Avvenire di Calabria

Gli studenti hanno fatto visita ai tesori custoditi nelle sale e nelle teche del sito culturale della Chiesa reggina

Seminaristi a lezione al Museo diocesano “Sorrentino”

Una testimonianza all'insegna dell'arte, della bellezza e della fede

di Lorenzo Tortorella

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Seminaristi a lezione al Museo diocesano "Sorrentino". Come ogni anno, agli studenti del Triennio teologico dell’Istituto teologico “Pio XI” di Reggio Calabria è stata fornita l’opportunità, all’interno del corso di Storia della Chiesa contemporanea, tenuto dal docente padre Pasquale Triulcio, di visitare il Museo diocesano “Monsignor Aurelio Sorrentino”.

Lucia Lojacono, direttrice del Museo, ha guidato la visita. Dopo averci raccontato la lunga e a tratti travagliata genesi di questa istituzione è passata a presentarci, percorrendo i corridoi e le sale espositive, le opere esposte e, attraverso di esse, la storia delle personalità ad esse appartenute o in vario modo collegate, restituendoci la bellezza di storie che non conoscevamo e l’altissima caratura dei personaggi le cui vicende si sono alternate sul suolo di Reggio Calabria.


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Quanto esposto, inoltre, ci ha restituito la presenza sul nostro territorio di culti antichissimi, alcuni dei quali ancora oggi continuano ad alimentare la pietà popolare del nostro territorio. La cosa però che ha colpito maggiormente noi studenti, per la maggior parte futuri sacerdoti di questa diocesi, è stato vedere esposti tanti arredi liturgici molto antichi e di grande valore e venire a conoscenza del preziosissimo lavoro di preservazione, restauro e valorizzazione che il nostro Museo diocesano compie. Molte parrocchie hanno scoperto di possedere veri e propri tesori, donati da personaggi illustri in visita o ricavati dalla generosità dei propri fedeli, che lasciati incustoditi o mal conservati rischiano di diventare oggetto di furti o di deterioramenti irreparabili.

Così i loro parroci hanno saggiamente scelto di lasciare moltissimi calici, ostensori e tanto altro alla cura di mani esperte, naturalmente con la possibilità di tornare a prenderli per utilizzarli in occasione delle celebrazioni più solenni, di modo che i parrocchiani possano continuare a godere di quei tesori insieme a tutti coloro i quali, visitando la struttura museale, potranno ammirarli nella sicurezza delle loro teche, rendendoli così realmente fruibili a tutta la Chiesa diocesana ma anche ai visitatori provenienti da altre realtà.


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La dottoressa Lojacono ha tenuto a sottolineare l’importanza della sensibilizzazione riguardo a questo argomento, raccontandoci con rammarico gli effetti devastanti che alcune procedure, utilizzate ignorando le conseguenze per necessità di risparmio, hanno avuto su diversi pezzi inestimabili, che sono perciò irrimediabilmente andati perduti: affidare beni al Museo Diocesano non significa spogliare una parrocchia delle proprie ricchezze, ma arricchire di storia e bellezza la vita dei fedeli che, percorrendo quei corridoi, potranno approfondire il loro amore verso la propria realtà ecclesiale e riscoprirsi parte di una Chiesa che sa donarsi

*Seminarista

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