Avvenire di Calabria

Parlamento Ue: prostituzione in Europa, “politiche efficaci contro la povertà. Creare programmi di uscita”

di Redazione Web

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Nel documento sulla prostituzione, approvato oggi dall’Europarlamento, non mancano paragrafi equivoci e silenzi preoccupanti. I deputati chiedono giustamente sostegno e cooperazione con la polizia e altre forze dell’ordine, i servizi sociali e medici e le Ong “per affrontare la tratta e lo sfruttamento sessuale” e “proteggere le donne nella prostituzione”. Quasi che essa debba ritenersi una attività scontata. “Il peggioramento della situazione sociale ed economica […] hanno aumentato tutte le forme di abuso e violenza nei confronti delle donne – affermano i deputati –, compreso lo sfruttamento sessuale”.

I deputati chiedono pertanto “politiche efficaci contro la povertà, un miglioramento della protezione sociale, la riduzione dell’abbandono scolastico, la promozione dell’istruzione e l’istituzione di politiche inclusive che sostengano l’emancipazione delle donne e l’indipendenza economica, insieme a misure che condannano coloro che le sfruttano”.

Le persone in prostituzione “affrontano la costante minaccia di persecuzione della polizia e della giustizia, e sono emarginate e stigmatizzate”, si osserva nella risoluzione. I deputati chiedono un “accesso pieno” a servizi sanitari e sociali di alta qualità, nonché al sistema giudiziario e a percorsi di uscita dalla prostituzione. Maria Noichl, eurodeputata tedesca, relatrice del testo, ha dichiarato: “oggi il Parlamento dà voce alle persone, e in particolare alle donne, che sono state tradizionalmente trascurate, emarginate e stigmatizzate nelle nostre società. Siamo accanto a coloro che hanno messo in guardia per molto tempo sulla realtà della prostituzione. Questo rapporto illustra le ragioni per cui la grande maggioranza delle persone finisce nella prostituzione e mette in evidenza la strada da seguire: creare programmi di uscita e alternative, eliminare la povertà e l’esclusione sociale, smantellare gli stereotipi e le disuguaglianze e ridurre la domanda affrontando gli ‘acquirenti’”.

Fonte: Agensir

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