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Sono proseguite per tutta l’estate le prove di carico sui tratti già completati della Gallico - Gambarie. La più recente ha interessato la rotatoria di Mulini di Calanna che fa da “raccordo” tra il nuovo e vecchio tracciato della strada a scorrimento che collegherà finalmente il mare alla montagna.
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La Gallico - Gambarie si appresta a diventare realtà. E c’è già una scadenza. Come anticipa il sindaco metropolitano di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà,nell'intervista pubblicata sull'ultimo numero di Avvenire di Calabria, in edicola e in parrocchia domenica scorsa con il quotidiano della Cei Avvenire.
Per quanto attiene il tratto originario, da Mulini a Ciarro, l’andamento dei lavori è stato stimato al 97%. Nei prossimi giorni l’impresa conta di completarlo con la stesura del tappetino finale e la relativa segnaletica orizzontale, mentre per il tratto aggiuntivo, da Ciarro a Podargoni, siamo oltre il 70%. Sono in fase di varo i cosiddetti impalcati, che sono l’ultima importante lavorazione prima del completamento definitivo.
La sfida più importante è stata quella della rotatoria in località “Mulini” che costituisce un’alta opera di ingegneria, in quanto tutta la rotatoria risulta appoggiata su pile e solo in minima parte sul terrapieno. Le pile hanno le sottofondazioni realizzate con micropali, quindi in alveo abbiamo perforazioni di oltre 300 micropali, per una lunghezza media di oltre 20 metri.
Si non c’è dubbio. I ritardi sono stati dovuti inizialmente anche all’esecuzione della bonifica di ordigni bellici. Un’attività propedeutica all’avvio delle lavorazioni ma limitatamente al tratto aggiuntivo e questo ci ha causato dei ritardi.
Nel tratto più vicino alla fiumara abbiamo inoltre dovuto affrontare diversi o imprevisti dovuti ad inondazioni che hanno, in certi casi, parzialmente danneggiato le opere in corso di esecuzione. In tutti i casi abbiamo avuto la prontezza di risolversi ed andare avanti senza ulteriori intoppi significativi.
Per quanto attiene l’impatto ambientale ovviamente questa mega opera è dotata di tutte le autorizzazioni ambientali. Dal punto di vista operativo è un cantiere cosiddetto “saldo zero”, in quanto tra “sterri e riporti” non vi sono elevate differenze.
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Quindi dove abbiamo avuto necessità di materiale in cantiere, alcuni sono stati attinti dagli sbancamenti e quindi alla fine si sono compensati senza alterare l’ecosistema locale. Si tratta di una pratica che ci ha consentito, in parte anche di evitare ulteriori costi.
Una per tutte, per esempio, quella dei cosiddetti “isolatori sismici”, un sistema innovativo studiato a seguito degli eventi del terremoto dell’Aquila del 2009. Questo tipo di isolatore, ci hanno fatto sapere i nostri tecnici, ci consente, nel caso di un sisma di grado elevato, che l’impalcato si appoggi direttamente sulla spalla o sulla pila, sacrificando soltanto l’isolatore. Abbiamo impalcati per oltre 2300 metri tutti in acciaio Corten, abbiamo anche tratti costruiti su pali i quali reggono dei muri precompressi, portati in cantiere e gettati poi in opera per la costruzione dei rilevati.
Al momento, abbiamo un’idea di aprire il primo tratto tra Mulini e Ciarro già questo autunno. Per quanto riguarda il tratto aggiuntivo i tecnici e il settore ipotizza una forbice temporale che da dicembre ai primi mesi del 2025, dipenderà anche dalle condizioni metereologiche e climatiche che influiscono sulle lavorazioni. Quello che vorrei ribadire, comunque, è la massima attenzione di tutto il nostro Ente, verso questa opera.
Tutti coloro che in questi anni si sono impegnati con grande abnegazione per superare ogni intoppo per realizzare questa grande opera: dal mio delegato alla viabilità, il vicesindaco Carmelo Versace, ai dirigenti che si sono alternati nel tempo a tutti i funzionari del settore Viabilità, l’impresa esecutrice e ovviamente tutte le maestranze, ma anche i sindaci e la comunità dei paesi che si trovano lungo la Gallico-Gambarie, che hanno seguito l’opera in maniera solerte consci dell’importanza di questa infrastruttura.
Il nostro impegno programmatico per collegare al meglio tutta l’area metropolitana – continua Falcomatà – è sempre stato uno dei principali obiettivi del nostro mandato. Si tratta di una missione strategica della Città Metropolitana, un obiettivo che punta a uno sviluppo armonico del territorio, nel recupero del rapporto con il mare e in una più agevole e funzionale modalità di collegamento con le aree interne, per favorire connessioni, crescita sociale ed economica delle aree collinari e montane. Riteniamo infatti le aree interne una grande risorsa, non solo per uno sviluppo economico e turistico coerente, ma anche per offrire a tutti i nostri cittadini un sistema di mobilità in grado di garantire spostamenti sicuri ed efficienti.
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Non vi è dubbio che l’opera modificherà completamente l’assetto del sistema di mobilità mare-monti dell’area dello Stretto. L’obiettivo è invertire la tendenza allo spopolamento, garantendo un più semplice accesso ai servizi, un collegamento più rapido, sicuro e confortevole, sia per i residenti sia per i turisti, che potranno accedere all’area montana e al parco nazionale dell’Aspromonte in pochi minuti, attraverso una strada sicura e quasi del tutto rettilinea. Non è solo il tempo di percorrenza a cambiare, ma anche il comfort del viaggio e la sicurezza. Pensiamo a chi utilizzerà quella strada giornalmente per motivi di studio o di lavoro, o per esigenze sanitarie. E pensiamo anche ai turisti, che potranno passare dalle spiagge di Reggio nord alla porta del Parco dell’Aspromonte in una manciata di minuti. È un’infrastruttura che valorizza una caratteristica vincente del nostro territorio: mare e montagna che si abbracciano.
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