Avvenire di Calabria

Testimonianze e storie all'incontro promosso presso la sede della Comunità Archè al Parco della Mondialità di Gallico

26 giugno: Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga. Il Cereso celebra la vita

Tra gli interventi, Natale Polimeni, don Pietro Catalano, il presidente Fict Squillaci e Patrizia che ha raccontato la sua esperienza

di Redazione Web

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La Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga istituita dall’Onu che si celebra il 26 giugno è un’occasione per rimettere al centro della riflessione un problema che coinvolge solo in Italia quasi 5 milioni di persone, tra adulti e giovanissimi, con un aumento rispetto agli anni pandemici e un focus sempre più preoccupante sull’abuso di alcol e sull’autoprescrizione di farmaci.

Droga, un problema di cui si parla poco ma presente

Eppure, a livello mediatico, sembra quasi che il problema non esista più: non si parla di droga, non si parla di problemi correlati alle dipendenze, sembra quasi che non si muoia più nemmeno di overdose.


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Invece nel 2022 sono stati 298 i decessi per overdose di sostanze stupefacenti. E il trend di consumo è in continuo aumento, soprattutto tra i giovani. Secondo i dati Espad 2023, in Italia, il 28% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni usa o ha usato sostanze stupefacenti, nel 2021 era poco più del 18% e aumenta pure le percentuali di coloro che hanno usato per la prima volta prima dei 14 anni, dato che passa dal 27% del 2018 al 33% del 2022.

Non meno allarmanti sono i dati del consumo di sostanze illegali: sono 780 mila gli studenti che fanno binge drinking (abbuffata alcolica) e 460mila gli studenti che hanno per la prima volta fatto abuso di psicofarmaci.

Giornata mondiale contro la droga, ecco lo slogan: “L’evidenza parla chiaro: investire in prevenzione”

Di fronte a dati così allarmanti, appare evidente che non possiamo limitarci a parlare di dipendenza e di prevenzione (lo slogan di questa giornata Mondiale contro la droga è “L’evidenza parla chiaro: investire in prevenzione”) solo in giornate celebrative o quando l’esperto di turno è chiamato in causa per spiegare fatti di cronaca gravi e che gettano tutti nello sconforto.


PER APPROFONDIRE: Droga, salvarsi è possibile: «Così abbiamo detto no alla dipendenza»


La prevenzione non può essere fatta di spot e a spot, ridotta a incontri sporadici proposti all’interno delle scuole. È necessario mettere al centro la relazione educativa fondata sull’incontro e sulla costante presenza, sull’ascolto e sulle esperienze significative.

L’uso delle sostanze non può essere contrastato solo con le sanzioni. È necessario promuovere stili di vita sani e consentire di fare esperienza di benessere e di felicità autentica. Questo è possibile solo attraverso la costruzione di legami significativi all’interno di contesti educativi nei quali i giovani trovino spazio di ascolto autentico, di riconoscimento e di relazione che permette loro di sentirsi liberi di raccontare paure e sogni.

Giornata mondiale contro la droga, il Cereso celebra la vita

Questi i presupposti che hanno guidato l’evento che il CERESO, Ente del Terzo Settore che opera da oltre 30 anni nel campo della prevenzione e del recupero dalle dipendenze sul territorio della provincia di Reggio Calabria, ha realizzato lo scorso 24 giugno presso la sede della Comunità Archè al Parco della Mondialità.

L'intervento di Natale Polimeni, nipote del co-fondatore del Cereso Totò Polimeni

L’associazione ha scelto di dedicare la sala multimediale della nuova sede della struttura al medico co-fondatore del Centro Totò Polimeni. Il nipote Natale Polimeni, intervenuto per l’occasione, nel raccontare l’impegno quotidiano di Totò nel promuovere il bene e la salute e che lo ha portato a fondare il CERESO insieme al sacerdote Pietro Catalano, ha messo in evidenza un tema caro al medico e ancora oggi fondamentale e lontano dall’essere realizzato; ovvero la necessità di una visione globale dei problemi e della ricerca di soluzioni che non può essere relegata agli esperti, ma che deve riguardare tutta la comunità civile.

Le testimonianze: «le relazioni "cura" per tronare ad essere parte della comunità»

Quindi, operatori e volontari, pazienti e famiglie, hanno potuto ascoltare le testimonianze di alcuni pazienti che, dopo avere completato il percorso terapeutico, hanno scelto di raccontarsi e di dare voce alla Speranza. È stato un momento carico di emozione e significato.

Patrizia, una delle persone che ha reso la sua testimonianza, ha detto con forza: «Ogni giorno io scelgo la vita. Da quando ho finito il mio percorso in comunità, i miei problemi sono paradossalmente aumentati, ma io ho imparato che la fragilità è un valore e non qualcosa di cui vergognarsi, è ciò che mi rende unica!».

Luciano Squillaci, presidente della FICT

Queste parole rappresentano il vero senso della prevenzione e dell’attenzione ai giovani. Il presidente della FICT, Luciano Squillaci, presente al momento celebrativo ha dichiarato: «per promuovere la salute e il benessere è importante stare vicini ai territori tramite messaggi chiari, tramite la promozione della cultura della salute, tramite la promozione della centralità della relazione circolare con le persone, con i servizi, con i territori, con e tra la comunità territoriale».


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Il CERESO, collocando la comunità all’interno del Parco della Mondialità e promuovendo iniziative come quella del 24 giugno testimonia il valore delle Relazioni, quelle specialistiche che sono fondamentali per la cura della malattia, ma anche quelle informali che restituiscono a chi vive la difficoltà la speranza di tornare a essere parte della comunità.

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