Avvenire di Calabria

Ieri la celebrazione presso la Cattedrale di Oppido, preceduta dall'incontro con le autorità locali presso la Casa del laicato

Oppido – Palmi, il vescovo Alberti fa il suo ingresso in diocesi: «Il Vangelo è il mio progetto»

Il neo presule ha richiamato il cammino sinodale della diocesi rinnovando l'invito alla «corresponsabilità ecclesiale»

di Redazione Web

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Monsignor Giuseppe Alberti ha fatto ieri ingresso nella diocesi di Oppido - Palmi. Prima della celebrazione ha incontrato le autorità locali e ha visitato il porto di Gioia Tauro. Partecipata la celebrazione nella Cattedrale di Oppido di inizio ministero episcopale.

Oppido - Palmi, il vescovo Alberti inizia il suo ministero episcopale

«Il vescovo, in comunione con il Santo Padre e con i confratelli vescovi, è segno e strumento della sollecitudine amorevole del Padre, che si prende cura di tutti i suoi figli». Sono queste le parole pronunciate da monsignor Giuseppe Alberti, nella celebrazione di inizio del suo ministero episcopale nella diocesi di Oppido Mamertina-Palmi.


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«Si tratta di preparare la via del Signore – ha detto il vescovo commentando il brano evangelico – e a noi tutti è chiesto di prepararci a questa accoglienza con un atto di fiducia nel Signore, riconoscendo la sua benevolenza, avendoci chiamati a camminare insieme, nella testimonianza della carità nell’esercizio della speranza dentro un contesto di fatica, a volte di disincanto e pesantezza».

Monsignor Alberti ha richiamato il cammino sinodale della diocesi di Oppido, evidenziando che «il Signore ora ci invita a percorrere la via preparata e, se dovremo raddrizzare qualche sentiero, ci daremo una mano». Additando la strada della «corresponsabilità ecclesiale», monsignor Alberti ha auspicato di «edificare parrocchie che vogliano essere casa e scuola di comunione: è una scommessa difficile ma con il Signore tutto è possibile».


PER APPROFONDIRE: L’arcivescovo Morrone al neo vescovo Alberti: «la tua passione missionaria tesoro per il nostro popolo»


«Non vogliamo fare progetti programmatici, ci basta il Vangelo di Gesù e il suo spirito che continua a parlare alla Chiesa». Per questo «abbiamo bisogno gli uni degli altri, per uno sguardo più ampio, più profondo, oltre ogni individualismo con il rischio dell’autoreferenzialità. A volte ci può aiutare anche chi pratica poco i nostri ambienti».

Nella concelebrazione solenne, animata dal coro diocesano, oltre al predecessore monsignor Francesco Milito, erano presenti anche monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova (presidente della Conferenza episcopale calabra), monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova, monsignor Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro-Squillace e monsignor Angelo Panzetta, arcivescovo di Crotone – Santa Severina, e circa 150 tra presbiteri e diaconi, tra cui anche lo zio prete del vescovo Giuseppe, don Francesco Alberti.  

La cattedrale era gremita anche di fedeli accorsi da tutta la diocesi calabrese e da quella di Padova, ma molti sono stati anche coloro che hanno seguito la diretta via streaming, con collegamenti anche dall’Equador dove il vescovo Giuseppe è stato missionario.

«Il Signore – ha aggiunto – sta donando a noi un tempo nuovo, un’opportunità che favorisce passi nuovi, un invito alla conversione che dà movimento alla nostra fede».

L'incontro con le autorità locali: «Tutti insieme possiamo essere parte propositiva»

Prima della celebrazione, la giornata dell’ingresso del vescovo Giuseppe è stata scandita da alcuni momenti significativi. Nella mattinata ha incontrato gli operai e le autorità del Porto di Gioia Tauroi sindaci e le autorità civili e militari del territorio diocesano e poi nel primo pomeriggio in un clima fraterno, gioioso e di condivisione, il vescovo in forma privata ha fatto visita agli ospiti e al personale della Casa Famiglia di Castellace, ascoltando le storie dei malati di AIDS. 

L'incontro del vescovo Alberti con le autorità locali

«Quando sono arrivato a Lamezia ho baciato la terra come da esempio di san Giovanni Paolo II», ha detto il presule. «Una terra aspra che però ha tanto di buono. Come l’arancia: tolta la buccia c’è una polpa saporita e nutriente».

Per monsignor Alberti, «la Chiesa ha una funzione religiosa che però si traduce anche in esperienze comunitarie significative. La capacità di collaborazione tra le energie di tutti è fondamentale e noi non possiamo non essere anche parte propositiva».

Il vescovo Giuseppe, che ha scelto come motto uno dei versetti finali del Vangelo di Matteo (28,19-20): “Euntes ergo, Ego vobiscum sum” – “Andate dunque, Io sono con voi”, nei i prossimi appuntamento pubblici incontrerà nel Salone diocesano di Rizziconi, venerdì 15, l’Azione Cattolica Diocesana e domenica 17 celebrerà alle ore 17.45 la Santa Messa nella Concattedrale di Palmi. 

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