Avvenire di Calabria

Viaggiavano a bordo di una imbarcazione a vela soccorsa dalla Guardia costiera a 80 miglia dalla costa calabrese

Roccella Jonica, ad un mese dal drammatico naufragio accolti 76 profughi

Ci sono anche diversi bambini minorenni, la Prefettura: «I migranti hanno dichiarato di provenire da Iran e Iraq»

di Redazione Web

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Un nuovo sbarco si è registrato la scorsa notte a Roccella Jonica. Un gruppo di migranti che si trovava a bordo di una imbarcazione a vela è stato soccorso in mare, per poi essere accolto sulla sponda calabrese.

Roccella Jonica, ad un mese dal naufragio accolte 76 persone

È il primo significativo sbarco che si registra a Roccella Jonica a circa un mese di distanza dalla tragedia consumata al largo delle località della Locride. Un naufragio, fra corpi recuperati a persone ancora disperse, costato la vita a circa 70 persone.


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Sono in tutto 76, invece, le persone questa volta giunte sane e salve al porto calabrese. Sono state tratte in salvo la notte scorsa a circa 80 miglia dalla costa dagli uomini della capitaneria di porto. La loro imbarcazione, a vela come quella naufragata il 17 giugno scorso, è stata intercettata e soccorsa dalla motovedetta CP 305.


PER APPROFONDIRE: «Naufragio anonimo e invisibile», i vescovi calabresi intervengono sulla tragedia di Roccella


Completate le operazioni in mare, l'imbarcazione della Guardia Costiera è giunta al porto di Roccella intorno all'1:30. Delle 76 persone che si trovavano a bordo del natante, intercettato sulla rotta balcanica, 59 sono uomini, 8 donne e 9 minori. A coordinare l'attività di accoglienza è stata la Prefettura secondo la quale i migranti tratti in salvo hanno dichiarato di essere partiti chi dall'Iran chi dall'Iraq.

Rotta balcanica, le modalità "poco sicure" di viaggio

Con quest'ultimo sbarco Roccella Jonica si conferma porta d'accesso in Europa dalla rotta balcanica. Le modalità di trasporto sono quasi sempre le stesse. Dopo aver compiuto un lungo viaggio a piedi o con automezzi dai rispettivi paesi di provenienza, i profughi - solitamente in Turchia - vengono imbarcati su imbarcazioni a vela.


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Una modalità per sfuggire ai controlli che non sempre si rivela la migliore, mettendo a rischio la sicurezza di quanti sperano di trovare un futuro migliore lontano dalla propria terra. Le tragedie, prima di Cutro nel 2023 e quella più recente proprio al largo di Roccella Jonica, purtroppo lo dimostrano.

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