Avvenire di Calabria

Intervista a Francesco Biacca, imprenditore digital e ideatore del Festival dell’Ospitalità di Nicotera

L’ospitalità salverà il mondo: così la nuova idea di turismo riscopre le antiche tradizioni

L'imprenditore "digital": «Ciò che conta di più è il modo in cui facciamo sentire le persone che arrivano da fuori nella nostra terra»

di Mariarita Sciarrone

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Le nuova "idea" di turismo, per un rilancio del settore in Calabria, passa dalla riscoperta dell'antica legge dell'ospitalità. Termini di cui si parla spesso, insieme alla promozione delle migliori eccellenze del territorio. Proviamo ad approfondirli insieme a chi ha deciso di investire non solo in innovazione, ma anche in tradizione.

Calabria, e nuove frontiere del turismo

Contribuire a creare un impatto positivo sulle persone, sulla società e sulle economie locali. Con questa missione è nata Evermind, Società Benefit e B Corp, che dal 2011 offre soluzioni creative, digitali e organizzative per persone e imprese.


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In questi anni, Evermind ha dato vita a numerose collaborazioni e progetti innovativi, tra cui spicca il Festival dell’Ospitalità, evento che si propone di ispirare comunità, operatori e territori a costruire un turismo autentico, fatto dalle persone per le persone. Abbiamo intervistato Francesco Biacca, Fondatore e Senior Partner di Evermind per approfondire le tematiche legate al turismo e all’ospitalità.

Nove anni di Festival dell’Ospitalità. Com’è cambiata l’ospitalità in questi anni e come il Festival ha risposto a questi cambiamenti?

Più che l’Ospitalità in senso stretto, è cambiata sia la percezione che si ha dell’Ospitalità quanto il significato dato alla parola. Il Festival dell’Ospitalità, fin dalla sua nascita, ha testimoniato una metamorfosi del settore dell’ospitalità, un equilibrio tra l’inarrestabile avanzamento tecnologico e le sfide del turismo contemporaneo. Il lavoro da remoto e il nomadismo digitale, temi centrali fin dalla prima edizione del Festival, hanno ridefinito il concetto di viaggio, influenzando il nostro modo di vivere, di abitare, di interagire con i luoghi e le persone.


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La vita moderna, caratterizzata da una continua oscillazione tra ambienti fisici e digitali, ha alterato la nostra percezione dello spazio e del tempo, portando alla luce nuovi bisogni individuali: la ricerca di contatto con la natura, di umanità, di connessioni autentiche, di esperienze significative, di lentezza. In questo scenario, il Festival dell’Ospitalità si è imposto, sin dal primo giorno, come promotore e ispiratore di una nuova visione, dove l’ospitalità ne diventa il valore cardine, la bussola che ispira un nuovo modello di turismo - se di turismo si può ancora parlare – che trascende la logica commerciale della “macchina turistica” per abbracciare lo spirito ospitale, della reciprocità, promuovendo un’industria più umana e consapevole, incentrata sul benessere delle comunità e degli individui.

In questi anni la narrazione della Calabria nel settore turistico è cambiata notevolmente. Quali sono i punti su cui secondo te dobbiamo ancora lavorare?

Metto al primo posto la consapevolezza e l’organizzazione. La consapevolezza sul chi siamo, sul vedere e vivere i territori in una chiave nuova, dove le comunità rappresentano il patrimonio da preservare e motivare affinché si possano dare vita a nuovi progetti, quindi nuove economie, partendo da un nuovo modo di vedere i territori stessi.


PER APPROFONDIRE: Turismo delle radici e cibo: la Calabria è al primo posto


Il Turismo è fondamentalmente organizzazione e programmazione. In tal senso, dobbiamo insistere sul ragionare in termini di destinazione, che sia ospitale e non solo turistica, una destinazione dove la comunità residente si riconosca in un sentimento collettivo che vive i luoghi in uno scambio permanente, responsabile e sostenibile, con l’ambiente circostante e con la comunità temporanea di viaggiatori. Così facendo possiamo dare il nostro contributo ad una nuova economia del Bene Comune.

“Canarias tiene un limite!” con questo slogan migliaia di residenti dell’arcipelago delle Canarie sono scesi in piazza per protestare contro il turismo di massa. Quali sono i rischi della gentrificazione?

Abbiamo affrontato questa criticità dell’Industria del Turismo da molti punti di vista negli anni passati e questo sarà uno dei punti centrali della IX Edizione. La gentrificazione porta a spopolare i centri urbani e storici, porta le comunità a rifiutare il Turismo vedendolo come una minaccia piuttosto che un’opportunità di scambio ed incontro virtuoso. Quindi, anche i servizi, spesso pensati per le comunità residenti, vanno in sofferenza, basti pensare alla raccolta dei rifiuti o alla distribuzione di acqua ed energia elettrica, due risorse scarse che dobbiamo già da oggi trovare il modo di usare e gestire al meglio.

Pochi mesi fa la campagna di promozione turistica dell’Ente Turismo del Portogallo dal claim “It’s not tourism. It’s futourism” per trasformare i viaggi in esperienze autentiche e sostenibili. Come vedi l’ospitalità del futuro?

In un mondo in continua evoluzione, dove i viaggiatori sono sempre più alla ricerca di esperienze autentiche, sostenibili e significative, l’ospitalità è chiamata a reinventarsi per rispondere a queste nuove esigenze. Fare buoni prodotti non basta più, servirli in modo efficiente non basta più.


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Ciò che conta di più è il modo in cui facciamo sentire le persone. All’interno dell’Industria del Turismo da almeno due decadi si parla di destagionalizzazione e di distribuire i flussi non concentrandoli sui mesi della stagionalità dei prodotti. A noi piace pensare che ci sia la stagione giusta per il viaggiatore giusto, che il prodotto sia co-costruito insieme alle comunità e che i benefici siano equamente distribuiti tra imprenditori e singoli cittadini.

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