Alluvione in Emilia Romagna: card. Zuppi (Cei), “prevenzione e messa in sicurezza non possono restare lettera morta”
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La Conferenza episcopale messicana (Cem), attraverso la sua Presidenza, esprime la propria “preoccupazione” per la possibile approvazione della riforma costituzionale sul sistema giudiziario in Messico, basata sull’iniziativa presentata dall’Esecutivo al Congresso dell’Unione, approvata in prima istanza dalla Camera dei deputati e in procinto di essere analizzata dal Senato della Repubblica. Tutto questo, in un contesto di forti proteste e scioperi da parte del personale giudiziario, che si protraggono da settimane. Un accampamento è stato allestito intorno al Senato della capitale per cercare di fermare la riforma, che mira a eleggere giudici, magistrati e ministri della Corte Suprema con voto popolare.
I vescovi ricordano che l’Agenda di pace, da loro promossa insieme ad altri soggetti, “esprimeva la necessità di ricostruire in modo completo la giustizia in Messico a tutti i livelli, una richiesta della società messicana, in particolare delle vittime della diffusa violenza criminale in tutto il Paese e dell’impunità causata dai limiti e dalla corruzione di alcuni operatori della giustizia”.
Tuttavia, “la proposta di riforma promossa dall’Esecutivo non risponde a una revisione complessiva del sistema giudiziario, né garantisce una migliore e più qualificata amministrazione della giustizia; inoltre, intacca l’autonomia del potere giudiziario e mette in discussione la divisione dei poteri stabilita dalla nostra Costituzione politica degli Stati Uniti del Messico”. Per questo motivo, la Cem chiede che venga ascoltato il punto di vista dei magistrati, oltre che delle associazioni di avvocati, studenti e professionisti, i quali, “in accordo con diverse organizzazioni internazionali, affermano che l’elezione di giudici e magistrati, oltre a politicizzare e indebolire l’amministrazione della giustizia in Messico, non offre alcuna garanzia di superare la corruzione e l’impunità che i cittadini richiedono con urgenza”.
Concludono i vescovi: “Ci auguriamo che il Senato della Repubblica, tenendo conto della sua grande responsabilità e della trascendenza della questione, si prenda il tempo sufficiente per riflettere in profondità, analizzare con prudenza e ricostruire il dialogo con tutti i settori della società, al di là di inutili partigianerie, considerando il bene della Nazione, in modo da poter andare verso una riforma globale che includa le procure, i tribunali locali, il rispetto della carriera giudiziaria”.
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