Avvenire di Calabria

Protocollo d’intesa tra il Garante regionale e l’Aiga

Una nuova sinergia a sostegno dei diritti delle persone detenute

di Redazione Web

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«Promuovere percorsi di cambiamento del sistema penitenziario»

Nei giorni scorsi presso il T Hotel di Lamezia Terme si è svolto l’incontro tra il Garante dei diritti delle persone detenute della Regione Calabria, avvocato Luca Muglia e la Coordinatrice regionale Aiga Calabria, avvocato Annunziata Giada Stilo ed il suo ufficio di coordinamento.


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All’esito dell'’incontro è stato sancito e sottoscritto un Protocollo d’intesa tra i due uffici. Presente, altresì, il Coordinatore Area sud di Aiga nazionale, avvocato Luigi Bartolomeo Terzo.

Così il Garante regionale Muglia: «le finalità di cui alla legge regionale n. 1 2018, che disciplinano le funzioni di questa Autorità di garanzia, ben si coniugano con gli obiettivi di Aiga (Associazione Italiana Giovani Avvocati), che ha mostrato particolare sensibilità ed attenzione per le problematiche che affliggono il sistema penitenziario».

La Coordinatrice Stilo ha ricordato come Aiga, per il tramite dell’Onac (Osservatorio Nazionale Carceri dell’Aiga), persegue l’obiettivo di monitorare la situazione delle carceri italiane. E sensibilizzare l’opinione pubblica e il legislatore sull’importanza di una riforma dell’ordinamento penitenziario. Per tali ragioni il Garante regionale e Aiga Calabria hanno inteso sviluppare una collaborazione sui terreni di interesse comune, nell’ambito delle reciproche competenze ed autonomie. Per riconoscere ed assicurare alle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale il pieno rispetto dei diritti costituzionalmente riconosciuti.


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Entrambe le parti si sono dette «particolarmente felici di questa sinergia, che porterà ad un proficuo dialogo. E ad una rete di informazione volta a monitorare la realtà carceraria calabrese, al fine di evidenziare le criticità così da poter contribuire alla promozione di soluzioni e percorsi di cambiamento dell’attuale sistema penitenziario. In ossequio al senso di umanità e alla funzione rieducativa della pena».

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