Avvenire di Calabria

Scuola, l’investimento migliore

L’educazione torni al centro dell’istituzione scolastica, ormai distratta da troppe procedure burocratiche

Davide Imeneo

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Scioperi, contestazioni, precariato, polemiche sull’obbligatorietà dei vaccini, paura per la sicurezza degli edifici (cresciuta dopo la tragedia di Genova), e dati internazionali che mostrano un sistema scolastico italiano 'poco in salute'. Non è certo il miglior biglietto da visita quello con cui si presenta il nuovo anno scolastico che è partito in questi giorni in diverse regioni del nostro Paese e che domani taglierà i nastri di partenza anche in Calabria.

Tra i tanti temi dolenti, quello più infausto – soprattutto per la nostra regione – è quello della dispersione scolastica, che si presenta soprattutto nel passaggio tra medie e superiori. È proprio il Mezzogiorno a far registrare i tassi più alti. Lo ribadisce uno studio dello Svimez, associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, che segnala come al Sud il 18,5% dei ragazzi abbiano abbandonato la scuola dopo aver conseguito al massimo la licenza media, rispetto all’11,3% del Nord e al 10,7% del Centro. Nella nostra regione il dato è cresciuto, e adesso si attesta al 15,7%. Ma perché solo in Italia – e soprattutto nella nostra Calabria – non si è ancora capito che i ragazzi persi dalla scuola e quelli che non arrivano a un livello sufficiente di competenze rappresentano un problema urgente, grave, improcrastinabile? Eppure da anni se ne discute e si indicano possibili soluzioni, ma si continua a sottovalutare la fuga da scuola di un esercito di adolescenti, enfatizzando, invece, altri problemi. Complessivamente, su 100 iscritti alle superiori solo 18 si laureano; il 38% dei diplomati e laureati che restano in Calabria non trovano un lavoro corrispondente al livello degli studi che hanno fatto. 55 miliardi di euro di formazione buttati via, anche se – come fa notare la pedagogista Santerini dell’Università Cattolica di Milano – il problema principale non sono certo solo le risorse, ma lo spreco di vita, speranza e futuro. Dati dai quali emerge una scuola stanca, con enormi disuguaglianze territoriali, cui non si chiede una seria rendicontazione, nella quale si diluiscono tutti i tentativi di distinguere i livelli di impegno, con insegnanti con un’età media troppo alta, presi di mira da famiglie aggressive che difendono i figli anziché responsabilizzarli.

La proposta al governo è assumere un obiettivo politico chiaro: ridurre considerevolmente entro il 2020 la dispersione scolastica: creare subito una cabina di regia al Ministero, potenziare la formazione professionale, monitorare e favorire l’apertura della scuola nel pomeriggio e in estate, formare gli insegnanti alla comprensione del rapporto tra svantaggio sociale e apprendimento, motivare alla conoscenza nell’era di internet, individuare precocemente i segnali di fragilità, dare attenzione alle reti territoriali di extrascuola – molte del mondo cattolico – che in questi decenni hanno sostenuto i bambini, adolescenti e giovani, specie migranti, e offerto seconde opportunità a chi aveva lasciato la scuola.

L’educazione torni al centro dell’istituzione scolastica, ormai distratta da troppe procedure burocratiche per ottenere fondi o iscrizioni, in competizione per scalare graduatorie di eccellenza, e incartata dentro troppe riforme iniziate... e mai concluse. Chissà quando verificheremo se “l’autonomia scolastica” ha davvero generato i frutti che prometteva. I “presidi” sono evoluti in “dirigenti”, non solo di nome, ma anche di fatto: da intellettuali sono diventati manager, molto spesso di se stessi.

Il tasso di dispersione, ancora elevato, dovrebbe svegliare tutti dal sonno/sogno della “scuola– impresa” e ricondurre sulla strada sensata dell’educazione del cuore, della formazione di talenti. Una via col bilancio sempre in perdita, ma col futuro ricco di opportunità: il migliore investimento possibile.

Articoli Correlati