Avvenire di Calabria

Settimana sociale: Bonini (Lumsa e AnimAzione), “dopo Trieste lavorare per connettere ‘pensiero e azione’”

di Redazione Web

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“Papa Francesco ha chiuso da par suo la Settimana sociale. Nel discorso e nell’omelia ha ricordato la scaturigine, il senso dell’impegno sociale e politico dei cattolici. Ha riaffermato che dobbiamo essere fieri della nostra tradizione, che si gioca con l’affermarsi della democrazia in Italia e più ampiamente nel mondo. Perché ci portiamo qualcosa in più, ovvero una fede vissuta, una speranza concretamente determinata in Gesù Cristo. Concretamente determinata e nello stesso tempo apertissima, come appunto il messaggio cristiano, oggi più che mai. Di qui il realismo nel guardare al concreto della vita, della società e dunque della politica. Senza peraltro essere o apparire una delle tante e meritorie Ong. Né intrappolarci nelle contrapposizioni ideologiche o nella politica, quella politica italiana sempre piena di polemichette quotidiane e di delegittimazioni reciproche e di corto respiro”. Così Francesco Bonini, rettore dell’Università Lumsa e vicepresidente AnimAzione, commenta al Sir quanto emerso nella 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia che si chiusa oggi a Trieste con la messa di Papa Francesco.
“Il problema delle Settimane sociali – e giustamente Papa Francesco ha ricordato la decisione del 1988 di ripristinarle – è il seguito, il dato organizzativo”, osserva, sottolineando che “AnimAzione vuole proprio lavorare per connettere ‘pensiero e azione’”. “In tre modi”, spiega: “Prima di tutto, connettendo mondi, persone, istituzioni, esperienze, in un dialogo libero e aperto. Poi mettendo in atto una lungimirante attività formativa, altrettanto libera e aperta, i ‘Lab.Ora’, luogo di confronto intergenerazionale e di progettazione di interventi concreti, determinati nei vari territori. Infine, aprendo una piattaforma digitale, ‘Cuori pensanti’, in cui permettere ai giovani di osservare criticamente l’attualità politica, economica, sociale, con un respiro internazionale, cercando di dire qualcosa di nuovo e di significativo. Che non può che venire da generazioni giovani, in dialogo con i loro predecessori. Così da uscire da una sindrome di subalternità e di educata irrilevanza”.

Fonte: Agensir

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