Avvenire di Calabria

Salute Mentale: i numeri di un’emergenza

La crisi delle risorse professionali e strutturali richiede un piano di intervento urgente per riformare il sistema e garantire un'assistenza integrata e più vicina alle comunità

di Angelo Palmieri *

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Secondo le statistiche più recenti, salgono gli accessi in Pronto Soccorso con diagnosi principale di natura psichiatrica: nel 2022 sono stati 547.477 rispetto ai 479.276 del 2021.

Rimane stabile il numero di persone che hanno usufruito dei servizi psichiatrici territoriali nel 2022: sono stati 776.829 contro i 778.737 del 2021. Numeri ancora lontani dal pre Covid: nel 2019 gli assistiti erano stati 826.465.

Il tasso del personale operante nell’ambito dei Centri di Salute Mentale (CSM) è passato da 0,8 a 0,4 ogni 1.500 abitanti.



Per quanto riguarda le strutture diminuiscono i servizi territoriali e aumentano quelle residenziali.

Scendono ancora i posti letto: l’offerta in degenza ordinaria è di 9,3 ogni 100.000 abitanti maggiorenni rispetto al 9,6 del 2021. Supera i 400 mln la spesa per gli antidepressivi. È quanto emerge dal Rapporto sulla Salute Mentale 2022 del Ministero della Salute.

Il nostro Paese, si colloca fra gli ultimi posti in Europa per quota di spesa sanitaria dedicata, destinandovi circa il 3,4% della spesa sanitaria complessiva di contro ai principali Paesi ad alto reddito che ne dedicano più del 10%. Dato, quello italiano, che stride significativamente con una tendenza in atto evidenziata dall’OMS, secondo la quale, quasi 1 miliardo di persone nel mondo vive con almeno un disturbo mentale. Si stima, inoltre, che la pandemia abbia incrementato di oltre il 25% i disturbi.

Le cifre sopraindicate delineano un quadro delle politiche in materia di salute mentale che potremmo sintetizzare in meno servizi territoriali e più accessi in pronto soccorso e un maggiore consumo di psicofarmaci.

Come alcuni operatori affermano, la progressiva riduzione di risorse professionali ed economiche espone i Servizi ad un rischio di “depauperamento motivazionale” oltre a metterne in crisi efficacia e qualità.

Ma al di là dei dati e delle carenze strutturali e motivazionali, è l'intero orientamento del sistema di tutela della Salute Mentale a presentare elementi ormai obsoleti e non più coerenti rispetto alle reali necessità delle nostre comunità.

Dunque, a mio avviso, si rende necessario un piano di interventi.

In primo luogo è necessaria una ri-configurazione dell’attuale sistema di offerta di servizi e interventi sociosanitari. Ciò dovrebbe avvenire anche mediante soluzioni organizzative che favoriscano una maggiore interconnessione e radicamento dei Servizi con le comunità ed attraverso la definizione di modelli di cura e di residenzialità flessibili e modulari in relazione all’intensità e al carico assistenziale.

In questo senso è molto importante il ruolo di professionalità sanitarie integrate e coordinate a supporto dei medici che siano in grado di garantire la continuità dell'assistenza.


PER APPROFONDIRE: Lavoro e disabilità: l’inclusione possibile con Artinsieme. Ascolta il podcast


In secondo luogo, è necessario dare continuità al lavoro di tipo comunitario del “budget di salute”, già attuato con successo in diverse Regioni, inteso come strumento per l'impiego di risorse con un forte orientamento progettuale e multidimensionale.

In terzo luogo occorre attuare una programmazione delle risorse economiche e professionali con una chiara visione strategica che sia condivisa da tutti i portatori di interesse. In questo senso, è imprescindibile un coordinamento ed una integrazione tra servizi, ma anche tra operatori, utenti, familiari, associazioni, Enti del Terzo Settore, comunità locale. Il tema della salute mentale di fatto non è esplicitamente trattato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), ma una serie di tematiche riportate nella Missione 5 e 6 interpellano anche gli operatori del settore ad una riflessione comune, anche in un’ottica di un più razionale investimento delle risorse.

In ultima analisi è necessario un approfondimento sulle problematiche che riguardano la fascia minorile e adolescenziale, sotto il profilo della prevenzione e interventi precoci a carattere psicologico e psicosociale.

A tal proposito risulta basilare l’approccio comunitario focalizzato sulla promozione della salute e degli stili di vita sani, in una fascia di età in cui ha esordio la prevalenza di disturbi psichici.

Paradigmatica è l’esperienza attuata in alcuni territori dell’educativa di strada come progetto di contenimento del disagio giovanile.



In uno scenario socio-economico e sanitario contraddistinto da una “deflazione delle aspettative”, le patologie psichiatriche sono legate in larga misura ad una serie di incertezze che caratterizzano il nostro vivere in una comunità fragile, precaria, sempre a rischio di estinzione.

L’assistenza e più in generale la presa in carico, nelle sue molteplici ed essenziali declinazioni, torni ad essere quel Prometeo slegato dalle catene, proteso ad affermare la centralità della persona umana nelle sue fragilità da sanare. Nessuno può far finta di niente, “stare male” è un fatto sociale. La psiche ha forti correlati di natura relazionale e politica. Siamo in emergenza.

* sociologo

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