Avvenire di Calabria

Guatemala: dopo nuovo “attacco” della Procura al presidente eletto Arévalo la Cidh condanna l’“esercizio abusivo del potere”. Preoccupazione anche da altri Paesi e politici

di Redazione Web

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Dalla Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh) arriva una condanna per “l’esercizio abusivo del potere” da parte della Procura del Guatemala, che anche negli ultimi giorni non ha cessato di intentare azioni contro il presidente eletto, Bernardo Arévalo de León, e il suo partito, il Movimento Semilla. In un comunicato diffuso sabato, la Cidh rivolge “un appello a cessare le interferenze della Procura che minano l’ordine democratico e la volontà sovrana della popolazione”. Secondo la Cidh, la Procura guatemalteca, guidata dalla procuratrice generale Consuelo Porras, sta attaccando “l’ordine democratico, il processo di transizione presidenziale in corso e l’esercizio delle libertà civili e politiche”. L’organizzazione parla di “esercizio abusivo del potere”, messo in atto “attraverso azioni incessanti e interferenze indebite”.

È di giovedì scorso l’ultimo atto della Procura, che ha chiesto la revoca dell’immunità giudiziaria di Arévalo e della vicepresidente eletta, Karin Herrera, per un presunto caso di danneggiamento di beni pubblici nell’occupazione del 2022 dell’Università di San Carlos da parte degli studenti- Contestualmente, è stata arrestata l’ex candidata del partito Semilla Marcela Blanco e sono stati emessi mandati di arresto per altre 25 persone, tra cui ex funzionari, politici, studenti e professori universitari.

Numerose le reazioni internazionali di fronte a quello che appare come un ulteriore tentativo di delegittimare l’elezione di Arévalo, primo presidente progressista della storia del Paese. L’Ambasciata di Francia in Guatemala ha espresso “profonda preoccupazione” per quanto accaduto, e 28 ex presidenti della Repubblica o premier di centrodestra dell’area ibero-americana (tra i quali l’ex premier spagnolo Mariano Rajoy, gli ex presidenti del Messico Vicente Fox e Santiago Calderón, della Colombia Iván Duque, Alvaro Uribe e Andrés Pastrana, del Cile Eduardo Frei, dell’Argentina Mauricio Macri) denunciano che in Guatemala è in atto un “evidente tentativo di alterazione dell’ordine costituzionale” ed esprimono il proprio appoggio al presidente eletto Arevalo.

Fonte: Agensir

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