Avvenire di Calabria

Un laboratorio di cucito e di speranza al carcere di Siano grazie alla collaborazione con la Crivop Italia

Quaranta metri di stoffa per un futuro diverso

Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Nel carcere di Catanzaro si cuce. Borse, bambole, e, in tempi di Covid, per ovvie necessità, mascherine. Il laboratorio di sartoria è nato da un’attenta attività di ascolto dei desideri dei detenuti, con lo scopo di avviare un profondo percorso di rinnovamento interiore. Le pene, d’altronde, devono tendere alla rieducazione, secondo l’articolo 27 della Costituzione.

La direttrice Angela Paravati racconta: “Ho sempre cercato di capire cosa queste persone sarebbero state liete di imparare, perché la rieducazione passa principalmente dallo studio e dalla formazione professionale, premesse indispensabili per svolgere un lavoro onesto una volta fuori dal carcere. È stato possibile cogliere un input dato da una persona che ha dimostrato di tenere davvero all’opportunità che gli è stata data e di meritare fiducia. Questo detenuto non sapeva cucire quando è entrato in istituto, ma desiderava tanto avere una macchina per imparare a farlo. E così, da autodidatta, è riuscito a creare lavori di sartoria gradualmente sempre più curati, suscitando l’interesse dei compagni e dei volontari”.

In questi percorsi fondamentale è l’apporto dei volontari, il cui ingresso però nel 2020 è stato precluso, a tutela della salute dei detenuti, a causa dell’emergenza epidemiologica.

Però per chi vuole dimostrare una presenza in altro modo la possibilità c’è. Così pochi giorni fa due volontarie calabresi della Crivop Italia, Vittoria Costantino e Rosaria Vona hanno consegnato al carcere di Catanzaro quaranta metri di stoffa, materia prima indispensabile per cucire le mascherine. “Un sentito ringraziamento va a Michele Recupero, presidente della Crivop Italia, che da oltre due anni collabora attivamente con il nostro istituto, dimostrando una grande sensibilità verso una realtà difficile” ha concluso la direttrice Paravati.

Articoli Correlati

«I volti di donna» al carcere di Catanzaro per l’8 marzo

I disegni particolarmente curati sono opera di Michele, detenuto autodidatta. Sono stati esposti nel percorso che all’interno della Casa Circondariale di Siano porta verso la sala teatro. Lavori resi possibile grazie anche all’associazione Universo Minori

Il presepe in carcere durante la pandemia

Sesta edizione del concorso “Il Messaggio dei Presepi”, la cui premiazione si è svolta in una cerimonia “a distanza” organizzata dall’istituzione in collaborazione con l’associazione Consolidal Ets, presieduta dall’architetto Teresa Gualtieri