Avvenire di Calabria

Il direttore del Museo Archeologico di Reggio Calabria fa il punto su due importanti interventi ancora in corso

Piazza Garibaldi e Piazza De Nava, un “nuovo” volto per Reggio Calabria: «Ecco a che punto siamo»

Sudano è anche il direttore scientifico degli scavi di Piazza Garibaldi: «Quell'area, un biglietto da visita per turisti e visitatori della città»

di Francesco Chindemi

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I lavori a Piazza Garibaldi e Piazza De Nava sono due progetti di riqualificazione destinati a cambiare il volto di Reggio Calabria. Fabrizio Sudano, direttore del Museo Archeologico e responsabile scientifico degli scavi di Piazza Garibaldi, spiega perché.

Quali sono le novità più importanti che riguardano Piazza De Nava?

Piazza De Nava è uno dei due progetti, insieme a piazza Garibaldi, sul quale ho iniziato a lavorare da Sovrintendente. Sarà consegnata alla città entro la fine dell’anno. La riqualificazione restituirà uno spazio fondamentale alla cittadinanza.


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Un primo assaggio l’abbiamo sabato di festa con il passaggio dell’Effigie della Madonna della Consolazione davanti al Museo, resa possibile dall’apertura della strada.

Cosa comporterà la riqualificazione?

L’auspicio è che questo spazio diventi parte integrante dell’offerta culturale della città. Piazza De Nava si presta a ospitare eventi all’aperto. Consentirebbe al Museo che conta di spazi limitati potersi aprire davvero alla città. Abbiamo già in mente una programmazione. L’ambizione è che possa avere ricadute positive per il territorio, con il coinvolgimento di tutti gli attori del territorio.

A Piazza Garibaldi, invece, a che punto è la campagna di scavi?

Dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno con il completamento del restauro delle strutture e la sistemazione dell’area in vista della fruizione collettiva.


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I lavori riprenderanno a breve dopo una breve sospensione, e l’obiettivo è completare l’intervento archeologico e la sistemazione dell’area entro la scadenza prevista.

Cosa è emerso di così importante da questi scavi?

L’elemento più rilevante è sicuramente il tempio su podio di età imperiale risalente tra il I secolo a.C e il I secolo d.C. Questo tipo di struttura, che possiamo trovare in molti siti archeologici simili, presenta uno zoccolo e un podio che sorreggevano il tempio vero e proprio e conserva una parte della scalinata. Anche se sono rimasti solo alcuni frammenti, grazie allo studio di questi elementi possiamo ricostruire la storia della struttura e il contesto in cui si trovava: una grande area sacra rimasta tale almeno fino al III secolo.

Cos’altro è venuto fuori?

Abbiamo rinvenuto una serie di strutture che raccontano diverse epoche della città. Si tratta di muretti, vasche e cisterne, che suggeriscono un’attività artigianale risalente al periodo tardoantico e medievale. Inoltre, sono state trovate tracce di canali di scolo più recenti, che portavano l’acqua verso il mare.

Come sarà valorizzato questo patrimonio archeologico?

La piazza sarà dotata di una balaustra e passerelle per permettere l’osservazione degli scavi. Si pensava che l’area, inizialmente destinata a parcheggio, fosse priva di interesse, ma abbiamo recuperato uno spazio monumentale e culturale di altissimo livello che darà il benvenuto ai visitatori che arriveranno in treno, considerata la vicinanza alla stazione centrale.

Qual è il ruolo del Museo in questo contesto?

Nel nuovo allestimento, che sarà completato entro il 2026 con fondi PNRR, dedicheremo uno spazio specifico agli scavi di Piazza Garibaldi. Sarà un’opportunità per raccontare la storia del tempio e dell’area circostante.


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Inoltre, non escludiamo di organizzare una mostra interamente dedicata agli scavi di Piazza Garibaldi, per offrire ai visitatori una panoramica completa delle scoperte fatte e dell’importanza di quest’area nel contesto storico di Reghium Julii.

Quali sono le prospettive e le possibili ricadute per il territorio?

Come direttore scientifico, mi aspetto che il comune riqualifichi l’area circostante che dovrà inglobare gli scavi, valorizzandoli come prima tappa di un itinerario archeologico culturale che coinvolga anche gli altri siti di interesse delle città e quindi si concluda al Museo Archeologico. Sarebbe un biglietto da visita straordinario per chi verrà a visitare Reggio Calabria. 

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