Avvenire di Calabria

È terminata l’esperienza di Chiara, Erika Francesco e Miriam che hanno svolto il proprio servizio presso la Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova

Servizio civile universale in Caritas, concluso un altro anno: «un cammino di servizio e crescita»

A conclusione del loro percorso, i giovani del bando 2022 ripercorrono un anno di impegno che li ha visti formarsi e crescere

di Redazione Web

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Dal 13 al 15 maggio l’Hotel Casa Rossa di Crotone ha ospitato il corso di fine servizio di giovani in servizio civile presso le Caritas diocesane: «Diversamente dal corso di inizio e metà servizio, questi giorni ci hanno dato la possibilità di riflettere e interiorizzare meglio la nostra esperienza nei dodici mesi di servizio», raccontano i protagonisti ce hanno svolto il loro servizio nella diocesi di Reggio Calabria. In questo articolo le loro testimonianze.

Servizio civile universale in Caritas, concluso un altro anno: è tempo di bilanci per i ragazzi di Reggio Calabria

In un primo momento ci siamo ritrovati come gruppo, riflettendo insieme su quanto questi dodici mesi ci abbiano trasformati, quanto noi ci siamo accorti del cambiamento degli altri e quanto gli altri si siano accorti del nostro cambiamento.


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Il giorno successivo, partendo da un breve momento di deserto, abbiamo dato il via a una verifica personale, cercando di “dare colore” al nostro anno. Nel pomeriggio, invece, ciascuno di noi ha avuto la possibilità di raccontare la propria esperienza di servizio civile, con tutti gli alti e i bassi, i momenti che sono andati bene e quelli che sono andati meno bene, gli incontri significativi che hanno lasciato il segno e che hanno dato un nuovo indirizzo alla nostra vita.


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L’ultimo giorno è stato il momento della verifica diocesana, che ci ha permesso di renderci conto che la forza del servizio civile è proprio quella di camminare insieme, senza lasciare indietro nessuno. Sono stati giorni in cui abbiamo potuto fare il punto della situazione, capire come abbiamo camminato fino ad ora e con chi, giorni in cui abbiamo potuto fermarci e comprendere che il Servizio civile finisce solo da contratto, ma in realtà inizia adesso, perché tutto quello che abbiamo sperimentato e vissuto porti frutto nella vita di tutti i giorni.

Un cammino concluso troppo presto... Ecco cosa resta

Quando si inizia il servizio civile si ha la sensazione che non finirà mai, il primo giorno di servizio sembra essere lontanissimo dall’ultimo, e invece in un attimo, dal corso di inizio servizio di Cetraro ci siamo trovati al corso di fine servizio a Crotone, ognuno diverso da com’era.

Quello che questo corso ci ha lasciato è la consapevolezza che gli incontri di quest’anno, con i poveri, con i bambini in situazioni di disagio, con i migranti, hanno distrutto e ricomposto il nostro cuore, aprendoci gli occhi al fatto che il battito del cuore non è un movimento per inerzia ma un esercizio da compiere quotidianamente. Alla conclusione di questo anno, nonostante tutte le difficoltà che ciascuno di noi ha incontrato, rimane il senso della bellezza che va coltivata e custodita in quelle persone ed in quei luoghi che sembrano – solo apparentemente – senza speranza.


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Rimane il senso di gratitudine verso tutti i nostri formatori, che sono state guide e custodi silenziosi non solo del nostro servizio, ma anche delle nostre persone; osservatori attenti dei nostri momenti migliori e di quelli più faticosi. Ai colleghi che sono stati compagni di viaggio con cui condividere lo zaino quando diventava troppo pesante, e agli amici che si sono rivolti ai nostri centri, che hanno reso il nostro cuore vivo e pulsante. E infine, grazie alle Caritas diocesane e al Servizio civile universale, senza i quali i nostri occhi sarebbero un po’ più spenti e le nostre vite un po’ più vuote.

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