Avvenire di Calabria

Il presidente in esclusiva ad Avvenire di Calabria parla dell'investimento sui giovani professionisti e del ritorno dei luminari in regione

Giovani medici per la Calabria, parla Occhiuto: «Così rivoluzioniamo la sanità»

Sulle Guardie mediche il Governatore assicura: «Non ci sarà alcun taglio, saranno potenziati gli altri presidi di continuità assistenziale sul territorio»

di Francesco Chindemi

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Dalla carenza di medici allo sblocco del turnover, fino alle nuove facoltà di Medicina, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, affronta le questioni cruciali della sanità calabrese, con un impegno concreto per i servizi territoriali.

Nell’intervista esclusiva rilasciata nell'edizione del nostro settimanale Avvenire di Calabria, in edicola domenica scorsa con il quotidiano nazionale della Cei Avvenire, Occhiuto descrive nel dettaglio le misure adottate per risolvere le problematiche legate al settore sanitario, con particolare attenzione alle nuove assunzioni, alla formazione e all'arrivo dei medici cubani.

Carenza di medici: dall'emergenza alla sfida

Uno dei temi più critici è proprio la carenza di personale medico e infermieristico, che non riguarda solo la Calabria, ma l’intero Paese. «Per anni si è agito con miopia, imponendo un numero chiuso troppo ristretto nelle facoltà di Medicina, pensando che ci fossero troppi medici», commenta Occhiuto. La pandemia di Covid-19, come lui stesso sottolinea, ha messo in evidenza le gravi carenze del sistema sanitario nazionale. In questo contesto, il governatore approva la decisione del ministro Bernini di «ridurre il numero chiuso nelle facoltà di Medicina, con l’obiettivo di formare oltre 30.000 nuovi medici».


PER APPROFONDIRE: Sanità, attivata la nuova Postazione di Emergenza Territoriale a Palmi: sarà a supporto del 118


Occhiuto sottolinea l'impegno della Regione Calabria nel contrastare questa emergenza. «In Calabria abbiamo sbloccato i concorsi, portato medici cubani e assunto specializzandi», dichiara, spiegando come ogni iniziativa sia stata cruciale per evitare la chiusura di ospedali o reparti. Descrive il lavoro incessante della Regione per rendere i concorsi più attrattivi e invertire la tendenza che vedeva pochissimi medici candidarsi nei bandi delle aziende sanitarie. «Negli ultimi due anni e mezzo abbiamo assunto oltre 3.500 tra medici e infermieri», continua, evidenziando che questo intervento è stato necessario per fronteggiare i 3.300 pensionamenti avvenuti nello stesso periodo.

Investire in formazione e sulle giovani professionalità

Uno degli aspetti più rilevanti della strategia messa in atto dal governatore è il forte investimento sulla formazione di nuovi professionisti del settore sanitario, con un occhio di riguardo ai giovani medici calabresi. «Per troppo tempo, i nostri giovani laureati in Medicina sono stati costretti a cercare opportunità di lavoro fuori regione o addirittura all'estero, a causa della mancanza di posti di specializzazione o delle condizioni lavorative poco attrattive», spiega Occhiuto, sottolineando come sia stato necessario invertire questa tendenza per trattenere i talenti in Calabria.

«Adesso, grazie all'apertura di nuove facoltà e all'ampliamento dell'offerta formativa, non solo stiamo creando le condizioni per formare un numero maggiore di medici, ma stiamo anche offrendo opportunità reali di lavoro qualificato nella nostra regione».

Il ritorno dei luminari della sanità figli della Calabria

Il governatore sottolinea che questo percorso di rinnovamento non si limita solo all’aumento delle assunzioni, ma riguarda anche il ritorno di luminari che scelgono di investire le proprie competenze in Calabria, contribuendo a migliorare la qualità dei servizi sanitari e a promuovere l'eccellenza nella formazione.

«Il ritorno di figure di spicco, come la professoressa Franca Melfi, rappresenta un segnale incoraggiante per il futuro della nostra sanità», aggiunge Occhiuto. Franca Melfi, riconosciuta a livello internazionale per le sue competenze in chirurgia toracica robotica, ha deciso di tornare a operare in Calabria, attratta dalla visione di rilancio del sistema sanitario regionale. «Questo è un esempio concreto di come stiamo riuscendo a creare un ambiente lavorativo stimolante e all’avanguardia, in grado di attrarre professionisti di alto livello e di far tornare in Calabria eccellenze che in passato hanno dovuto cercare fortuna altrove», prosegue Occhiuto.

Impegno per la ricerca e contro la "fuga dei cervelli"

Non solo la Melfi, ma anche altri luminari stanno guardando con interesse alla Calabria, grazie ai progetti di innovazione che stanno trasformando la sanità regionale in un punto di riferimento, spiega ancora il Governatore. «Stiamo creando un sistema che non solo forma i giovani medici, ma che offre loro la possibilità di restare, crescere e fare carriera qui», spiega il governatore, sottolineando che questo non significa solo evitare la "fuga dei cervelli", ma attrarre professionisti da altre parti d'Italia e dall'estero.

Questo movimento di ritorno delle eccellenze e di formazione dei nuovi professionisti è strettamente legato alla creazione di poli universitari di alto livello, capaci di fornire un’istruzione d’avanguardia ai futuri medici. «Quando sono diventato presidente, in Calabria c’era solo la facoltà di Medicina di Catanzaro. Oggi abbiamo tre poli universitari: uno a Catanzaro, uno a Cosenza e uno a Crotone», spiega Occhiuto.

Questi centri formativi non solo permetteranno a più giovani calabresi di accedere a una formazione di qualità, ma anche di attrarre talenti da tutto il Paese e persino dall’estero. Il progetto dell’Azienda ospedaliero-universitaria "Renato Dulbecco" di Catanzaro, realizzato in poco più di 12 mesi, si inserisce in questa visione di eccellenza, costituendo uno degli hub sanitari e formativi più importanti del Sud Italia. E il ritorno di figure prestigiose, ancora il presidente della Calabria, «è la dimostrazione che stiamo creando le condizioni per una sanità di qualità, che può competere a livello nazionale e internazionale. Questo è solo l’inizio, ma dimostra che il nostro impegno sta producendo risultati concreti».

Guardie mediche: «Nessun taglio»

La sanità territoriale rappresenta uno degli ambiti su cui la Regione Calabria sta investendo maggiormente per garantire servizi di qualità anche nelle aree periferiche. Su questo punto, il presidente Roberto Occhiuto è chiaro: «Non ci saranno chiusure, né di ospedali né di ex guardie mediche», afferma con decisione, rassicurando i cittadini, in particolare quelli del reggino, dove si era diffuso il timore di una possibile riduzione dei servizi. Al contrario, Occhiuto annuncia piani ambiziosi per potenziare l’assistenza sanitaria, a partire dalla realizzazione di tre nuovi ospedali attesi da anni: quello della Sibaritide, quello di Palmi e quello di Cosenza, «aumentando l’assistenza sanitaria per i cittadini».

«L’ospedale della Sibaritide - afferma - spero possa essere realtà entro la fine del mio mandato, e dunque tra due anni. La costruzione di quello di Palmi sta andando avanti, mentre per quello di Cosenza i lavori dovrebbero partire entro la fine del 2025. Le guardie mediche non verranno in alcun modo toccate. Semplicemente, seguendo una legge nazionale, è in atto un processo riorganizzativo che fa parte di una più ampia programmazione dell’intera rete territoriale che prevede, tra l’altro, l’attivazione di Aggregazioni Funzionali Territoriali di Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta su tutto il territorio regionale, l’attivazione delle Centrali Operative Territoriali (due sono già state attivate), la realizzazione delle Case di Comunità, l’ultimazione della rete emergenza 118 e infine l’attivazione del numero unico di continuità assistenziale 116117», assicura il Governatore.

«La riduzione delle ex guardie mediche avverrà solo dopo che saranno attivi tutti questi nuovi presidi e strumenti di assistenza territoriale che andranno a sostituire gradualmente le strutture che attualmente si occupano di continuità assistenziale», conclude.

Medici cubani, una soluzione vincente

Un tema che ha suscitato particolare attenzione è quello dell’arrivo di medici cubani in Calabria, una scelta che inizialmente ha sollevato non poche polemiche, ma che si è rivelata vincente. «Portare i medici cubani in Calabria è stata un’operazione di successo, che andrà avanti nei prossimi anni, fintanto che non riusciremo con i concorsi a riempire i vuoti di organico che ancora oggi abbiamo», afferma ancora ad Avvenire di Calabria il governatore Occhiuto.

«Due anni fa, quando ho sottoscritto l’accordo con Cuba, mi sono trovato davanti a un bivio: chiudere alcuni ospedali o inventarmi qualcosa per avere subito medici da mandare in corsia». L’alternativa era chiara: il sistema sanitario calabrese rischiava il collasso a causa della mancanza di personale. La scelta dei medici cubani, come ricorda Occhiuto, non è stato un salto nel buio. «Erano stati già in Italia, in Lombardia e in Veneto, durante i mesi più drammatici del Covid. Da quella positiva esperienza è nata un’intuizione che ha fatto scuola». Eppure, «inizialmente ho subito attacchi di ogni tipo, soprattutto dall’ordine dei medici e dall’opposizione; oggi, invece, tutti vogliono i medici cubani».

I nuovi sanitari caraibici pronti a entrare in azione: ecco dove andranno

Intanto, proprio in questi giorni, è arrivato in Calabria un nuovo contingente di camici bianchi caraibici: 66. Prima di raggiungere gli ospedali di assegnazione - seguiranno l’ormai collaudato corso di lingua italiana presso l’UniCal di Cosenza. I medici cubani appena arrivati saranno così distribuiti su tutto il territorio regionale: 18 all’Asp di Catanzaro, 17 all’Asp di Vibo Valentia, 12 all’Asp di Crotone, 9 all’Asp di Reggio Calabria, 6 all’Ao ’Annunziata’ di Cosenza e 4 all’Asp di Cosenza.



I 66 camici bianchi giunti oggi si vanno ad aggiungere ai 267 che ormai lavorano stabilmente nei nostri ospedali. «In Calabria attualmente abbiamo, dunque, 333 medici cubani, e altri ne arriveranno nei prossimi mesi fintanto che la Regione non riuscirà con i concorsi a coprire tutte le carenze di organico ancora presenti», conclude Occhiuto.

Articoli Correlati