Avvenire di Calabria

Nel giorno dedicato alla festa della mamma Damiana, mamma reggina che ha affrontato la prematurità e poi la disabilità del suo secondo genito, Francesco, condivide con noi la sua testimonianza

Maternità, così la fragilità diventa dono

Il consiglio alle altre mammi che vivono situazioni di difficoltà: «Il mio invito è a non chiudersi. Condividere le proprie paure aiuta a superarle»

di Francesco Chindemi

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Cosa significa essere mamma al servizio della fragilità? È un’altra faccia della maternità. Damiana Falcone, mamma reggina che ha affrontato la prematurità e poi la disabilità del suo secondo genito, Francesco, condivide con noi la sua testimonianza, proprio nel giorno dedicato alla festa della mamma.


Adesso siamo anche suWhatsAppnon perdere i nostri aggiornamenti: VAI AL CANALE


«Dalla lotta contro le complicazioni di una nascita anticipata, alla successiva scoperta della sua sindrome di Down, essere mamma al servizio della fragilità è stata un’avventura nuova. C’era da capire come crescere un bambino dalle caratteristiche così particolari», afferma Damiana che oltre a condividere la propria testimonianza, coglie l'occasione per lanciare un messaggio ad altre donne che si trovano ad dover affrontare difficoltà legate all'essere madri.

👇 Ascolta l'episodio del Podcast Good Morning Calabria in cui Damiana condivide la sua testimonianza

La prima reazione qual è stata?

L’unica domanda ai medici riguardava le eventuali implicazioni sulla salute del bambino correlati alla sindrome di Down. La risposta positiva è stata un sollievo inaspettato. La preoccupazione più grande, in realtà, riguardava l’effetto che la presenza di questo fratello definito speciale - anche se è un termine che non mi piace - avrebbe avuto sulla vita della sorellina più grande, Alessia, che all’epoca aveva appena sette anni.

Come ha affrontato da mamma questa situazione?

Ho cercato di trovare le parole giuste e non è stato difficile. Abbiamo vissuto la nostra vita familiare giorno per giorno con naturalezza, come si fa quanto arriva un nuovo bambino e deve crescere dal punto di vista psicofisico.


PER APPROFONDIRE: Lavoro e maternità, Calabria terra impossibile per le mamme in carriera


L’abbiamo affrontata con un ritmo normale, poi arricchito anche dalle successive esperienze che hanno visto la mia famiglia coinvolta in ambito sociale e associazionistico. In particolare, per Francesco gli scout in questi ultimi anni hanno svolto un ruolo cruciale nel contribuire a sviluppare la sua autonomia.

Ci sono stati momenti di difficoltà?

La difficoltà maggiore l’abbiamo riscontrata in ambito scolastico. Il rapporto di mio figlio con compagni e docenti è eccezionale. I limiti sono nella didattica. C’è ancora difficoltà a capire che tutti i ragazzi hanno bisogno di sviluppare le loro capacità e vanno aiutati in questo.

Personalmente si giudica una “super mamma”?

Niente di tutto questo. Sono semplicemente una madre che vive ogni giorno con amore e dedizione la crescita dei propri figli indipendentemente dal numero dei loro cromosomi. Faccio del mio meglio, conciliando impegni familiari e professionali in modo normale. Ciò che è poi l’aspirazioni di ogni genitore.

Quale messaggio vuole condividere con altre mamme che si trovano ad affrontare situazioni simili?

Essere mamma di Francesco mi ha insegnato quanto sia importante non isolarsi. Condividere le proprie paure aiuta a superarle. Ho sperimentato tante realtà associative capaci di supportarti. Aprirsi aiuta ad affrontare le sfide con maggior coraggio e fiducia, ma anche normalità.

Articoli Correlati