Anche i vescovi irlandesi si schierano per la vita e chiedono ai politici inglesi e irlandesi di respingere il suicidio assistito. Domani, mercoledì 16 ottobre comincia, infatti, al Parlamento di Westminster, l’iter relativo alla legislazione preparata dalla deputata laburista Leadbeater che, se approvata, darà ad adulti malati terminali, capaci di intendere e di volere, il diritto di porre fine alla propria vita. Giovedì 17 ottobre, invece, a Dublino sarà discusso dai membri dell’Oireachtas (Parlamento della Repubblica d’Irlanda) il rapporto finale del Comitato congiunto sul suicidio assistito. Il “Joint Committee on Assisted Dying” ha pubblicato questo rapporto a conclusione di un lavoro durato nove mesi sul tema del fine vita in cui ha formulato una serie di raccomandazioni, tra cui l’introduzione di una legislazione che consenta l’accesso al suicidio medicalmente assistito a determinate condizioni e di un’adeguata formazione del personale sanitario sul tema. Il Joint Committee è stato istituito nel 2023 all’interno del Parlamento irlandese (Houses of the Oireachtas) con il compito di considerare e formulare raccomandazioni per eventuali cambiamenti legislativi e politici relativi al fine vita.
Sulla questione, è intervenuto oggi il presidente della Conferenza episcopale irlandese, l’arcivescovo Eamon Martin. “Per tutti coloro che hanno a cuore una cultura della vita in queste isole – si legge in una nota diffusa oggi dalla conferenza episcopale irlandese -, l’introduzione di leggi per consentire il suicidio assistito è un affronto a una società sicura e protettiva. Tale legislazione dovrebbe essere fortemente contrastata. Come società siamo definiti dalla misura in cui ci prendiamo cura delle nostre persone più vulnerabili, comprese quelle che soffrono di disabilità, malattie terminali o che si avvicinano alla fine della vita. Sebbene questo sia un imperativo del Vangelo, è degno di nota che i professionisti medici e sanitari siano anche gravemente preoccupati per un’ideologia politica in evoluzione che interferirebbe con la loro chiamata a ‘non nuocere’ e che eroderebbe legalmente il diritto alla vita in tutte le fasi”.
L’arcivescovo Martin ha così esortato “tutte le persone di buona volontà a contattare i loro parlamentari il prima possibile per chiedere loro di respingere questa legge. Inoltre, poiché prevediamo che a breve si terranno elezioni generali in Irlanda, chiedo agli elettori di contattare i loro deputati e senatori per accertare il loro impegno a proteggere le cure di fine vita e di cercare di includerlo nei manifesti elettorali per investimenti volti a migliorare le cure palliative e l’assistenza domiciliare”. Il 24 giugno scorso la Conferenza episcopale cattolica irlandese ha pubblicato una lettera pastorale Freedom to Live Fully, Until Death Comes che riflette l’insegnamento della Chiesa sulle cure di fine vita, insieme al video di accompagnamento dal titolo “Through The Valley”.
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