Avvenire di Calabria

Il clima di questi giorni contribuisce ad alimentare roghi un po' ovunque in tutta la Regione

Incendi in Calabria tra temperature roventi e… altre responsabilità

La denuncia di Europa Verde che chiama in causa i limiti del piano di prevenzione regionale

di Redazione Web

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Solo ieri, in tutta la Regione, si sono contati ben oltre 70 incendi alcuni dei quali, come quello attorno all'area industriale di Villa San Giovanni, di enormi proporzioni e difficile da domare. Altri importanti incendi anche a Montebello Ionico e Motta San Giovanni. A favorire le fiamme le alte temperatura che hanno sfiorato ovunque i 40 gradi... e non solo a quanto pare! La denuncia di Europa Verde.

«Anche quest’anno su buona parte del territorio metropolitano imperversano gli incendi innescati quasi sempre volontariamente e favoriti dalle condizioni meteorologiche. Gli effetti a breve e lungo termine sono ben noti: devastazione di boschi e coltivazioni, morte di fauna selvatica e d’allevamento, distruzione di infrastrutture, aumento di CO2 nell’aria, maggiore rischio di frane e alluvioni…», afferma Gerardo Pontecorvo, Portavoce della Federazione metropolitana di Europa Verde-Verdi.

Incendi boschivi in Calabria, è solo questione di prevenzione?

Il contrasto agli incendi boschivi non è semplice, prosegue Pontecorvo, «ma si deve comunque basare sulla prevenzione del fenomeno e avvalersi di un servizio di lotta attiva efficiente ed efficace. Purtroppo, come da anni evidenziato dalla Federazione metropolitana di Europa Verde, attraverso documenti e appelli rivolti alle istituzioni (l’ultimo del 22 giugno scorso), il servizio antincendi boschivi della Regione Calabria è molto carente, e anche per 2023, come illustrato dal relativo PIANO AIB, presentava una serie preoccupante di criticità».


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La lotta attiva, ha motivo di ritenere il già dirigente del Corpo Forestale dello Stato, «deve iniziare da un sistema di avvistamento capillare realizzato da vedette (oppure da vettori che sorvolano il territorio), e all’avvistamento deve seguire un intervento di spegnimento da terra tempestivo che impedisca la propagazione del fuoco».

Pertanto, ancora il portavoce di Europa Verde, «il supporto dei mezzi aerei nazionali e regionali dovrebbe essere quasi esclusivamente di supporto all’intervento da terra. Ma il Piano della Regione precisava che il personale degli avvistatori e delle squadre di pronto intervento si sarebbe dovuto integrare, previa specifica formazione, perché i sopraggiunti limiti di età e l’inidoneità sanitaria ne ha comportato anno dopo anno un depotenziamento e che molte postazioni erano state per questo soppresse. Infatti, come riportato "vaste aree sono completamente scoperte e quindi le squadre non garantiscono un intervento immediato e adeguato in funzione degli elementi naturali a rischio”. Più chiaro di così…»

Antincendi nella Città metropolitana, quale situazione?

I numeri del piano AIB 2023 (prima delle visite mediche di idoneità degli operatori) - evidenzia ancora Pontecorvo - «rivelavano che per il territorio metropolitano sarebbero stati disponibili poche centinaia di operatori per l’avvistamento e per lo spegnimento. Per fare un esempio concreto: il comune di Reggio che ha 9.000 ettari di superfice boscata avrebbe dovuto avere a disposizione appena 4 avvistatori e 7 operai regionali addetti allo spegnimento».

«È noto - prosegue - che le autopompe de Vigili non possono arrivare e muoversi agevolmente nelle zone impervie (caratteristica del territorio metropolitano) dove invece dovrebbero avere supporto da squadre esperte che possano attaccare manualmente l’incendio e procedere poi alle indispensabili bonifiche per evitare una ripresa delle fiamme».

E il volontariato?

«Capitolo organizzazioni di volontariato: la Regione avrebbe dovuto già da tempo individuare le associazioni in possesso dei requisiti necessari e sottoscrivere le convenzioni per poi disporne l’utilizzo. Anche per i mezzi, il Piano - ancora Pontecorvo - evidenziava carenze, infatti recita "negli anni scorsi il servizio ha risentito sia della mancanza del numero necessario di autobotti per rispondere alle richieste, sia della mancanza di un idoneo numero di mezzi di trasporto collettivo... In alcuni casi tale carenza non ha consentito l’attivazione del presidio esponendo l’intera area di pertinenza a un rischio elevato". Rivelazione preoccupante…».

In conclusione, viste le criticità emerse, è opinione di Europa Verde che «sarebbe utile che la Regione Calabria e la Prefettura informino le amministrazioni locali e la popolazione almeno sul numero di vedette e di operai addetti allo spegnimento effettivamente dislocati sul territorio, se le squadre istituite abbiano mezzi di trasporto efficienti e sufficienti, quanti mezzi antincendio sono operativi, e se sia stata fatta la manutenzione dei punti di approvvigionamento idrico».


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«Sarebbe poi interessante sapere se e quali sistemi di video sorveglianza siano stati davvero disposti, quanti droni e ultraleggeri per l’avvistamento sono stati veramente attivati, e la reale dislocazione degli aerei e degli elicotteri».

Per il portavoce di Europa Verde, «sarebbe anche utile conoscere lo stato delle procedure di attivazione delle squadre di volontari e la loro consistenza». 

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