Avvenire di Calabria

Un recente report della Uil fotografa il fenomeno delle violenza compiute ai danni dei camici bianchi nella nostra regioneq

Medici e sanitari aggrediti in Calabria: i dati preoccupano

La proposta: «È necessario garantire un ambiente di cura più sicuro a tutela dei medici e degli stessi pazienti»

di Redazione Web

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La violenza nei confronti dei medici e del personale sanitario in Calabria mostra dati sempre più allarmanti. È quanto emerge nel report sulle aggressioni al personale sanitario in Calabria presentato nei giorni scorsi dalla Uil Calabria. Il sindacato ha anche avviato una campagna di sensibilizzazione, “Proteggere chi ci Protegge”, con l’obiettivo di promuovere la sicurezza negli ospedali e nei luoghi di cura.

Medici aggrediti: un fenomeno sempre più diffuso

La situazione delle aggressioni contro il personale sanitario in Italia è ormai un fenomeno che desta seria preoccupazione, con un impatto che colpisce in particolar modo il Sud. I numeri parlano chiaro: secondo l’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-Sanitarie (ONSEPS), nel 2023 sono stati registrati oltre 16.000 episodi di violenza a livello nazionale.



Questa impennata, che ha coinvolto circa 18.000 operatori, testimonia un clima di tensione crescente nei presidi sanitari pubblici, con una prevalenza di casi nei pronto soccorso e nei reparti psichiatrici, dove il personale si trova spesso a fronteggiare situazioni delicate e con risorse insufficienti.

La Calabria: una fotografia allarmante

La Calabria non è immune a questa ondata di violenze. Solo nel 2023, la regione ha registrato 32 episodi di aggressione ai danni di medici, infermieri e altri operatori sanitari, tutti avvenuti nel settore pubblico, che hanno coinvolto in totale 39 operatori.


PER APPROFONDIRE: Sanità, in Calabria il 7,3% delle famiglie ha rinunciato alle cure


In 20 casi si è trattato di una vera e propria aggressione fisica, verbale in altri 22 e in quattro episodi contro le cose. Gli aggressori sono stati prevalentemente pazienti od utenti (in 20 episodi) e parenti, caregiver o conoscenti del malato (10 casi). Gli infermieri rappresentano la categoria più colpita con 16 episodi solo nell'ultimo anno, seguiti dagli operatori socio-sanitari e dai medici. Tra i luoghi più a rischio si trovano i pronto soccorso, con nove episodi segnalati, e i servizi psichiatrici, sia ospedalieri che territoriali, dove i professionisti sono spesso esposti a situazioni ad alta tensione.

Le aggressioni sono state compiute per lo più in ambito ospedaliero: 4 nel Servizio psichiatrico diagnosi e cura, 9 in Pronto soccorso, e 5 in aree di degenza. Non sono mancati anche episodi nei Servizi psichiatrici territoriali (6) e meno di 3 in altre strutture.

Gli episodi più recenti e le aree critiche

Negli ultimi mesi, la cronaca ha riportato alcuni casi eclatanti di violenza nei presidi calabresi: al pronto soccorso di Lamezia Terme, un infermiere è stato minacciato per presunti ritardi nell’assistenza; a Cosenza, un’aggressione si è verificata a luglio contro un infermiere; a Reggio Calabria, un episodio ha visto una dottoressa aggredita a settembre. La problematica si estende anche all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, dove a luglio è stato necessario l’intervento dell’esercito per monitorare la situazione di sicurezza.

Il decreto 137 del 2024 per arginare il fenomeno

Il primo ottobre 2024 è stato pubblicato il Decreto Legge 137/2024 che introduce importanti misure di contrasto alla violenza contro medici e operatori sanitari, tra cui la possibilità di effettuare l’arresto in flagranza differita per chi aggredisce il personale sanitario. Grazie a un potenziamento della videosorveglianza, si potrà infatti intervenire entro 48 ore dall’evento, anche se l’aggressione non avviene in presenza della polizia. Il decreto prevede inoltre sanzioni severe per chi danneggia le strutture sanitarie, con pene che includono fino a cinque anni di reclusione.

La posizione di Uil Fpl: «La prevenzione è fondamentale»

A seguito dell’emanazione del decreto, la segretaria generale della Uil Fpl, Rita Longobardi, ha accolto con favore le nuove misure ma ha sottolineato l’importanza di investire anche sulla prevenzione. Tra le proposte vi è il potenziamento del personale, la formazione per gestire situazioni di conflitto e il rafforzamento delle strutture di vigilanza. Longobardi ha evidenziato la necessità di un sostegno psicologico per gli operatori e ha richiesto che le Aziende Sanitarie si costituiscano parte civile nei processi di violenza contro i propri dipendenti, garantendo loro supporto legale gratuito.

“Proteggere chi ci Protegge”: la campagna della Uil Calabria

In risposta all’emergenza delle aggressioni, la Uil Calabria ha lanciato la campagna “Proteggere chi ci Protegge”, un’iniziativa di sensibilizzazione rivolta alla tutela del personale sanitario. Con lo slogan «Rispetto per chi ci cura. Sicurezza per chi ci protegge», la campagna vuole sottolineare l’importanza di garantire un ambiente sicuro per medici, infermieri e operatori sanitari, evidenziando come il rispetto e la sicurezza nei loro confronti siano imprescindibili per la salute di tutti.



L’iniziativa prevede una serie di azioni specifiche, tra cui il rafforzamento dei posti fissi di polizia negli ospedali, con un monitoraggio costante per assicurare protezione agli operatori e ai pazienti. Uil Calabria si propone di avviare un dialogo con le autorità locali e regionali per garantire una collaborazione mirata alla prevenzione delle aggressioni e alla creazione di protocolli di sicurezza che includano le forze dell’ordine. Sarà inoltre promossa una campagna di sensibilizzazione attraverso i media e i social, per informare il pubblico e diffondere una cultura del rispetto.

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