Avvenire di Calabria

L'idea lanciata dall'arcivescovo Morrone si propone di generare opportunità di sviluppo territoriale e di autoimprenditoria

Hub-Porto: guardare al Futuro con idee chiare. Il sesto appuntamento è giovedì 13 giugno

Il progetto della diocesi di Reggio Calabria - Bova in collaborazione con l’equipe Policoro si rivolge soprattutto alle realtà giovanili

di Redazione Web

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La diocesi di Reggio Calabria-Bova, in collaborazione con il Progetto Policoro, continua il suo percorso di formazione e crescita con il sesto incontro del progetto "Hub-Porto, guardare al futuro con idee chiare". Il progetto, dedicato ai giovani, mira a fornire strumenti concreti per leggere e comprendere i bandi europei, nonché per presentare progetti vincenti che spianino la strada a nuove idee per la crescita del territorio anche in chiave lavorativa.

Il sesto appuntamento di questo cammino, iniziato lo scorso gennaio, è dopodomani, giovedì 13 giugno alle ore 18:30 presso la Curia Arcivescovile di Reggio Calabria. Il percorso formativo, completamente gratuito, è aperto a tutti coloro che desiderano mettersi in gioco e acquisire competenze fondamentali per il futuro professionale.

L'arcivescovo Morrone: «Vi spiego cos'è Hub-Port: "sogni" che diventano progetti»

«Hub Porto è un laboratorio di idee e proposte incentrato sulla progettazione sociale e multidisciplinare», spiega l'arcivescovo metropolita di Reggio Calabria - Bova, monsignor Fortunato Morrone che ha lanciato l'idea poi trasformata in progetto. «In questo contesto, due esperti in progettazione, coordinano le attività di un gruppo di giovani e meno giovani del territorio che si stanno mettendo in gioco per attivare azioni di crescita e sviluppo territoriale».

«Insieme - ancora il presule - si analizzano i bisogni del territorio, si valutano gli strumenti e le risorse già esistenti e si creano "sogni" che diventeranno progetti man mano che escono i bandi giusti a cui accedere».

Nell'annunciare il sesto appuntamento, il vescovo Fortunato spiega cosa si farà: «Il prossimo giovedì (13 giugno, ndr), con un' esperienza laboratoriale pratica, si lavorerà sulla conoscenza e la gestione delle emozioni e sulle dinamiche del lavoro di gruppo, attraverso la tecnica della teatro-corpo».

Ecco come è nato Hub-Porto

Durante un’omelia, in occasione dei festeggiamenti in onore di Maria Santissima di Porto Salvo a Melito Porto Salvo, il vescovo Fortunato Morrone lancia l’input: raccogliere idee e proposte per attivare le energie positive del territorio, in particolare dei giovani, generando opportunità di sviluppo territoriale e di autoimprenditoria.


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Nasce così Hub Porto, progetto che vuole trasformare la “vision” della gioventù locale. Lontano da promesse vuote, questo porto diventa subito un faro di speranza per una comunità che lotta contro isolamento geografico e indifferenza sociale.

Un faro di speranza per la gioventù locale

Concepito quale luogo di convergenza e valorizzazione delle competenze locali, Hub porto vuole rompere le catene dell’immobilismo e dell’apatia, offrendo un’opportunità unica di crescita e sviluppo. In un territorio frammentato e spesso dimenticato, rappresenta un segno tangibile di fiducia nel potenziale umano e creativo presente.


PER APPROFONDIRE: I giovani reggini pronti a incontrarsi all’Hub-porto, “spazio” di socialità in cui progettare il futuro


Il progetto della diocesi di Reggio Calabria - Bova in collaborazione con l’équipe Policoro diocesana nasce proprio dall’idea di creare quello che oggi viene definito “Hub”, un «porto socio-culturale di formazione e sviluppo» sull’esempio del ruolo rivestito in passato dai porti, in questo caso dell’area dello Stretto: garantire scambi, crescita e sviluppo per il territorio in prospettiva moderna.

La “capitaneria”, cuore pulsante del Porto Socio-Culturale

Cuore pulsante del Porto Socio-Culturale è la “capitaneria”, sede fisica che funge da centro di incontri, formazione e collaborazione. Ospitata nei locali dell’Arcidiocesi Reggio Bova, è la sede in cui giovani e adulti si incontrano per scambiare idee e cercare l’accesso a risorse e opportunità di sviluppo.

Gli incontri, avviati il 7 marzo 2024, hanno cadenza quindicinale: ci si ritrova il giovedì dalle 18.30 alle 20.30. Ma il Porto Socio-Culturale non si limita a essere un luogo di incontro. L’obiettivo a lungo termine è trasformarlo in un centro di formazione multidisciplinare, con corsi e workshop specializzati in settori cruciali per lo sviluppo: dalla promozione turistica, all’agricoltura sostenibile, dall’artigianato all’innovazione tecnologica.

Ma forse ciò che lo rende davvero speciale è la sua natura inclusiva ed empatica, non limitandosi a creare opportunità pratiche, ma anche a promuovere una cultura di solidarietà, collaborazione e rispetto. È un luogo dove ci si sente accolti e supportati, dove le idee possono fiorire e i sogni diventare realtà.

In un’epoca segnata da divisioni e disuguaglianze, il Porto Socio-Culturale è un esempio luminoso di ciò che accade quando le comunità si uniscono. È un tributo alla resilienza e alla creatività del popolo calabrese, e una testimonianza del potere trasformativo dell’autoimprenditorialità giovanile.

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