Avvenire di Calabria

In pensione dopo una vita appassionante tra i banchi di scuola

Il saluto e l’augurio per il nuovo anno di Domenica e Fiorinda insegnanti di religione cattolica

di Domenica e Fiorinda Calabrò

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Una riflessione su quanto il mondo della scuola sia cambiato ma non l'amore per l'insegnamento

Dal 1° settembre, dopo quarantuno anni di insegnamento della Religione Cattolica nella scuola secondaria di primo grado, andiamo in pensione. Volevamo condividere con i lettori alcune riflessioni maturate nel corso di questi anni sul nostro servizio vissuto con immensa gioia e gratitudine al Signore sotto il segno di vocazione. Ci piace pensare il cammino scolastico come un treno in viaggio composto di tanti vagoni. Sei tu che cammini nel tempo e tanti sono i volti che scorrono nell'oceano dei nostri ricordi: dai dirigenti ai colleghi e agli alunni, con le loro storie, i loro vissuti, le loro famiglie.


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Il cammino a volte è stato spedito a volte più tortuoso, ed è con questo bagaglio ricchissimo che siamo arrivate alla “fermata”, alla sosta di una parte della nostra vita, e quindi dobbiamo scendere.

Insegnare Religione Cattolica è innanzitutto un’esperienza davvero unica, diremmo irripetibile. Chi ha figli preadolescenti sa bene come questa sia l’età delle grandi scoperte, delle passioni, delle emozioni e della costruzione della propria identità. Avere avuto in questi anni l’opportunità di poter dare il proprio contributo accompagnando la loro crescita è stata un’avventura davvero elettrizzante.

Un’ora sola settimanale d’insegnamento della Religione Cattolica

Un’ora sola settimanale d’insegnamento della Religione Cattolica nella scuola secondaria, ma con tante classi e quindi tanti alunni pure, sembrerebbe non bastare per farsi valere. Eppure, uno sperimenta giorno dopo giorno che non conta principalmente la quantità delle ore che spendi con i ragazzi che il Signore ti ha affidato, ma è piuttosto la qualità dell’impegno che ti permette di costruire percorsi costruttivi e positivi. Siamo entrate nel mondo della scuola prima ancora che la revisione del Concordato del 1984 fosse stata stipulata. Intorno agli anni Settanta si impose un ripensamento della questione relativa all’insegnamento della Religione Cattolica nella scuola.

Quegli anni furono caratterizzati dalle ricerche, riflessioni e dibattiti che portarono ad alcuni punti di convergenza. Sono stati gli anni che vedevano la necessità di un cambiamento dell’insegnamento religioso, adatto alla scuola inserita in una società pluralistica e democratica, con l’esigenza di operare una netta distinzione tra insegnamento scolastico della religione e catechesi parrocchiale. Ed ecco che tali istanze si sono compiute pienamente in seguito alla revisione del Nuovo Concordato firmato il 18 febbraio 1984, dove l’art. 9.2 confermava il valore dell’insegnamento religioso a scuola.

Ci piace ripetere queste parole: la Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado.

Aiutare i ragazzi a far uscire da se gli interrogativi profondi

L’IRC non è imposto a nessuno, ma offerto a tutti, quindi facoltativo e rispettoso della libertà di coscienza. Abbiamo potuto costatare in questi anni come gli avvalentesi dell’IRC sono stati sempre la maggioranza in tutte le scuole. Questo è un dato molto significativo che bisogna sottolineare. Al momento dell’iscrizione, la maggioranza delle famiglie, finora, ha scelto di avvalersi dell’IRC. Ed ecco che ogni insegnante di religione non dovrà mai dimenticare questa realtà.

Certo, in questi ultimi anni, ci siamo resi conto come, in un mondo fortemente secolarizzato, sia stato sempre più difficile ma non impossibile aprire lo sguardo dei nostri alunni all'Oltre, al Trascendente. Ed è qui che la passione educativa del tuo servizio si rinnova ed è chiamata a sanare alcune fratture profonde.

Una di queste fratture da sanare è quella verticale, la separazione tra l’uomo e l’assoluto. La crisi più grande dell’educazione in generale nasce dalla divisione profonda che l’uomo sperimenta in sé stesso. Dal punto di vista della visione cristiana questa frattura è intesa come la conseguenza della chiusura della realtà alla trascendenza. Se è vero che l’uomo non è limitato al solo orizzonte temporale ma, vivendo nella storia, conserva integralmente la sua vocazione eterna, allora l’educazione deve introdurre i ragazzi e i giovani nella realtà totale, di cui una dimensione fondamentale è l’apertura al trascendente, apertura che rende possibile dischiudersi alla speranza.

Per sanare la frattura verticale è necessario avere come punto di riferimento un’antropologia integrale e allo stesso tempo concreta, che permetta alla persona umana di guardare oltre, di dilatare gli orizzonti della ragione e del cuore.

Nel nostro cammino educativo ci ha fortemente sostenuto il pensiero di un grande vescovo reggino, Mons. Enrico Montalbetti, appassionato educatore dei giovani. Rivolgendosi agli insegnanti egli affermava: Educare è […] come una seconda creazione. La Sacra Scrittura dice che il Signore creò il mondo in due tempi: nel primo il caos, la massa informe, e nel secondo la creazione ordinata di tutto ciò che esiste. I fanciulli e le fanciulle sono dei caos dai quali bisogna trarre la seconda creazione. Voi siete incaricate di fare queste creature nuove, perché educare vuol dire appunto fare creature nuove.

Così come porgiamo i nostri ringraziamenti agli altri nostri Pastori, che ci hanno dato fiducia e accompagnato durante il nostro servizio alla Chiesa e alla società. Mons. Aurelio Sorrentino; Mons. Vittorio Luigi Mondello, Mons. Giuseppe Fiorini Morosini e Mons. Fortunato Morrone.

Gli auguri al mondo della Scuola

Sentiamo dal profondo del cuore di augurare a tutti gli insegnanti un buon inizio di anno scolastico. Ricchissimo di mille soddisfazioni da poter continuare a essere facilitatori dell’apprendimento, sviluppando nei ragazzi fiducia in sé stessi, ottimismo, autonomia e responsabilità personale. Agli alunni che lasciamo va un grazie particolare per averci dato in questi anni la possibilità di sperimentare la bellezza dell’educare. Standogli accanto e coltivando la pazienza e l’attesa del raccolto.


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Vi auguriamo di mantenere sempre viva la bellezza della curiosità per la conoscenza. Accendete meno i cellulari e gustate la profondità e la preziosità del dialogo con la famiglia e con i vostri amici. Raccomandiamo a tutti di aprire il vostro sguardo all’Oltre e al Trascendente nel costruire il vostro futuro.

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