Pubblicate le manifestazioni di interesse per biblioteche e archivi
Realtà che spesso hanno documentazione di grande pregio ma che rischia di essere dimenticata Biblioteche,
Ad Erice, in occasione della festività dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, sono state riaperte al pubblico le sale annesse alla chiesa di San Pietro con un l’ampliamento del percorso espositivo e il nuovo allestimento di opere d’arte con l’aggiunta di manufatti provenienti dai monasteri ericini delle suore benedettine, clarisse e carmelitane. L’esposizione si arricchisce infatti di oggetti in argento di manifattura siciliana, in particolare trapanese, e di preziosi paramenti sacri, ricamati dalle claustrali con fili d’oro e di seta.
Le origini dell’edificio risalgono al secolo XIV, ma subì rinnovamenti nel Cinquecento, come dimostra il portale laterale che si apre sulla via Sales, e nel Seicento, prima del rifacimento del 1745 progettato dall’architetto Amico. La chiesa infatti fu fondata nel XIV secolo, nel XVI poi s’insediarono le monache clarisse. Attraverso un cavalcavia, tuttora esistente, la chiesa, fin dal 1542, fu collegata al prospiciente monastero delle clarisse, oggi sede del Centro di cultura scientifica “Ettore Maiorana”. “L’interno della chiesa di San Pietro – come scrive la storica dell’arte Lina Novara – dovuto nel suo aspetto settecentesco all’architetto Giovanni Biagio Amico, si caratterizza per la pianta ellittica di ispirazione berniniana e borrominiana, la luminosità, la copertura ad unica volta, i candidi stucchi, i balconcini lignei, i vivaci colori del pavimento maiolicato. Da non trascurare inoltre – aggiunge la professoressa Novara – le due statue marmoree dei santi Pietro e Paolo della metà del secolo XVI ed i pregevoli affreschi con ‘Storie della Vergine’, della seconda metà del Settecento”.
La chiesa di San Pietro con le sale espositive rinnovate è visitabile tutti i giorni, con orario continuato, dalle 9 alle 19, attraverso “A friendly walk around Erice”, il percorso del Mems, il Museo diffuso di Erice diretto da Maurizio Vitella promosso all’interno del progetto “Erice la Montagna del Signore” che ha permesso di custodire, curare e riaprire alla fruizione pubblica diverse chiese della vetta con il loro patrimonio di arte, storia e fede plurisecolare.
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