Avvenire di Calabria

Oggi in tutto il mondo si riflette sull'importanza della montagna per l'ecosistema, ma non solo

Giornata della Montagna, la Calabria e il suo Appennino

La Calabria ha il suo Appennino, una peculiarità unica per una regione del Mezzogiorno d'Italia

di Redazione Web

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Oggi in tutto il mondo si riflette sull'importanza della montagna per l'ecosistema, ma non solo. La Calabria ha il suo Appennino, una peculiarità unica per una regione del Mezzogiorno d'Italia.

Oggi è la Giornata della Montagna

La Giornata internazionale della montagna si tiene il giorno 11 dicembre di ogni anno ed è stato istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a partire dal 2003, dopo avere dichiarato il 2002 “Anno Internazionale della montagna” – International Mountain Year (IMY).

Ogni anno, a livello internazionale, viene individuato dalla direzione della FAO-Mountain Partnership un tema oggetto della celebrazione. Per l’anno 2023 è stato scelto come tema il ripristino degli ecosistemi di montagna, nell’ambito dell’iniziativa del Decennio delle Nazioni Unite sul Ripristino degli Ecosistemi 2021-2030


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«Persone stanche, stressate e fin troppo "civilizzate" stanno cominciando a capire che andare in montagna è tornare a casa e che la natura incontaminata non è un lusso, ma una necessità».

John Muir era appassionato di montagne e di luoghi selvaggi. Li amava e li voleva proteggere, tanto che nel 1892 fondò il Sierra Club, la più antica e grande organizzazione ambientalista degli Stati Uniti. 

Per Muir il mondo naturale non era solo una risorsa da sfruttare, ma aveva un valore intrinseco tutto suo, da cui l'uomo stesso poteva trarre grande beneficio.

Attraverso i suoi scritti Muir ha cercato di trasmettere il suo amore per la natura, ma anche di ispirare le persone a prendersene cura. E proprio la cura è al centro della Giornata internazionale della Montagna 2023: è infatti "ripristinare gli ecosistemi montani" il tema scelto dalla FAO per celebrare le terre alte.

L'Appennino di Calabria: dal Pollino all'Aspromonte

L'Appennino calabro è una suddivisione dell'Appennino meridionale che si estende dal Massiccio del Pollino, al confine con la Basilicata, allo Stretto di Messina, costituito a nord dal Massiccio del Pollino, al centro dall'altopiano della Sila e le Serre calabresi, a sud dall'Aspromonte e a ovest dalla Catena Costiera. Le vette più alte sono: la Serra Dolcedorme 2.267m, Monte Botte Donato 1.928 m, il monte Montalto 1.956 e la Montea 1.825 m.


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Il Pollino

Il Geoparco UNESCO del Pollino si trova nel sud Italia. L’area è costituita da diversi rilievi massicci, tra il mar Ionio e il mar Tirreno che si innalzano fino alle più alte quote dell’Appennino meridionale: il massiccio del Pollino, i monti Orsomarso e il monte Alpi.

Il massiccio del Pollino è costituito da cinque vette dislocate per più di 2000 m, di cui il punto più alto è la Serra Dolcedorme a 2267 m s.l.m., è il punto più alto dell’Appennino meridionale, e l’unico massiccio italiano da cui è possibile ottenere un scorcio di tre mari: lo Ionio, il Tirreno e l’Adriatico.

L’area della catena del Pollino è sempre stata di grande interesse geologico nelle regioni del Mediterraneo e dell’Italia meridionale. Rappresenta una delle chiavi per comprendere il rapporto strutturale tra l’Arco peloritano-Calabrese e l’Appennino Meridionale perché collega i suoli sedimentari del calcare appenninico e la geologia cristallina metamorfica e sedimentaria dell’Arco di Calabria.

Questo punto di contatto è identificato come la “Faglia Sangineto” situata immediatamente a sud della catena montuosa dei Monti dell’Orsomarso. Segna il punto di contatto tra l’Appennino e l’Arco Calabrese Peloritano. Le caratteristiche geologiche e strutturali delle unità che compaiono negli Appennini calabresi e lucani, costituiscono una delle modalità con cui siamo in grado di ricostruire le principali fasi di sviluppo di questo orogeno.

Inoltre, le unità ofiolitiche forniscono informazioni sui processi di accrescimento che si sono sviluppati tra il tardo Cretaceo-Eocene e l’Oligocene a seguito della chiusura dell’Oceano Tetide.

La Sila

L'altopiano della Sila si estende in Calabria tra le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro.  Un patrimonio naturale dove la diversità dei paesaggi, la varietà di specie animali e vegetali e la bellezza dei luoghi hanno reso opportuna la costituzione del Parco Nazionale della Sila che ne tutela i tesori.

Si tratta del più vecchio parco nazionale della Calabria, tra i primi 5 nati in Italia. Un'area che, pur conservando il suo affascinante aspetto di zona selvaggia e incontaminata, colpisce il visitatore grazie ai tanti caratteristici paesini che ospita, alla squisita accoglienza e all'opportunità di praticare numerosi sport all’aria aperta. Ogni momento dell'anno è giusto per ammirare e godere lo splendido territorio di questa terra dalle mille risorse. 

Il parco custodisce al suo interno uno dei più significativi patrimoni di biodiversità che merita di essere amato e soprattutto protetto. Il simbolo del Parco è il lupo, specie depredata per secoli e fortunatamente sopravvissuta fino al 1970, anno in cui fu istituita una legge a favore della sua salvaguardia. Attualmente l’area protetta del parco è candidata ad essere inserita nella lista mondiale degli UNESCO Global Park.

Angoli selvaggi, scenari grandiosi di storia, che cambiano e si modificano con il variare delle quote e delle stagioni creando atmosfere magiche, meravigliosi contrasti e armoniosi accordi di colori e sfumature. Nel parco si possono ammirare i cosiddetti patriarchi vegetali, circondati da muschi, licheni, erbe, felci, arbusti, rampicanti, policromi fiori e da una miriade di animali, veri e propri simboli di biodiversità e portatori di un particolare patrimonio genetico. Sono alberi singolari, che convivono in equilibrio con l'ambiente, che moderano il clima e valorizzano il paesaggio, difendono il suolo e proteggono le riserve idriche.

Circa l’80% della superficie totale del Parco è costituita da terreno boschiva, la percentuale più alta d’Italia. Ampie sono le vallate che si aprono lungo le dorsali del Parco ove è praticata la pastorizia, con forme di transumanza ed alpeggio che resistono tutt'oggi, con un’agricoltura legata soprattutto alla coltivazione della patata della Sila IGP.


PER APPROFONDIRE: In Aspromonte la quercia più antica del mondo


L'Aspromonte

Il Parco Nazionale dell’Aspromonte, caratterizzato da un’enorme biodiversità animale e vegetale, riserva ai suoi visitatori affascinanti percorsi tra la natura incontaminata e suggestivi itinerari storico-culturali.

Il territorio del Parco è situato all’interno della provincia di Reggio Calabria e prende il nome dal Massiccio dell’Aspromonte, che significa candido, bianco e risale alle popolazioni greche della costa ionica che ammiravano le candide formazioni montuose del massiccio.

Il territorio del Parco è dunque situato fra il Mar lonio e il Tirreno, dai quali dista pochissimo, e dalle sue vette sono perfettamente visibili l'Etna e le Isole Eolie. Le ripide pareti rocciose delimitano strette e suggestive vallate, animate da torrenti dal corso impetuoso che, durante il tragitto, si trasformano in affascinanti cascate.

Fra il mare e il massiccio resta quasi sempre uno stretto lembo di terra, troncato in certi punti da incantevoli promontori a picco sul mare, tra i quali il più spettacolare è senza dubbio Monte S. Elia. Il lago Rumia e il lago Costantino regalano suggestivi panorami rispettivamente nei pressi di Gambarie e nella valle del Bonamico.

Nel Parco Nazionale d’Aspromonte è la natura a fare da padrona, con vette che sfiorano i 2000 metri e una grande varietà di specie vegetali che generano un’ampia biodiversità, grazie anche a condizioni climatiche particolarmente favorevoli. Si incontrano oleandri e tamerici ma è possibile osservare anche il pioppo nero, il salicone e l’ontano nero, grazie alla numerosa e abbondante presenza di corsi d’acqua. È facile ritrovarsi in meravigliose foreste di faggio, ma la spettacolarità di pinete immense e sublimi si deve al pino laricio, l’albero emblema dell’Aspromonte.

Il Parco Nazionale dell’Aspromonte è ricco di magnifici e suggestivi paesaggi, di sentieri che affiancano panorami vasti e diversi e che permettono di attraversare zone in cui mare e monti appaiono così vicini da sembrare un unico ambiente. L’esplorazione nel cuore dell’Aspromonte offre la possibilità di percorrere a piedi affascinanti tragitti, dai più comodi a quelli più lunghi e avventurosi, in perfetta simbiosi con la natura e lo straordinario paesaggio circostante.

Percorrendo i sentieri è possibile attraversare tutto l’Aspromonte ed estendere lo sguardo alle varie bellezze naturali, dalle cascate agli stretti valloni, dai monumenti storici ai piccoli borghi ed ai numerosi agglomerati rocciosi. Chi ama la natura non può non rimanere impressionato dalle immense foreste di alberi secolari e, ancora, dalle rarità faunistiche come il capriolo, che grazie all’Ente Parco d’Aspromonte è ritornato a vivere in questi boschi.

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