Avvenire di Calabria

Papa a Trieste: volti e voci dopo la messa. “Bello quando ha parlato di fede inquieta”. Fra i temi segnalati migranti e speranza

di Redazione Web

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(Trieste) “Mi è piaciuto quando il Papa ha parlato della fede inquieta”: Jacopo, 21 anni, studente, è arrivato a Trieste da Feletto Umberto, frazione di Tavagnacco, con il gruppo giovani della parrocchia. Volti sorridenti, apparentemente soddisfatti al termine della messa celebrata da Papa Bergoglio in piazza Unità d’Italia al termine della Settimana sociale. Desiré, sollecitata a sua volta dalle domande del giornalista sulla giornata vissuta nel capoluogo giuliano, afferma: “A me ha colpito quando il Papa ha detto della fede che non si scandalizza” davanti ai mali del mondo. “Serve – osserva – una fede non scontata, propositiva”. Dello stesso gruppo è Luca: “Il silenzio, ho notato il silenzio durante alcuni momenti della messa. Eppure siamo qui in tanti”.
Roberta è venuta con il marito: sorridono. “Francesco ha parlato molto dei migranti, ha fatto bene, non si può essere credenti e non essere accoglienti”.

Suor Luigina ringrazia, attraverso il Sir, lo stesso Papa Francesco perché “ha parlato di conciliazione, di unità dei popoli. Come cristiani non dobbiamo solo pregare, che è giustissimo, ma dobbiamo ‘essere’, testimoniare”. La religiosa orsolina conclude: “Bisogna avere speranza. C’è bisogno di speranza”. Vicino a lei c’è la piccola Ingrid, scuole medie, rossa in viso: “Mi è piaciuto come ha parlato il Papa”. Bergoglio promosso!

Fonte: Agensir

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