Avvenire di Calabria

Il 17 luglio è attesa la pronuncia del Tar sul ricorso presentato contro l'esclusione dal procedimento di accreditamento decretato dalla Regione

Psichiatria a Reggio Calabria, cinque strutture verso la chiusura: a rischio il servizio e 80 posti di lavoro

Doppia la preoccupazione del Forum Terzo Settore manifestata attraverso una dura presa di posizione

di Redazione Web

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A Reggio Calabria, la situazione delle strutture psichiatriche sembra essere giunta ad un punto di non ritorno. Doppia la preoccupazione del Forum Terzo Settore manifestata attraverso una dura nota stampa: «a rischio il servizio e i posti di lavoro».

Psichiatria a Reggio Calabria, la denuncia del Forum Terzo Settore

«Che viviamo in una terra in cui tutto può succedere, in bene o in male, lo sappiamo perfettamente. Che per avere la garanzia dei diritti costituzionali, come la tutela della salute, il lavoro ecc., bisogna sudare e combattere giorno dopo giorno contro una burocrazia amministrativa rappresentata da una classe politica assente ed una dirigenziale in pochissimi casi preparata ma poco seria, ne siamo amaramente consapevoli e oggi ne prendiamo ancora una volta atto».


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Sono parole cariche di amarezza quelle che riassumono «il percorso che ha visto il Terzo Settore e Legacoop Calabria partecipare al tavolo prefettizio all’uopo costituito al fine di addivenire ad una soluzione che avesse consentito di salvare cinque strutture psichiatriche che da oltre 30 anni offrono servizi sanitari nella provincia reggina, rispondendo ad un fabbisogno territoriale enorme. Territorio depauperato nel tempo di tanti servizi sanitari e che ora perderà anche questi».

Futuro in bilico: il 17 luglio l'attesa udienza del TAR

L'epilogo di questa vicenda, spiega la nota del Forum, potrebbe giungere il 17 luglio, quando il TAR si pronuncerà sul ricorso presentato dalle cinque strutture residenziali psichiatriche contro la loro esclusione dal procedimento di accreditamento decretato dalla Regione Calabria.


PER APPROFONDIRE: Strutture psichiatriche, il prefetto Vaccaro convoca un tavolo con sindacati e lavoratori


«Una storia svoltasi in un teatrino dell’assurdo, in cui la Regione Calabria ed in particolare la struttura commissariale ed il dipartimento tutela della salute, non è riuscita a tenere fede nemmeno a quanto da essa stessa proposto, conducendo un gioco fatto di omissioni e rimandi. Il tutto in primis a danno dei pazienti, dei loro familiari e di chi da oltre 30 anni operano nel settore con responsabilità e professionalità cercando di garantire un’assistenza dignitosa e civile a dei soggetti fragili, abbandonati dalle istituzioni», a detta ancora del Forum Terzo Settore.

Una vicenda che va avanti da 9 anni

«La storia è oramai abbastanza nota». Il blocco dei ricoveri nelle strutture psichiatriche («che peraltro ancora sono a gestione pubblica»), in vigore da nove anni nell'ASP di Reggio Calabria, ha lasciato molti pazienti senza assistenza, con un conseguente aumento dei ricoveri in altre province e regioni. «Sono più di 900 i pazienti calabresi ricoverati in altre regioni, ulteriori centinaia di pazienti del reggino costretti a spostarsi in altre province (Catanzaro, Cosenza). Dati inconfutabili, questi, in quanto esplicitati nei documenti ufficiali della programmazione sanitaria di ASP e Regione».

A tal proposito, prosegue la nota del Terzo Settore: «Ci avevamo creduto già dal 2015 quando la Regione Calabria stabiliva - programmando un apposito percorso per le strutture residenziali psichiatriche sorte nella provincia di Reggio Calabria al finire degli anni novanta a seguito della chiusura dell’ ospedale psichiatrico di Reggio Calabria, indicava loro di transitare dal regime a gestione mista (pubblico - privato sociale) verso la nuova configurazione di strutture accreditate in capo alla cooperativa sociale che già gestiva il servizio di riabilitazione. Nonostante gli ingenti investimenti compiuti dalle cooperative per gli adeguamenti richiesti, le inerzie dell’ente pubblico (o altri indicibili interessi) posero in stallo la procedura. Fino al 2022, anno in cui si decide di escludere cinque strutture psichiatriche residenziali, contravvenendo in toto a quanto in precedenza stabilito».

«Tante promesse, ma nessuna realmente concretizzatasi»

«Tante, da allora, le promesse di correggere il tiro espresse e spudoratamente tradite». Nel dicembre 2023, le cooperative, ormai allo stremo, hanno avviato le procedure di licenziamento, portando alla convocazione di un “Tavolo di raffreddamento” presso la Prefettura. Qui, Regione e ASP hanno proposto di trasformare le strutture in altre tipologie, come RSA e RD, «ambiti in cui, a loro dire, vi è un fabbisogno elevato». Una soluzione accettata con riserva dalle cooperative a condizione di avere tempi e modalità sostenibili per mantenere l'attività e i posti di lavoro. Tuttavia, «nel balletto dei rimandi, dei se e dei ma, abbiamo appreso solo pochi giorni fa che il percorso proposto non potrà aver luogo», fa sapere oggi il Forum Terzo Settore.


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Da qui l'amarezza e la forte presa di posizione: «Ancora una volta, siamo costretti a denunciare pubblicamente l’inefficienza del sistema sanitario chiedendo al Commissario alla Salute e Presidente della Regione Calabria, onorevole Roberto Occhiuto, di intervenire personalmente per mettere fine a questa ipocrita trattativa, individuando la soluzione a garantire la continuità assistenziale e lavorativa».

Le cooperative che gestiscono le cinque strutture residenziali psichiatriche «sono ormai giunte allo stremo». Anche un’eventuale sentenza favorevole del TAR potrebbe non essere sufficiente ad evitarne la chiusura «qualora non dovesse prevedere il ripristino immediato di condizioni accettabili».

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