Avvenire di Calabria

Oggi la Chiesa celebra a solennità dei due santi: nonostante diversi percorsi, accomunati dal martirio e non solo

Pietro e Paolo, carismi diversi per un’unica causa: edificare la Chiesa di Cristo

La memoria liturgica per Reggio Calabria assume un valore particolare: a Paolo infatti è attribuita la fondazione della Chiesa reggina

di Redazione Web

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Cattolica e apostolica (oltre che una e santa): così la Chiesa è chiamata a essere ancora oggi nel XXI secolo, a duemila anni dalla vicenda di Gesù e dei Dodici. Con lo sguardo al fondamento, ma anche con il cuore aperto al mondo: è l'eredità consegnata ai credenti di tutte le generazioni dai santi Pietro e Paolo, ricordati oggi dalla liturgia.

La memoria liturgica dei Santi Pietro e Paolo per Reggio Calabria assume un valore particolare. Fu, infatti, l'Apostolo delle Genti - Paolo appunto - a fondare la Chiesa reggina come viene narrato dagli Atti degli Apostoli: da lì iniziò la storia ecclesiale sullo Stretto.

Pietro e Paolo, missioni diverse per un'unica causa

Fin dall’inizio la tradizione cristiana ha considerato Pietro e Paolo inseparabili l’uno dall’altro, anche se ebbero ciascuno una missione diversa da compiere: Pietro per primo confessò la fede in Cristo, Paolo ottenne in dono di poterne approfondire la ricchezza.


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Pietro fondò la prima comunità dei cristiani provenienti dal popolo eletto, Paolo divenne l’apostolo dei pagani. Con carismi diversi operarono per un'unica causa: la costruzione della Chiesa di Cristo.

Nell’Ufficio delle Letture, la liturgia offre alla meditazione - nella solennità dei Santi Pietro e Paolo - il noto testo di sant’Agostino: «Un solo giorno è consacrato alla festa dei due apostoli. Ma anch’essi erano una cosa sola. Benché siano stati martirizzati in giorni diversi, erano una cosa sola. Pietro precedette, Paolo seguì... Celebriamo perciò questo giorno di festa, consacrato per noi dal sangue degli apostoli» (Disc. 295, 7.8). E san Leone Magno commenta: "Dei loro meriti e delle loro virtù, superiori a quanto si possa dire, nulla dobbiamo pensare che li opponga, nulla che li divida, perché l’elezione li ha resi pari, la fatica simili e la fine uguali" (In natali apostol., 69, 6-7).

Un modo nuovo e autentico di essere "fratelli"

Per quanto umanamente diversi l’uno dall’altro, e benché il rapporto tra di loro non fosse esente da tensioni, Pietro e Paolo appaiono dunque come concretizzazione di un modo nuovo e autentico di essere fratelli, reso possibile dal Vangelo di Gesù Cristo.  

Pietro, scelto da Cristo a fondamento dell'edificio ecclesiale, clavigero del Regno dei cieli (Mt 16, 13-19), pastore del gregge santo (Gv 21, 15-17), confermatore dei fratelli (Lc 22, 32), è nella sua persona e nei suoi successori il segno visibile dell'unità e della comunione nella fede e nella carità.


PER APPROFONDIRE: Reggio e il prodigio della colonna di San Paolo, un antica tela lo racconta


Paolo, cooptato nel collegio apostolico dal Cristo stesso sulla via di Damasco (At 9, 1-16), strumento eletto per portare il suo nome davanti ai popoli (At 9,15), è il più grande missionario di tutti i tempi, l'avvocato dei pagani, l'apostolo delle genti, colui che insieme a Pietro fa risuonare il messaggio evangelico nel mondo mediterraneo. Entrambi gli apostoli "sigillarono con il loro martirio a Roma, verso l'anno 67, la loro testimonianza al Maestro.

L'apostolo Paolo e il legame con Reggio Calabria

Alla figura di San Paolo si attribuisce, il 21 maggio dell’anno 61 d.C., la prima predicazione del Vangelo e la costruzione della comunità cristiana in Calabria, che l’Apostolo pose sotto la guida di Santo Stefano da Nicea, primo vescovo di Reggio, prima di ripartire per Pozzuoli.

Lo sbarco del Santo sulle rive calabresi dello Stretto è narrato negli Atti degli Apostoli (28, 11-13): «approdammo a Siracusa, dove rimanemmo tre giorni e di qui, costeggiando, giungemmo a Reggio». Secondo un’antichissima tradizione, l’approdo di Paolo a Reggio sulla spiaggia antistante il Lungomare, all’altezza del molo di Porto Salvo detto “Cippo“, avvenne un giorno in cui vi si svolgeva la festa in onore di Diana Fascelide. L'apostolo ottenne di parlare alla popolazione pagana lì intervenuta, a patto, però, che il tempo della predicazione durasse quanto la fiamma di una lucerna posta su una colonna.


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La fiamma non si consumò, anzi fece ardere perfino la colonna di pietra, permettendo di avere la luce fino al mattino e al santo di operare la conversione degli abitanti presenti. Un miracolo! Sul solco di un’interpretazione condivisa, la luce esprime simbolicamente la Rivelazione del Signore, mentre il fatto che abbia potuto ardere perfino una colonna di pietra, sta ad indicare la forza e l’efficacia della Parola di sciogliere anche i cuori più duri all’ascolto.

Per tutti questi motivi, San Paolo è considerato fondatore della Chiesa reggina e  padre nella fede dei cristiani di CalabriaDa Giovanni Paolo II è stato proclamato, nel 1980,  Patrono principale dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria.

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