Avvenire di Calabria

Tra le proposte c’è quella di affidare a realtà sociali i servizi di igiene urbana della MetroCity

«Rom 1995»: sette licenziati e poco futuro

Francesco Creazzo

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Il 31 dicembre 2018 la cooperativa Rom 1995 ha effettuato il licenziamento di sette lavoratori a causa del mancato affidamento del servizio di raccolta degli ingombranti da parte di Avr. «Era stata manifestata la volontà di Avr – dichiarano i rappresentanti della cooperativa – di assorbire le unità lavorative precedentemente impiegate nel servizio svolto dalla cooperativa ma è trascorso tutto l’anno 2018 e nulla è accaduto». Una svolta tragica per una realtà ormai storica nella città di Reggio, la cui nascita fu promossa da diverse associazioni ecclesiali con l’obiettivo di integrare la comunità Rom prevedendo percorsi di legalità e avviamento al lavoro, e sposata dall’allora sindaco Italo Falcomatà. Più di vent’anni dopo, sotto il “turno di guardia” del figlio dell’indimenticato sindaco della «Primavera» reggina, l’esperimento di integrazione studiato in tutta Italia sta per spegnersi. Più della metà della forza lavoro è stata licenziata, alla coop resta soltanto il servizio di smaltimento dei rifiuti elettronici: non è sufficiente per mandare avanti una realtà che, per anni, ha servito proficuamente l’intera città.

Il tutto è frutto di oltre 2 anni di odissea: a partire dal 2016, quando il contratto proposto ad Avr da parte dell’amministrazione comunale “dimenticò” di ritagliare uno spazio per le cooperative sociali. Da allora, attraverso mille vicissitudini (che vi raccontiamo nell’articolo accanto alla foto, ndr), sono state diverse le strade tentate per dare un futuro a una realtà virtuosa come quella dei lavoratori delle comunità Rom e Sinti. Ma il triste epilogo, alla fine è giunto: sette persone, impegnate in un percorso di riscatto e legalità, sono state mandate a casa.

Nella tenebra di una situazione drammatica, però, c’è ancora uno spiraglio di luce. È in corso di definizione, con l’amministrazione comunale, un progetto che prevede la realizzazione di un “Centro del riuso”, una struttura dove trasformare gli oggetti scartati in nuovi prodotti, finanziato con fondi comunitari. Un’idea che implicherebbe la trasformazione della sede della cooperativa per far spazio a laboratori di falegnameria, tapezzeria e restauro. Il progetto del centro, però, non è ancora partito per lungaggini burocra- tiche e impedimenti che preoccupano molto i vertici della coop reggina.

L’altra speranza per il futuro è rappresentata dalla delibera consigliera comunale del Pd Paola Serranò che è stata votata all’unanimità dall’assise cittadina: il documento prevede che, quando sarà pronta la nuova isola ecologica a Ravagnese, una delle due aree cittadine deputate allo smaltimento degli ingombranti sia assegnata a cooperative sociali di tipo B, che il servizio per il conferimento dei rifiuti elettronici sia sempre affidato alle cooperative sociali e, infine, che la recentemente costituita Ato che gestirà l’igiene urbana in tutto il territorio della Città Metropolitana, deleghi alcune delle sue molteplici attività agli stessi soggetti sociali.

Un bagliore di speranza in un futuro ancora lontano, per i lavoratori di Rom 1995. Ma, nel frattempo, toccherà pagare le bollette e far quadrare i conti, cosa non facile per chi ha perso, dopo vent’anni, il lavoro di una vita.

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