Avvenire di Calabria

La parrocchia del Sacro Cuore festeggia tra opere-segni

Rinascono anche due siti in una nuova visione di inclusione e accoglienza

di Redazione Web

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Tra gli ospiti della settimana anche l'antropologo Vito Teti che ha incontrato la comunità

È giunto a conclusione il mese che la Chiesa consacra al Sacratissimo Cuore di Gesù. E presso la parrocchia che lo venera quale patrono, è stata festa. “Insieme come fratelli” il tema della intensa passata settimana. Come un invito a ricercare, nelle molteplici attività proposte, quella fraternità missionaria cristallizzata nello slogan pastorale e su cui la comunità ha riflettuto durante tutto l’anno: “Dov’è tuo fratello?” (Gn 4, 9).


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Una fraternità scomoda, che invita ad “andare oltre un mondo di soci” (papa Francesco), cercando di incontrare il Signore nel volto di tutti i fratelli, ma specialmente in quello dei poveri e degli esclusi. È per questo che il tempo della festa parrocchiale al Sacro Cuore si è aperto con l’inaugurazione di un luogo emanatore di cura e speranza per i fratelli più poveri che abitano le periferie del territorio parrocchiale. Ma soprattutto quelle dell’esistenza. Si tratta del centro pastorale-caritativo “Modesta Spanò”, che sorge nei locali dell’ex scuola dell’infanzia in via Loreto.

Prossimità a quanti vivono un momento di difficoltà

È qui che ha sede l’iniziativa “Un pasto caldo per te”, dove la carità si serve delle mani di tanti volontari che si dedicano alla preparazione dei pasti, ma anche di quelle di chi li corrisponde sul territorio, di certo non senza un sorriso. Ed è proprio in questo centro, precisamente nel grande salone recentemente ristrutturato, che ha avuto luogo il consueto pranzo di fraternità con i fanciulli della comunità di Villa Bethania Christi, nello spirito della condivisione e dell’amicizia.

Al centro i ragazzi e lo sport

Un altro seme è stato poi gettato in questo tempo di grazia. Il campetto parrocchiale in via Edison, da anni abbandonato a sé stesso, è stato oggetto di un profondo restyling. A cura di alcuni operosi parrocchiani e successivamente restituito ai suoi prediletti fruitori: i ragazzi della parrocchia. E la fraternità ha trovato ancora spazio nella vita, soprattutto quella del quartiere, suggerita dai principi della lealtà e del rispetto reciproco che lo sport alimenta. “Un sogno che diventa segno” commenta il parroco, monsignor Santoro, durante la celebrazione eucaristica presieduta proprio presso il campo polivalente. Questo spazio è stato dedicato a un giovane indimenticato della parrocchia e scomparso prematuramente, Domenico Schepis.

E i parrocchiani non hanno aspettato neanche un giorno per servirsi della nuova struttura, che ha già ospitato diversi tornei sportivi. In particolare, quelli di calcio, hanno visto come protagonisti diverse squadre e società della diocesi, che amichevolmente si sono sfidate amichevolmente.
La penultima domenica di giugno si è dato inizio alla settimana dei festeggiamenti in onore del Sacro Cuore. Con una solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Fortunato, durante la quale è stato conferito a tanti fratelli il Sacramento della Confermazione. Tante sono state, inoltre, le occasioni di preghiera: per i defunti, per i fratelli e le sorelle ammalati, ad alcuni dei quali è stato amministrato il Sacramento dell’Unzione degli infermi, per le famiglie, in particolare per le coppie che hanno festeggiato un anniversario di matrimonio, per le vocazioni.

L'incontro con l'antropologo Vito Teti

Giovedì scorso, invece, ha avuto luogo una conferenza sul tema “Restare o partire?” a cura del gruppo Giovani di Azione Cattolica, con la presenza del noto intellettuale Vito Teti, Ordinario di Antropologia culturale presso l’Università della Calabria e autore del volume “La Restanza”. Provocato dalle domande proposte dai ragazzi, l’antropologo ha spiegato il senso del neologismo che dà il nome alla sua pubblicazione. “Restanza non è sinonimo di restare – ha spiegato Teti – è qualcosa di più dinamico”. E ha aggiunto: “tanti ragazzi mi chiedono ancora se restare o partire, ma come potrebbe qualcuno assumersi la responsabilità di rispondere?”. Tra le varie tematiche trattate, è comunque risuonato forte il messaggio di speranza che l’ospite ha voluto trasmettere alle nuove generazioni. Affinché sappiano incidere nella loro storia, provare a cambiarla e rendere la nostra terra più desiderabile.

La musica e la festa in piazza

Venerdì, invece, la fraternità è stata plasticamente rappresentata dall’armonia tra voci diverse che si uniscono in sublime accordo, quelle del Coro polifonico parrocchiale “Sacro Cuore” che ha eseguito in concerto diversi brani scritti e musicati da monsignor Marco Frisina. Il titolo dell’evento, “Segno di Bellezza”, ha inteso mettere in evidenza come la musica rientri in uno sfaccettato mosaico. Le cui tessere sono rappresentate dalle varie espressioni della Bellezza vissuta come dono di Dio. E che, dall’arte alla liturgia, passando per la letteratura e il magistero, sono state presentate dalle meditazioni del viceparroco, don Michele Tambellini.


PER APPROFONDIRE: Premio letterario “Mario La Cava”, Maria Grazia Calandrone vincitrice


Non sono mancate di certo occasioni di convivialità, come quella realizzata nella serata di sabato presso la piazza antistante la chiesa parrocchiale, mentre la festa è culminata ieri questa sera con la santa messa in piazza e l’esposizione del venerato simulacro del Sacro Cuore sul sagrato della parrocchia. La celebrazione eucaristica è culminata con l’atto di affidamento al Cuore di Cristo. Affinché la comunità parrocchiale possa crescere ancora nella fraternità inclusiva. Ovvero nella “missionarietà” di chi desidera raggiungere anche i fratelli più lontani dagli ambienti parrocchiali. E avverte che “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo” (Gaudium et spes).

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