Avvenire di Calabria

Donne: Cavallari al Sae, “sarebbe meglio declinare il termine uguaglianza come parità”

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


Ci sono due modi per intendere la parola differenza: uno positivo e uno negativo; uno orizzontale e uno gerarchico. Il femminismo della differenza ha elaborato da anni un pensiero sulla differenza nell’accezione positiva. Lo ha evidenziato Paola Cavallari, cattolica, insegnante, fondatrice e presidente emerita dell’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne, intervenuta alla tavola rotonda “Per la giustizia di genere”, che si è svolta durante la 59ª edizione della sessione di formazione ecumenica, promossa ad Assisi dal Sae. “Anche il termine uguaglianza è importante e sarebbe meglio declinarlo come parità: abbiamo bisogno di pari diritti, un pari accesso al voto e ai servizi pubblici. Il pensiero della differenza ha superato il traguardo dell’uguaglianza che era stata interpretata spesso come assimilazione. L’accesso delle donne a determinate leadership e ruoli di potere non sia una estensione dei diritti già dati ma una rifondazione dei diritti a partire dalle differenze”, l’auspicio.
Paola Cavallari ha poi osservato che, nell’ambito della storia-memoria e degli altri saperi, la realtà è interpretata da diversi punti di vista che non possono essere ignorati. “Esistono delle parzialità che si rifanno a razza, etnia, religione, sesso, genere. Ci sono uomini che stanno affrontando la loro posizione come soggetto sessuato, non più come uomo in senso neutrale. Anche la donna è soggetto sessuale. Entrambi pensano la loro storia e identità di genere con la consapevolezza che non sono l’intero”.
Cavallari ha ripreso la nuova traduzione di Genesi 2,18 “un soccorso contro di lui”: “Contro, di fronte: è il volto dell’altro che resiste alla nostra autosufficienza, al nostro desiderio di non incontrare ostacoli, il limite. La ricchezza che ci offre questa formulazione è immensa. A parte il fatto che in Genesi si dice che Dio creò l’Adam dalla Adamà, che non è l’uomo, ma il terroso, l’essere umano, la prima creazione, e poi avviene lo sdoppiamento sessuato”.

Fonte: Agensir

Articoli Correlati