniamo per risposte positive, consapevoli, condivise, possibili”. Quindi una serie di “grazie”: “Grazie a chi continua a partecipare nonostante la crisi del ‘noi’ perché la Chiesa è un luogo dove ci si appassiona al prossimo e, quindi, al dialogo, come è avvenuto in assemblee, convegni, riunioni, nel cammino sinodale, proprio per il suo carattere eminentemente sociale e non egocentrico o di massa. Grazie a chi non si scoraggia. Grazie a tutti quelli che con tenacia stanno favorendo esperienze di partecipazione. Grazie agli amministratori che, pur tra sacrifici, si dedicano al bene comune e a quanti esercitano funzioni pubbliche e le adempiono con disciplina e onore (Costituzione, art. 24) . Grazie a chi svolge umilmente, secondo le proprie possibilità e scelte, “un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” (Costituzione, art. 4). È così che si costruiscono inclusione e convivenza, si vincono i pessimismi, si sconfiggono le furbizie che piegano a interesse privato il bene pubblico. Grazie alle tante buone pratiche che sono arrivate qui, a Trieste, per farsi conoscere, ma anche alle centinaia di buone pratiche sparse per il Paese che continuano a rendere concreti i frutti della partecipazione. Grazie a chi si impegna nel volontariato, che poi vuol dire gratuità, dono, umanità, costruzione di comunità”.

Fonte: Agensir

Articoli Correlati

Tags: