Avvenire di Calabria

Diocesi: Padova, giovedì 7 novembre solennità di san Prosdocimo e accoglienza di nuovi 27 “fedeli servitori”

di Redazione Web

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È festa, giovedì 7 novembre, per la Chiesa di Padova, che celebra la solennità di san Prosdocimo, proto vescovo e patrono principale della Diocesi di Padova oltre che evangelizzatore delle genti venete. La diocesi fa sapere in una nota diffusa oggi che il vescovo, mons. Claudio Cipolla, presiederà la solenne celebrazione eucaristica alle ore 18.30, nella basilica di Santa Giustina, dove si trova la tomba del santo vescovo, a cui renderà omaggio al termine della messa. Come da tradizione avviata nel 2020, la celebrazione del patrono principale della Diocesi sarà anche l’occasione per iscrivere nell’albo dei “fedeli servitori” alcuni laici (uomini e donne) della diocesi di Padova, segnalati dalle rispettive parrocchie o a livello diocesano, riconoscendo così la gratitudine per il servizio reso alla Chiesa, mettendo a frutto il battesimo.  Ai fedeli servitori verrà consegnata una pergamena e una medaglia con le immagini di san Prosdocimo e santa Giustina. Quest’anno i fedeli servitori sono 27 e vanno ad aggiungersi ai 137 già iscritti nell’albo, per un totale di 164. Tra loro ci sono persone che da decenni si occupano con devozione e umiltà alla cura dei paramenti liturgici, dei fiori e del decoro della chiesa, ministri straordinari della comunione, catechisti, volontari per supporti in segreteria e nell’amministrazione delle parrocchie, organisti e cantori, sacristi e campanari, persone dedite all’animazione liturgica, alla cura del centro parrocchiale, alla gestione delle scuole per l’infanzia, al servizio di sacrestano, alle attività di accompagnamento dei giovani, degli anziani e malati e a varie altre forme di volontariato, senza dimenticare quanti si sono dedicati alla cura e alla manutenzione delle strutture parrocchiali. “La Chiesa – si legge nel decreto di istituzione dell’albo (2020) – ritiene che, anche se il servizio svolto dai suoi figli e dalle sue figlie è chiamato alla stessa gratuità con la quale Cristo l’ha amata e redenta, sia legittimo e quasi doveroso esprimere verso tali persone il segno di una gratitudine visibile e sincera, evidenziandone il ‘senso di esemplarità’”.

Fonte: Agensir

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