Avvenire di Calabria

La testimonianza di Margherita, donna reggina proveniente da percorsi di violenza e rimasta senza lavoro

Reddito di cittadinanza, la percettrice: «Così mi ha ridato dignità»

La donna: «Oggi non riuscire a ripensare la mia vita se non avessi ottenuto la misura»

di Francesco Chindemi

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Rimasta senza lavoro e con una figlia a carico la signora Margherita, giovane mamma reggina, racconta come grazie al reddito di cittadinanza è riuscita ad affrontare la situazione di disagio in cui improvvisamente si è ritrovata. Da un colloquio con il Caf la domanda per usufruire del sussidio anti-povertà. La donna non ha rinunciato a cercare nuova occupazione attraverso i percorsi previsti, purtroppo senza alcun esito.

Reddito di cittadinanza, l’intervista alla percettrice: «Così mi ha ridato dignità»

Ogni storia è diversa dall’altra. È quanto emerge andando ad esplorare a fondo l’universo del Reddito di cittadinanza. La misura anti-povertà introdotta nel 2019 dal governo Conte per molte persone e famiglie ha rappresentato davvero un supporto concreto, considerato anche il lungo periodo di crisi provocato dalla pandemia.


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Margherita Pellegrino, madre reggina, appartiene proprio alla categoria di chi, grazie al sussidio, ha ritrovato la dignità che, per diversi motivi, aveva perduto insieme al lavoro. C’ha raccontato la sua esperienza di percettrice di Reddito di cittadinanza, «un aiuto che ho accettato dice - con la speranza di ricollocarmi sul mercato del lavoro».

Come è arrivata a chiedere il sussidio?

Sono percettrice di Reddito di cittadinanza dal marzo 2019. Ero rimasta sola a dover provvedere a me ed a mia figlia, minore, dopo un lungo percorso traumatico segnato da violenza che mi aveva lasciato profonde tracce nel fisico ed a livello psicologico. Avevo perso tutto ed ero in difficoltà economiche molto serie. Grazie ad un consiglio da parte del mio Caf ho fatto la domanda ed è stata accettata.

Molti pregiudizi attorno al reddito di cittadinanza? Chi lo percepisce è spesso identificato come fannullone. Lei si sente tale?

Non mi sento una fannullona. Ho sempre lavorato ed ho accettato il Rdc proprio con la speranza di essere aiutata a reinserirmi nel mondo del lavoro. Ho tre lauree e non mi piace ricevere nulla che non sia meritato. Comprendo le critiche dovute però non alla misura in sé, che per me è stata vitale, ma al fatto che ne abbiano lucrato anche dei truffatori. Ciò non inficia la bontà del beneficio né l’onestà di chi ne ha davvero bisogno. 

Ha cercato lavoro in questo periodo? Ha intrapreso i percorsi previsti di reinserimento lavorativo? Come è andata?

Non ho mai smesso di cercare lavoro, coadiuvata anche in maniera eccellente dal navigator. Ho seguito tutti i percorsi previsti nella speranza di poter lasciare il Rdc a chi come me ne aveva bisogno e nonostante la salute precaria, in cambio di uno stipendio almeno pari ad esso. Ma la situazione lavorativa al Sud non è confortante purtroppo.

Senza il reddito di cittadinanza in che condizione si sarebbe trovata oggi?

Non oso nemmeno pensare alla mia situazione se non avessi avuto il Rdc. Mi ha aiutata a non perdere la dignità di donna e mamma, a non far mancare il necessario a mia figlia e a guardare al futuro con rinnovata speranza. È stato ed è un supporto vitale. Lo ribadisco, soprattutto per la mia dignità. 

L’annuncio della cancellazione del Rdc la preoccupa? Cosa spera soprattutto?

Non solo mi preoccupa. Mi angoscia. È impensabile che il Governo decida di togliere il beneficio senza che al contempo vengano garantiti reali strumenti di politica attiva tali da consentire agli individui di trovare un lavoro che garantisca loro dignità economica e sociale. Non si diventa ricchi grazie al Rdc. Ma si ha la possibilità di vivere con dignità. Ovviamente nella speranza di trovare un lavoro.

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