Avvenire di Calabria

Stilate dal Garante Muglia con la collaborazione di diverse realtà accademiche e istituzionali

Calabria, garantire la genitorialità anche dietro le sbarre: ecco le nuove linee guida

La finalità: «Garantire il legame affettivo tra genitore detenuto e i propri figli»

di Redazione Web

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Il Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Luca Muglia, ha reso pubbliche le Linee guida riguardanti i procedimenti di limitazione della responsabilità nei confronti di persone ristrette in carcere. Queste linee guida includono il diritto dei figli minori a mantenere un legame affettivo continuativo con il genitore detenuto.

Obiettivi delle linee guida

Le Linee guida sono state elaborate attraverso un dialogo istituzionale con diverse autorità e organizzazioni, tra cui la magistratura minorile e di sorveglianza, gli Ordini distrettuali degli Avvocati, l’Ordine regionale degli Assistenti sociali, il Centro Giustizia Minorile, l'UIEPE (Ufficio Interdistrettuale Esecuzione Penale Esterna), l’Amministrazione penitenziaria, le associazioni forensi rappresentative.


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La stesura ha visto, inoltre, il coinvolgimento dell’Osservatorio Carcere dell’Unione Camere Penali, la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università IE di Madrid, i Garanti calabresi dei diritti delle persone detenute, il portavoce della Conferenza Nazionale dei Garanti territoriali e il Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Particolare attenzione è stata data al contributo del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale.

Tutela e diritti dei detenuti e dei figli minori

Le Linee guida hanno l’obiettivo di bilanciare le esigenze di tutela della persona detenuta, riguardo all’esercizio delle funzioni genitoriali e alle garanzie procedurali in ambito giudiziario, con le esigenze di tutela dei figli minori e l’esercizio del diritto alla bigenitorialità.

Il garante Muglia: «Promuovere i diritti per migliorare le relazioni»

«L’auspicio» – ha dichiarato il Garante regionale – «è che la promozione dei diritti possa contribuire al miglioramento delle relazioni genitori-figli nei luoghi di detenzione. Le tematiche affrontate forniscono un duplice risvolto. Da un lato, la necessità di assicurare le garanzie procedurali in ambito giudiziario laddove si apra un procedimento di limitazione della responsabilità genitoriale nei confronti di una persona ristretta, scongiurando il rischio che lo stato di detenzione condizioni di per sé l’esito del giudizio».


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«Dall’altro, dare attuazione al diritto dei figli al mantenimento del legame affettivo continuativo con il genitore detenuto, garantendo percorsi di sostegno alla genitorialità e luoghi idonei in cui esercitare il proprio diritto all’affettività. È evidente, in proposito, come la recente sentenza della Consulta, che ha riconosciuto alle persone detenute il diritto all’affettività ed a colloqui riservati, sotto il profilo della tutela della privacy e dell’idoneità dei luoghi sia analogicamente applicabile anche agli incontri tra genitori detenuti e figli, specie se minori d’età», ancora Muglia.

Coinvolgimento multidisciplinare per garantire maggiori diritti

«Il coinvolgimento istituzionale che ho inteso attivare sulle Linee guida» – ha concluso il Garante Muglia – «spazia in diversi settori, involgendo profili non solo giuridici. Uno dei versanti di sicuro interesse è quello degli studi scientifici sull’epigenetica in materia penitenziaria. È indubbio, infatti, che la qualità dell’interazione genitori-figli nei luoghi di detenzione condizioni sensibilmente l’iter rieducativo della persona ristretta e l’evoluzione della personalità – ancora in formazione – dei minori coinvolti».


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«Su questo tema, il mio Ufficio ha avviato una proficua collaborazione con i neuroscienziati calabresi Antonio Cerasa e Umberto Sabatini e la docente dell’Università di Madrid Federica Coppola. Lo sguardo multidisciplinare è in grado di mostrare, in maniera molto efficace, quanto sia nocivo e devastante il carcere attuale».

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