Avvenire di Calabria

L'Istituto teologico reggino si prepara a celebrare un importante anniversario legato alla propria storia

Seminario Pio XI, 19 anni fa la dedicazione della Cappella Maggiore: il 26 ottobre la celebrazione

Nel 2005 l'allora arcivescovo Mondello presiedeva il rito dopo il restauro del luogo di spiritualità caro ai seminaristi

di Redazione Web

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Il Seminario arcivescovile Pio XI di Reggio Calabria apre ancora una volta le proprie porte alla città e alla comunità ecclesiale dello Stretto in occasione della solenne celebrazione eucaristica che si terrà sabato 26 ottobre per lo speciale anniversario della Cappella Maggiore, dedicata all'apostolo Paolo.

In particolare sarà celebrata la ricorrenza del 19° anniversario della dedicazione della splendida cappella, luogo di preghiera e formazione per i futuri sacerdoti, all'Apostolo delle genti e fondatore della Chiesa reggina - bovese.



La celebrazione sarà presieduta da don Simone Vittorio Gatto, Rettore dello stesso Seminario Pio XI. Durante la Messa, ci sarà anche un significativo momento di impegno: i quattro seminaristi che riceveranno l'ordinazione diaconale nei prossimi mesi giureranno solennemente davanti alla comunità ecclesiale.

Questo gesto si pone come momento di grande rilevanza nel cammino di formazione verso il sacerdozio e come piena adesione alla vocazione riconosciuta dalla Chiesa ai quattro ordinandi.

Da qui l'invito è rivolto a tutti i fedeli, laici, sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, a partecipare a questa celebrazione che si preannuncia ricca di spiritualità e di gioia.

Cappella Maggiore del Seminario Pio XI: 19 anni fa la dedicazione dopo il restauro

Il 26 ottobre del 2005, era mercoledì, l'allora arcivescovo metropolita, monsignor Vittorio Luigi Mondello, presiedeva il rito di dedicazione dell'aula liturgica e dell'altare, alla presenza della comunità del seminario, allora guidata dal rettore monsignor Santo Marcianò, e delle massime autorità cittadine.


PER APPROFONDIRE: Seminario Pio XI, l’apertura del nuovo anno formativo


La Cappella Maggiore del Pio XI era stata, infatti, da poco restaurata per rispondere ai segni del tempo che avevano causato problemi strutturali, come infiltrazioni di umidità e danni al tetto. L'intervento - per il progetto dell'architetto Ignazio Ferro che diresse anche i lavori - rese l'ambiente più funzionale, con l'introduzione di un moderno sistema di illuminazione e diffusione acustica, migliorando la fruibilità per i fedeli. Da allora è diventata un vero e proprio punto di riferimento spirituale non solo per i seminaristi, ma per l'intera comunità diocesana.

La Cappella Maggiore del Seminario, inaugurata per la prima volta nel 1933 dall'allora vescovo di Nicotera-Tropea, è stata progettata dall'architetto Giuseppe Momo, in uno stile sobrio e lineare, concepito per accompagnare la preghiera e la meditazione. La sua lunga storia testimonia l'evoluzione degli spazi sacri nel contesto delle riforme liturgiche, mantenendo intatta la centralità dell'Eucaristia e la bellezza spirituale della celebrazione.

Il restauro raccontato da Avvenire di Calabria

«La Cappella Maggiore del Seminario Pio XI si presentava al restauro con una configurazione planimetrica di forma rettangolare, oblunga, ovvero con il lato maggiore molto più lungo di quello minore. A questo tipo di configurazione non si è potuto apportare nessuna altra modifica sostanziale; si è appena corretta la fissità longitudinale allargando lateralmente in corrispondenza del presbiterio. Sicché, planimetricamente, la Cappella si presenta con la configurazione di una croce latina con bracci trasversarli estramamente corti». Iniziava così l'articolo pubblico nelle pagine speciali di Avvenire di Calabria del 12 novembre 2005, che descrive nel dettaglio i particolari legati al restauro e le caratteristiche dell'allora "rinnovata" Cappella Maggiore.



«La copertura - proseguiva l'articolo - è stata rifatta nello stesso stile preesistente. A tetto, con travature raccolte in vista, bellamente decorate che impreziosiscono la veduta d’assieme». «La parete absidale - ancora la descrizione - è il capolavoro del maestro mosaicista (Giampiero Arabia, ndr). Un’opera, tutta paolina, di fattura notevole che richiama miti e leggende. La colonna fumigante su cui Paolo avrebbe posto una candela promettendo di parlare fino alla consumazione di quella. La caduta da cavallo a ricordare il cammino di conversione dell’Ebreo di Tarso. La sua decapitazione, per ricordare il martirio a cui fu sottoposto. Il tutto attorno alla custodia delle Specie eucaristiche».

«Alla fine, che dire?», concludeva l'articolo: «Al di là del fatto artistico, che la bellezza che promana dall’insieme possa accompagnare il cammino dei seminaristi rendendoli più docili e permeabili alla possente voce di Dio che li risuonerà e più fedeli al Mistero pasquale di Gesù di Nazareth che, giornalmente, ripresenteranno nella celebrazione dell’Eucarestia».

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