Bagnara, il Giubileo è iniziato. Il vescovo Morrone: «Un tempo per riscoprire l’amore fraterno»
Un significativo momento è quello vissuto dalla comunità tirrenica lo scorso 7 ottobre
Continua il rapporto epistolare tra l'arcivescovo di Reggio Calabria-Bova e il clero diocesano in questa fase così delicata. Con guida paterna, il presule ha invitato a «continuare a pregare».
«Fatevi portavoce con i fedeli - scrive Morosini - della mia ammirazione e del mio ringraziamento per tutte le iniziative promosse per tenere viva la nostra fede, la nostra devozione e la nostra speranza: trasmissione della messa, invio di messaggi, catechesi, lavori di gruppo a casa. Ringrazio in modo particolare i catechisti e gli animatori di gruppi per tutto ciò che hanno escogitato per non perdere contatto con i loro bambini, ragazzi e giovani. Èun bel segno di amore alla Chiesa, di entusiasmo di fede e di volontà di comunione. Continuate a lavorare così. Purtroppo ci sono segnali che le cose non finiranno presto».
Prosegue l'arcivescovo: «Grande gratitudine dobbiamo esprimere alla Caritas e a tutti i suoi volontari, che, incuranti del pericolo, sono per strada a rispondere ai bisogni dei più poveri. Grazie anche a chi lavora nelle strutture di accoglienza con anziani e persone in difficoltà. Grazie a quanti fanno servizio a domicilio: medici, infermieri e personale di assistenza. È un grazie immenso a quello che stiamo rivolgendo in questi giorni a quanti sono in prima linea a combattere e a servire negli ospedali, sulle strade, nei luoghi di lavori per la produzione dell’essenziale per vivere».
La guida della Chiesa reggina-bovese pone alcune informazioni operative: «Su richiesta del Presidente della Conferenza episcopale calabra, monsignor Bertolone, alcuni giorni fa ho aderito all’iniziativa dell’Episcopato Calabro di comprare per il centro Covid-19 allestito a Catanzaro tre respiratori. Ho inviato, pertanto, la somma di 5mila euro dal fondo 8x1000 Caritas».
«Continuiamo a pregare - ha concluso Morosini - in particolare a San Francesco di Paola: possa lui intervenire come intervenne con la peste a Frejus, appena sbarcò in Francia nel 1483. Trovò la città appestata e guarì tutti con la forza della sua preghiera. Preghiamolo intensamente perché rinnovi questo prodigio di grazia».
Un significativo momento è quello vissuto dalla comunità tirrenica lo scorso 7 ottobre
L’instancabile e allegra religiosa dell’Istituto figlie di Maria Ausiliatrice è tornata nei giorni scorsi alla casa del Padre. Il ricordo delle consorelle.
Nel 2005 l’allora arcivescovo Mondello presiedeva il rito dopo il restauro del luogo di spiritualità caro ai seminaristi.