Avvenire di Calabria

Il 19 luglio 1992 l'attentato di mafia in cui morirono il magistrato e gli uomini della sua scorta

32 anni fa la strage di Via D’Amelio, anche la Calabria ricorda Paolo Borsellino

Commovente il ricordo del giudice fatto da un giovane studente calabrese

di Redazione Web

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32 anni fa uno degli eventi più tragici nella storia della Repubblica Italiana: la strage di Via D'Amelio, avvenuta a Palermo il 19 luglio 1992. Anche la Calabria ricorda Paolo Borsellino e il sacrificio dei componenti della sua scorta.

19 luglio 1992: la strage di Via D'Amelio

Nonostante siano trascorsi molti anni, la memoria del giudice Paolo Borsellino e degli altri "eroi" di Via D'Amelio, gli uomini della sua scorta, continua a suscitare profonda commozione. «La narrazione delle loro gesta e del loro impegno quotidiano per la giustizia è fondamentale per onorarne il sacrificio», scrivono oggi i docenti per i diritti umani. Un ricordo capace di suscitare profonda commozione anche nella regione più prossima alla terra di Borsellino: la Calabria.

Occhiuto: «Un sacrificio testimonianza di coraggio»

Tra i primi a ricordare «il sacrificio di Paolo Borsellino e dei cinque agenti della sua scorta, barbaramente uccisi 32 anni fa nella strage di via D’Amelio» è stato il presidente della Regione Calabria e vice segretario nazionale di Forza Italia, Roberto Occhiuto. Un sacrificio definito «testimonianza di coraggio che ancora vive nelle nostre menti».


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«La lotta alle mafie e al malaffare resta una priorità assoluta per un Paese che ha dimostrato, anche grazie all’esempio di questi straordinari eroi, di voler archiviare gli anni più bui. Solo con la completa affermazione del bene e della legalità la nostra società potrà definirsi pienamente libera e costruire un futuro migliore. Istituzioni, forze dell’ordine e cittadini continuino costantemente a remare uniti verso la giusta direzione», ancora le parole del governatore calabrese.

Lo studente calabrese ricorda Paolo Borsellino

Nonostante siano trascorsi così tanti anni dalla strage di Via D'Amelio, il sacrificio di Paolo Borsellino, così come di Giovanni Falcone, è ancora impresso nella memoria collettiva. Anche di chi, a quel tempo, non era ancora nato. Come Simone Calì, giovane studente calabrese del Liceo Scientifico Filolao di Crotone, che esprime con efficacia l'ammirazione delle nuove generazioni per questi protagonisti della legalità e della lotta alle mafie.


PER APPROFONDIRE: Capaci 32 anni dopo, la Calabria ricorda il sacrificio di Giovanni Falcone


Queste le parole con cui Simone ricorda il magistrato ucciso insieme agli uomini della sua scorta il 19 luglio 1992: «Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola», sottolineando il coraggio del magistrato che antepose l’amore per la sua terra alla propria vita.

L'amore per la sua terra, l'amicizia con Falcone e la nascita del Pool Antimafia

Borsellino, nato a Palermo, sviluppò sin da piccolo un forte legame con Giovanni Falcone, con il quale condivideva il sogno di una Sicilia libera dalla mafia. Nel 1980, Borsellino, Falcone e altri giudici fondarono il primo Pool antimafia, con l’obiettivo di combattere la mafia non solo a Palermo ma in tutta la Sicilia. Dopo la strage di Capaci del 1992, Borsellino continuò la lotta, nonostante il rischio elevato. La strage di Via D’Amelio, avvenuta meno di due mesi dopo quella di Capaci, sconvolse il Paese.

Il sacrificio di Paolo e degli "eroi" della sua scorta

Il 19 luglio 1992, mentre Borsellino si recava a casa della madre, una Fiat 126 carica di esplosivo esplose, causando la morte del giudice e dei membri della sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Solo Antonino Vullo sopravvisse, diventando il primo testimone di quel tragico evento.

Paolo Borsellino credeva nell'educazione alla legalità

Paolo Borsellino «fu uno dei primi a comprendere l’importanza dell’educazione alla legalità nelle scuole, convinto che il rifiuto della cultura mafiosa potesse nascere dalla consapevolezza civica. Molti attivisti oggi promuovono questi ideali, instillando nei giovani il rispetto per le istituzioni e la legalità», evidenzia oggi il Coordinamento nazionale del Docenti dei Diritti Umani (CNDDU), associazione impegnata da anni a diffondere temi umanitari e civici nelle scuole italiane, ricordano l'impegno di magistrati come Borsellino e Falcone. «Essi insegnarono che lo Stato appartiene a tutti i cittadini e che la mafia può essere sconfitta solo con l’unione di tutte le forze oneste della società».

Da qui la proposta del CNDDU di introdurre l’insegnamento del diritto e dell’educazione civica in tutte le scuole secondarie, affidandolo esclusivamente a docenti specializzati in discipline giuridiche ed economiche, chiedendo inoltre al ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, una riformulazione dell’insegnamento dell’educazione civica per raggiungere risultati più coerenti con gli obiettivi prefissati.

Le altre iniziative in Calabria

Da Nord a Sud della Regione, sono tante le iniziative in ricordo del sacrificio di Borsellino, organizzate in Calabria. A Reggio Calabria ad organizzare la cerimonia è l'associazione Biesse, con una iniziativa nel giardino botanico della casa circondariale, dove proprio l'anno scorso è stato piantato un albero d'ulivo in memoria delle vittime della strage.


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Cosenza previsto un doppio incontro. Al mattino in centro città, con stand dei vari reparti della polizia e l'esposizione della teca che contiene i resti dell'auto in cui viaggiava Giovanni Falcone. La sera a San Fili un dibattito col procuratore della Dda di Catanzaro Capomolla e alcuni parenti delle vittime delle stragi di mafia. A Crotone le associazioni antimafia e le autorità si ritrovano nel Giardino "Giovanni Falcone e Paolo Borsellino".  All'iniziativa, oltre alle autorità, parteciperanno anche gli studenti del liceo artistico Mori.

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