Avvenire di Calabria

Si apprestano ad entrare nel vivo i festeggiamenti tra i più attesi e partecipati della diocesi di Reggio Calabria - Bova alla vigilia delle celebrazioni mariane settembrine

Gallico festeggia la Madonna della Grazia: regina della “mondialità”

Il tema scelto quest'anno è legato alla pace: argomento caro al fondatore del Parco della Mondialità padre Aurelio Cannizzaro colpito da un particolare del venerato quadro

di Francesco Chindemi

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Si apprestano a entrare nel vivo i festeggiamenti in onore della Madonna della Grazia a Gallico Superiore. Una tra le feste particolarmente sentite nella diocesi di Reggio Calabria - Bova, tra quelle che precedono le celebrazioni settembrine in onore di Maria Madre della Consolazione, patrona del popolo reggino.

Celebrazioni religiose e processioni

Sabato prossimo, 17 agosto, la venerata effigie tornerà al mattino al Santuario della Madonna della Grazia. In serata la celebrazione eucaristica darà inizio ai festeggiamenti in onore di Maria.


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Il quadro della Madonna della Grazia, come tradizione, il sabato precedente l'inizio della festa (quest'anno il 10 agosto) è stato "sceso" presso la parrocchia di Maria Santissima di Porto Salvo in Gallico marina, dove vi resterà fino alla mattina di sabato 17 agosto. L'effigie sarà accolta alle 8 a Passo Caracciolo per la "risalita" verso il Santuario della Grazia. Nel corso della giornata, oltre alle celebrazioni delle 5.45 e delle 6.45 del mattino, è attesa la celebrazione eucaristica delle 19 che segna l'inizio dei festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Grazia.

Il tema della festa

Il tema scelto quest'anno per accompagnare i fedeli nell'itinerario in preparazione alla festa è stato "La Beata Vergine Maria regina della pace". Per ognuno dei sette sabati dedicati alla Madonna della Grazia si è pregato, infatti, per il dono della pace.

Il messaggio di Maria all'insegna della Mondialità

La festa della Madonna della Grazia è un evento di fede e devozione molto sentito a Gallico, quartiere a nord di Reggio Calabria, legato indissolubilmente al Santuario e alla carismatica figura di colui che per diverse generazioni ne è stato il rettore, oltre che il fondatore del Parco della Mondialità, padre Aurelio Cannizzaro.


PER APPROFONDIRE: Padre Aurelio Cannizzaro, il parroco della mondialità


Da missionario "nomade" a «bloccato», come egli amava definire ironicamente se stesso, re-iniziò proprio «nell'estremo lembo della penisola» il proprio servizio.

La missione di padre Aurelio

«Feci il girovago di Dio tra seminari, scuole pubbliche e private, fabbriche, case per anziani, carceri, ospedali», raccontava, finché nell’estate del 1967 venne incaricato di prendersi cura del Santuario gallicese della Grazia. «Circostanze apparentemente fortuite - scriveva in appendice della dodicesima ed ultima edizione del suo libro "Con i primitivi delle Mentawai" - mi fecero accettare "provvisoriamente" la responsabilità di un Santuario proprio a Reggio Calabria, la fatata (e, da qualcuno denigrata) mia amata "terra natìa". Un Santuario che porta il titolo più significativo per la mamma celeste: Maria Santissima della "Grazia"».

Il quadro della Madonna della Grazia

C'è un particolare del quadro custodito nel Santuario, in questi giorni portato in processione e venerato, che colpì più di altri padre Aurelio. È lui stesso a spiegarlo: «Mi fu particolarmente lieta scoperta la raffigurazione del globo che nella sacra effigie si vede in basso a destra».

«Una Madonna finalmente non costretta a schieramenti di bandiera o di titoli locali, preoccupata solo di mondialità nella "Grazia" redentiva per tutti. Fu così - le parole di Padre Aurelio - che mi sentii incoraggiato a realizzare, quasi ad allargamento all'aperto del Santuario, un Centro d'Animazione Missionaria all'insegna della parola d'ordine del duemila: "Mondialità"».

Il Parco della Mondialità

Su tre ettari di terreno accidentato della fiumara San Biagio di Gallico, padre Aurelio Cannizzaro costruisce quello che viene chiamato, non a caso, «Parco della Mondialità». In prossimità dell'ingresso, ancora oggi, una pergamena spiega: «Mondialità è uscire dal chiuso dell'Io per ritrovarsi in Dio, Amore per tutto l'Uomo, per tutti gli Uomini, per tutti i Viventi, per tutte le Cose».


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«Oltre ad essere messaggio per ogni visitatore», è una frase che anima «tutti e tutto al senso missionario della vita», ancora la testimonianza dell'indimenticato missionario "bloccato". Insomma ciò che poi rappresenta Maria.

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