Avvenire di Calabria

Salute mentale: Inc-Rai, 60% italiani ha un disturbo, più del 27% si autoprescrive psicofarmaci

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


Il 60,1% degli italiani convive da anni con uno o più disturbi della sfera psicologica. Ne soffrono di più le donne (65%) e i giovani della Generazione Z (75%, con punte addirittura dell’81% tra le ragazze). A scattare la fotografia è l’Inc Non Profit Lab, il laboratorio dedicato al Terzo Settore di Inc – PR Agency Content First, attraverso la ricerca “L’era del disagio”, realizzata in collaborazione con AstraRicerche tra gli italiani e le Organizzazioni non profit, con il patrocinio di Rai per la sostenibilità-Esg e presentata questa mattina presso la sede Rai di Viale Mazzini alla vigilia della Giornata mondiale della salute mentale che ricorre domani.
Tra i problemi più ricorrenti disturbi del sonno (32%), forme d’ansia (31,9%), stati di apatia (15%), attacchi di panico (12,3%), depressione (11,5%) e disturbi dell’alimentazione (8,2%); un disagio cui gli italiani reagiscono con un preoccupante “fai da te” escludendo medici e specialisti. Alcuni hanno cercato le risorse in sé stessi o hanno ricevuto aiuto da amici e parenti; il 27,6% ha assunto farmaci senza prescrizione; solo il 22,9% si è rivolto al medico generico e il 22,1% ad uno specialista.
Guerra, povertà, inflazione, crisi climatica, emergenze sanitarie le cause del malessere indicate dal 35,1% del campione. A seguire forme di difficoltà a relazionarsi con il mondo, soprattutto per i giovani della Generazione Z; insoddisfazione per i propri percorsi professionali (22,4%, con valori più alti da parte dei Millennials) e reazione a pressioni sociali troppo forti su obiettivi scolastici o sportivi (22,3%); stress da lavoro (troppo pervasivo) o da disoccupazione se non si riesce a trovarlo (46,5%); bullismo e violenza fisica e verbale (42,1%); dipendenza da tecnologie e social media (35,6%); timore di abusi sessuali e violenza di genere (31,1%); mancanza di accesso a servizi sanitari di tipo psicologico e psichiatrico (30,6%); forme di discriminazione come razzismo, omofobia e sessismo (28%).

Fonte: Agensir

Articoli Correlati

Tags: