Avvenire di Calabria

Diocesi: Rossano-Cariati, il 19 agosto la presentazione di un volume su mons. Serafino Sprovieri “padre, maestro, amico”

di Redazione Web

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“Il ricordo dei pastori che hanno guidato una diocesi, non è semplicemente un rievocare eventi del passato, ma è espressione del desiderio profondo di sentirsi inseriti nel solco vitale che, con la Pentecoste, ha lanciato il seme della Parola di Dio e, attraverso la predicazione e la testimonianza degli apostoli, è giunta fino a noi”. Lo scrive l’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Maurizio Aloise, nella presentazione del volume “Serafino Sprovieri, padre, maestro, amico. Il suo magistero nella Chiesa diocesana di Rossano-Cariati (1984-1992)” a cura di don Pino De Simone (edito da Progetto 2000), che verrà presentato lunedì 19 agosto alle 19 presso il Salone degli Stemmi dell’arcivescovado di Rossano. “Plaudo a quest’opera”, scrive il presule che ringrazia don De Simone per il “lavoro di ricerca attento e meticoloso, propri della sua competenza e passione”. A presentare il volume don Gianni Citrigno, della diocesi di Cosenza-Bisignano, nipote di mons. Sprovieri, l’editore Demetrio Guzzardi e il curatore don De Simone. Durante la presentazione – che sarà conclusa dall’arcivescovo Aloise, anche alcune testimonianze. Mons. Serafino Sprovieri – che ha poi guidato la diocesi di Benevento – è stato – dice don De Simone – “un appassionato servitore della comunione ecclesiale, ritenendo che il principio della comunione, che caratterizza la Chiesa – così come è stato ben evidenziato dal Concilio Vaticano II nella costituzione dogmatica sulla Chiesa – fosse quello fondamentale”. Don De Simone ricorda, poi, la “considerazione e attuazione della fraternità presbiterale/sacerdotale” che aveva mons. Sprovieri convinto che i sacerdoti, suoi collaboratori nel campo pastorale, “devono essere i primi a percepire la sua paternità e a sentirsi insieme a lui protagonisti nella grande opera dell’evangelizzazione, della santificazione e della guida della comunità cristiana”. Ecco perché – scrive – “non perde mai l’occasione per spronarli a vivere la comunione e fraternità, ma a dare loro occasioni concrete per ritrovarsi: incontri di aggiornamento, agapi fraterne, esercizi spirituali. E lui diviene il fine tessitore di questa fraternità con il consiglio, il dialogo, l’esortazione, lo sprone”.

Fonte: Agensir

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