Avvenire di Calabria

Provengono dall'hotspot dell'isola siciliana, 150 persone saranno accolte e temporaneamente ospitate presso il centro accoglienza del quartiere Gallico

Da Lampedusa a Reggio, altri 500 migranti accolti in Calabria

Intanto la polizia ha arrestato i presunti scafisti dell'imbarcazione su cui viaggiava il piccolo naufrago di 4 anni la cui salma è stata accolta una settimana fa

di Redazione Web

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Il porto di Reggio Calabria ha accolto altri 500 migranti provenienti dall'hotspot di Lampedusa. Questa mattina in riva allo Stretto ha approdato la nave "Cassiopea" della Marina militare a bordo del quale hanno viaggiato nelle ultime ore.

Un nuovo sbarco di migranti a Reggio Calabria

Già nella giornata di ieri si era messa in moto la macchina dell'accoglienza di cui fanno parte anche i volontari del Coordinamento diocesano sbarchi. Come preannunciato dalla prefettura di Reggio Calabria, la nave "Cassiopea" ha attraccato attorno alle 7 al molo di ponente.


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La stessa prefettura coordina le operazioni di sbarco e accoglienza. Tra i 500 migranti, ci sono anche 8 minori accompagnati e alcune donne incinte. Proprio una di queste è stata accompagnata in ospedale per essere sottoposta ad alcuni controlli.

Sul totale dei migranti, per 150 di essi è prevista l'identificazione a Reggio Calabria da parte della polizia. Concluse le operazioni, saranno scortati fino al centro di prima accoglienza allestito a Gallico, nella periferia nord di Reggio, nella scuola "Boccioni".

Gli altri 350 sono stati già foto-segnalati a Lampedusa per cui in giornata saranno trasferiti in altre regioni, secondo il riparto stabilito dal ministero dell'Interno.

Una settimana fa, lo sbarco della salma del piccolo naufrago

Poco meno di una settimana fa, al porto di Reggio Calabria c'era stato un altro consistente arrivo di migranti. Insieme agli oltre 500 passeggeri della nave "Dattilo" della Guardia costiera, c'era anche la salma di un bambino di appena 4 anni morto a causa del naufragio del barchino sul quale viaggiava insieme alla madre e ad altre persone, tratte in salvo dagli stessi militari della Guardia costiera durante il trasferimento di altri immigrati dall'hotspot di Lampedusa al porto reggino.

Il piccolo purtroppo non ce l'ha fatta, così come altre persone i cui corpi sono stati inghiottiti dal mare. Alla memoria del piccolo, ma anche di tutte le altre vittime dei "viaggi della speranza", i volontari del coordinamento sbarchi hanno voluto dedicare un momento di preghiera la sera stessa, presso l'obitorio del Gom di Reggio Calabria, dove riposa attualmente il piccolo naufrago.

Chi sono i due presunti scafisti

Proprio in queste ore gli agenti della Squadra mobile della polizia di Reggio Calabria ha arrestato i 2 presunti scafisti dell'imbarcazione di migranti che il 12 luglio scorso si è ribaltata al largo di Lampedusa provocando alcuni dispersi, oltre alla morte del bambino di 4 anni.

I presunti scafisti sono due giovani della Sierra Leone, di 20 e 19 anni, accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte come conseguenza dello stesso reato. Nei confronti dei due, il gip ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e del sostituto Federico Sardegna.

Le indagini e le testimonianze dei sopravvissuti

Già il 13 luglio, in base alle indagini condotte dalla squadra mobile di Reggio Calabria diretta da Alfonso Iadevaia, la Procura aveva disposto il fermo del presunto scafista ventenne arrivato a Reggio Calabria con la nave "Dattilo". Il provvedimento è stato quindi convalidato dal gip che ha disposto l'ordinanza di arresto anche per l'altro giovane, eseguito dalla squadra mobile di Agrigento a Lampedusa dove l'indagato era stato fatto scendere per motivi sanitari.


PER APPROFONDIRE: Reggio Calabria, una preghiera per il piccolo naufrago e tutte le vittime del mare


Secondo quanto raccontato dai migranti agli investigatori della squadra mobile, la piccola imbarcazione condotta dai due soggetti arrestati era partita l'11 luglio dalla città di Sfax, in Tunisia. Dopo una giornata di navigazione, a causa del peggioramento delle condizioni meteo marine, i migranti avevano chiesto soccorso ad un peschereccio, ma nel tentativo di trasbordare, la loro imbarcazione si era ribaltata causando la morte del bambino e la scomparsa di altre 7 persone, 3 adulti ed altri 4 minori.

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