Avvenire di Calabria

Una toccante cerimonia si è svolta alla presenza delle autorità locali e di tanti volontari che si occupano di accoglienza

Naufragio di Roccella Jonica: 21 vittime sepolte nel cimitero dei migranti di Armo

L'arcivescovo metropolita di Reggio Calabria - Bova Morrone ha guidato la preghiera interreligiosa insieme al responsabile della comunità islamica Elmazi

di Redazione Web

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Si è tenuta al cimitero dei migranti di Armo a Reggio Calabria la cerimonia di inumazione di 21 salme senza nome, vittime del drammatico naufragio avvenuto lo scorso giugno al largo di Roccella Jonica.

Naufragio di Roccella Jonica: 21 vittime al cimitero dei migranti di Armo

Tra le 21 salme delle vittime del naufragio di Roccella Jonica del 17 giugno, oggi sepolte nel cimitero dei migranti di Armo, vi sono 8 bambini e intere famiglie, identificate tramite DNA ma ancora senza nome. La scorsa settimana, altri 13 corpi sono stati trasportati con un aereo militare iracheno dall'aeroporto di Reggio Calabria.

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La cerimonia è stata accompagnata da un momento di preghiera interreligiosa e raccoglimento, guidato dall’arcivescovo di Reggio Calabria - Bova, monsignor Fortunato Morrone, presidente della Conferenza episcopale calabra e accompagnata da Hassan Elmazi, responsabile del centro culturale islamico di Reggio Calabria e don Rigobert Elangui, direttore dell'Ufficio Migrantes della diocesi Locri-Gerace.

Le autorità presenti

Tra i partecipanti alla cerimonia vi erano il prefetto di Reggio Calabria Clara Vaccaro, il vicesindaco Paolo Brunetti, il vicesindaco di Roccella Jonica Francesco Scali, i consiglieri comunali reggini Giuseppe Marino e Franco Barreca, il funzionario responsabile dell'Ufficio Cimiteri Giancarlo Cutrupi, e numerosi volontari delle associazioni, del coordinamento sbarchi reggino e delle Caritas reggina e locrese.


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«Abbiamo condiviso la necessità e il dovere di dare una sepoltura a queste persone che purtroppo non sono riuscite a raggiungere in vita le nostre coste. Credo che il momento più bello di questa giornata sia stato l'incontro di queste due preghiere, due mondi che sembrano così lontani ma che poi alla fine sanno ritrovarsi, anche se di fronte a tragedie simili», ha detto il prefetto Clara Vaccaro.

Le riflessioni

Per Hassan Elmazi, responsabile del centro culturale islamico di Reggio Calabria, fondamentale è rinnovare un appello alle autorità e ai governanti di tutto il mondo: «Servono leggi efficaci sull'immigrazione, altrimenti continueremo a piangere e a pregare su altri morti».


PER APPROFONDIRE: Dodici salme del naufragio di Roccella tornano in patria, Caritas Reggio Calabria: «Preghiamo per tutte le vittime del mare»


Dello stesso avviso don Rigobert Elangui, direttore dell'Ufficio Migrantes della diocesi Locri-Gerace: «Quello migratorio è un fenomeno che va vissuto in termini di responsabilità condivisa. I soccorritori fanno quello che possono fare; a Roccella ho visto che si sono impegnati, ma non possono fare altro. La Chiesa fa quello che può, le cooperative e le associazioni altrettanto. Il Papa ha sempre condiviso il suo pensiero, ma il problema è globale, va affrontato da tutte le nazioni».

«L'altro non è una "minaccia per me". È su questo aspetto che noi dovremmo riflettere», ha affermato, invece, monsignor Morrone. «La migrazione - ha ricordato l'arcivescovo di Reggio Calabria - Bova - è nella dinamica dell'uomo. Dobbiamo scrollarci dalla logica che l'altro ci minaccia. L'altro può essere per noi una risorsa», ha detto ancora il presidente dei vescovi calabresi che, in questa prospettiva, ha rinnovato il concetto di «un Mediterraneo come un luogo di scambi interculturali, per noi un luogo cattolico, cioè universale e aperto a tutti».

Degna sepoltura per le vittime del naufragio di Roccella, grazie alla sinergia tra istituzioni, Chiesa e associazioni

Paolo Brunetti, vicesindaco di Reggio Calabria, si è soffermato sull'azione sinergica che ha consentito la degna sepoltura di quest'oggi: «Dopo tempo sono stati definiti tutti gli atti burocratici e amministrativi necessari - grazie alla sinergia tra tutte le istituzioni, Prefettura, diocesi, comunità islamica e associazioni di volontariato, che si sono prodigate, abbiamo garantito una degna sepoltura a queste persone, ennesime vittime del mare».


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«L’augurio - ha concluso - è che mai più in futuro ci dovremo trovare di fronte a queste bare, a questi morti, a queste morti che avrebbero potuto essere evitate. Abbiamo il cuore straziato. Vorremmo che fosse l’ultima volta che partecipiamo a cerimonie come questa».

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