Avvenire di Calabria

L'appuntamento il 31 agosto e il primo settembre. Diverse le iniziative in programma. Scopriamole insieme a chi per primo ha ideato questo evento

Il “glocale” sbarca a Monasterace, parla l’ideatore del Festival dei Borghi Mediterranei Cosmano Lombardo

«L'idea è nata nel 2006: rappresenta un’opportunità unica per valorizzare la Calabria, mettendo in luce le sue ricchezze storiche, culturali e paesaggistiche»

di Redazione Web

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Si rinnova l'appuntamento con il Festival dei Borghi Mediterranei, che si terrà il 31 agosto e il 1° settembre a Monasterace. Questo evento ha offerto grande visibilità al territorio calabrese, soprattutto alle aree interne e ai piccoli borghi. Abbiamo intervistato Cosmano Lombardo, Founder & CEO di Search On Media Group e ideatore del Festival dei Borghi, per scoprire di più su questa importante iniziativa.

Come è nata l’idea di dare vita al Festival dei Borghi Mediterranei?

L’idea del Festival dei Borghi Mediterranei nasce molti anni fa, nel 2006, quando mi trovavo in Argentina a lavorare con la FAO su un progetto di cooperazione internazionale tra più paesi. In quell’occasione ho avuto la possibilità di partecipare a una manifestazione che vedeva riunite, in una zona interna e poco nota dell’Argentina, realtà e paesi provenienti da tutto il mondo: dall’Italia, dalla Francia, dal Brasile e così via, che presentavano le proprie peculiarità.

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Da lì l’idea e il sogno di realizzare, nel mio paese di origine, a Monasterace, un festival che raccontasse le varie esperienze. Così, quando siamo partiti con il nostro progetto l’anno successivo, ho iniziato a perfezionare l’idea, sviluppandola e potenziandola. Poi, durante il Covid, abbiamo presentato, all’interno di una elezione in Senato, una delle iniziative per potenziare le aree interne e collegare i vari paesini e borghi italiani.


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Successivamente, il comune di Monasterace ha lanciato un bando in cui veniva chiesto di realizzare un evento all’interno del borgo medievale di Monasterace. Quindi, abbiamo preso quell’idea del 2006 e l’abbiamo adattata per Monasterace.

Qual è stata la risposta del pubblico e della comunità locale alla prima edizione?

La risposta del pubblico è stata fantastica, meravigliosa, soprattutto da parte della comunità che si è unita per lavorare insieme alla realizzazione. C’è stata una partecipazione intergenerazionale e anche delle varie associazioni, che ringraziamo tantissimo.


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Non solo la comunità locale, ma anche le zone limitrofe hanno partecipato, con 8.000 presenze in una giornata davvero meravigliosa che ha visto la musica, la formazione, lo sport e tutte le realtà unite per un unico obiettivo.

Quali sono, secondo te, i principali punti di forza della Calabria?

La Regione Calabria ha molteplici punti di forza che ne fanno un unicum dal punto di vista internazionale. Il primo è la sua collocazione geografica: nel cuore del Mediterraneo, potrebbe essere una potenza dal punto di vista turistico e commerciale. Il secondo punto di forza è la sua storia antica, un pilastro dalla Magna Grecia in poi, che offre moltissimo su cui lavorare e fa ben sperare per il futuro. Il terzo punto è il clima e la possibilità di raggiungere sia le aree interne che le zone costiere da qualsiasi punto del territorio.


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Sono pochissime le regioni che, in un raggio di 100 km, hanno tante bellezze e diversità così facilmente raggiungibili. Infine, il fatto che sia un territorio vergine offre molti margini di sviluppo e promozione.

Questi punti di forza come possono diventare risorsa?

Ognuno di questi punti può diventare una risorsa, anche in tempi rapidi, perché credo che questo momento sia molto favorevole sia dal punto di vista dello sviluppo imprenditoriale che turistico. È opportuno mettere in piedi un piano ecosistemico, ma c’è anche l’aspetto di sfruttare il digitale per la promozione del territorio.

Work From Italy è il tema del prossimo Festival, c’è un futuro lavorativo anche per i piccoli borghi e le aree interne?

Work From Italy è il tema della prossima edizione del Festival dei Borghi, ma non solo. È un tema su cui lavoriamo a contatto con le istituzioni per sensibilizzarle sul fatto che l’Italia possa essere una meta per i nomadi digitali, non solo europei, ma anche internazionali. È anche il nome di un evento che abbiamo inserito all’interno di un bando del progetto Borghi e PNRR, che Monasterace ha vinto e che abbiamo curato in prima persona.


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Questo evento inizierà presto e ci saranno iniziative anche nei prossimi anni. Ci sono grossi margini di sviluppo e molta domanda, non solo di lavoratori digitali ma di qualsiasi tipo. Il problema è l’offerta, su cui bisogna agire in modo diverso rispetto a quanto fatto finora, non vedendo solo le aree interne e i borghi come località in cui possono arrivare finanziamenti, ma come aree su cui lavorare maggiormente a contatto con la popolazione per renderle più aperte, inclusive e digitalizzate. Su questo stiamo lavorando in varie audizioni, soprattutto in commissione lavoro, per creare le condizioni favorevoli non solo per i singoli lavoratori ma anche per le aziende che vogliono mandare i propri collaboratori nelle aree interne. Credo che i tempi siano maturi per fare un ottimo lavoro.

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