Avvenire di Calabria

La ricorrenza ha l'obiettivo di sensibilizzare le persone sul principio di solidarietà e al contempo stimolare azioni di sostegno nei confronti di chi vive situazioni di disagio

Giornata internazionale della Solidarietà: un invito alla fratellanza e all’aiuto reciproco

Dall'Onu alla Dottrina Sociale della Chiesa, fino a Papa Francesco: «La globalizzazione deve contribuire alla crescita collettiva e al bene comune»

di Redazione Web

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Oggi, 31 agosto, celebriamo la Giornata internazionale della Solidarietà, istituita dall’Onu nel 2005. Una ricorrenza che ci invita a promuovere gesti di generosità e di apertura verso chi vive in condizioni di disagio, ricordandoci che la vera forza di una comunità sta nell’aiuto reciproco.

Un impegno globale verso chi è in difficoltà

La Giornata internazionale della Solidarietà nasce dalla volontà di ricordare che ogni individuo ha il potere e la responsabilità di contribuire al benessere comune. Come sottolineato dall’ONU, la solidarietà è una virtù che implica molto più di un semplice atto di carità occasionale; richiede un impegno costante nel promuovere l’uguaglianza, la giustizia sociale e il rispetto dei diritti umani.


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La solidarietà si basa su un principio fondamentale: il riconoscimento dell’interdipendenza tra tutti gli esseri umani, indipendentemente dalla loro origine, cultura o situazione economica.

La solidarietà secondo la Dottrina sociale della Chiesa

La Dottrina sociale della Chiesa offre una profonda riflessione sulla solidarietà, evidenziando come essa rappresenti non solo un principio sociale, ma anche una virtù morale. Secondo la Chiesa, la solidarietà è «la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune», un impegno che va oltre il semplice aiuto materiale e mira a costruire una società più giusta e unita.


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Come si legge nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, la solidarietà mette in luce «l'intrinseca socialità della persona umana, l'uguaglianza di tutti in dignità e diritti, e il comune cammino degli uomini e dei popoli verso una sempre più convinta unità». Questo principio ci ricorda che, in un mondo sempre più globalizzato e interconnesso, siamo tutti chiamati a contribuire alla crescita comune e al bene di tutti.

La sfida della solidarietà nel mondo contemporaneo

Nel mondo di oggi, segnato da conflitti, disuguaglianze e crisi economiche, la solidarietà è più che mai necessaria. La globalizzazione ha amplificato le possibilità di collaborazione tra i popoli, ma ha anche accentuato le disparità e le ingiustizie. In un contesto in cui l'indifferenza sembra prevalere di fronte alle sofferenze altrui, la solidarietà rappresenta un antidoto potente contro l'egoismo e l'individualismo.

Come sottolineato da papa Francesco durante un’udienza generale di qualche anno fa, «la solidarietà non è solo questione di aiutare gli altri, ma di giustizia». Il Papa ha evidenziato l’importanza di creare «una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni». Questo significa trasformare l’interdipendenza globale in relazioni di vera solidarietà, dove il bene comune e la dignità umana sono posti al centro delle azioni collettive.

La solidarietà come speranza per un futuro migliore

In occasione della Giornata internazionale della Solidarietà, ciascuno è chiamato a riflettere su come possa contribuire, nel proprio piccolo, a costruire un mondo più giusto e solidale. È un invito a guardare oltre a sé stessi, a riconoscere le necessità degli altri e a rispondere con gesti concreti di aiuto e condivisione.


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È ancora papa Francesco a ricordarcelo: «La solidarietà è l’atteggiamento che rende le persone capaci di andare incontro all’altro e di fondare i propri rapporti reciproci su quel sentimento di fratellanza che va al di là delle differenze e dei limiti, e spinge a cercare insieme il bene comune. Solidarietà è farsi carico del problema dell’altro. Il mandato dell’amore va esercitato partendo non da idee o concetti ma dal genuino incontro con l’altro, dal riconoscersi giorno dopo giorno nel volto dell’altro con le sue miserie e con i suoi eroismi. Non si amano concetti o idee, ma si amano persone in carne ed ossa: uomini e donne, bambini e anziani; volti e nomi che riempiono il cuore e ci commuovono fino alle viscere»

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